Avevamo introdotto le nuove disposizioni per il Covid-19, con l’informativa sul Decreto-Legge n.162/2022. Ad oggi però solo un‘ipotesi di regolamentazione per l’isolamento dei positivi.
Durante la conferenza stampa del 31 ottobre 2022, Orazio Schillaci, Ministro della Salute del Governo Meloni, ha lasciato intendere che nei giorni successivi si sarebbero svolte delle riunioni scientifiche per valutare la questione.
In effetti i tecnici del ministero si sono confrontati con lo Spallanzani, l’Aifa e l’Iss e fra breve si dovrebbero ricevere informazioni ufficiali.
Ipotesi d’isolamento per i positivi
I professionisti della salute affermano che il tasso di positività della variante Omicron è evidente nei due giorni prima l’arrivo dei sintomi, e nei tre giorni dopo. I cinque giorni di isolamento però partono da quando il soggetto riceve il risultato del tampone. Perciò fra le ipotesi discusse c’è quella ridurre la quarantena a tre giorni, con tampone negativo.
Ma c’è chi addirittura chiede nuovamente il fermo totale e una semplificazione delle operazioni. Infatti i cittadini ormai si autoregolano e non contano più i giorni. Se da un tampone non risultano infetti riprendono la vita regolare. Un problema a livello penale, in quanto da regolamento è ancora considerato reato. Ecco perché la necessità di riformulare le misure.
Un ragionamento guidato dal buon senso sarebbe quello di attenersi alle stesse precauzioni di chi ha un’influenza: restare in casa finché non scompaiono i sintomi.
Cosa dicono gli esperti
A proposito d’isolamento dei positivi, Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive del Policlinico di San Martino – a Genova – ha affermato:
chi è positivo può uscire di casa con la mascherina Ffp2 oppure dopo 48 dalla scomparsa dei sintomi, a prescindere dal tampone, magari mantenendo l’uso della mascherina per qualche giorno. […] Concludendo va cambiato l’impianto base nella gestione del Covid, meno tamponi, meno isolamento e più semplificazione.
Anche Maria Rita Gismondo, che è Direttrice del Laboratorio di virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, è del parere di rivedere assolutamente il periodo di quarantena per i contagiati.
Di parere leggermente diverso, invece, è Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica:
Il concetto fondamentale è che, per limitare la circolazione del virus ed evitare il rialzo di ondate pandemiche, è necessario che le persone infettive e contagiose rimangano a casa fino a quando non rischiano più di infettare gli altri. Se ci sono lavori scientifici seri che dimostrano questo, ben venga la riduzione dell’isolamento. Ma al momento non mi pare ci siano.
Quel che è certo è che tutto dipenderà dai dati che saranno rilevati in questi giorni, in cui sembra che l’infezione da Sars CoV-2 siano in risalita. Lo conferma anche il virologo Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario IRCCS dll’Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano. Nonostante la decorrenza della malattia è temporalmente e clinicamente differente, rispetto alla fase acuta che abbiamo vissuto in lock-down.
Cosa fare attualmente
Se a seguito di un tampone, molecolare o antigenico, si risulta positivi la prassi è:
- Isolamento per cinque giorni, anche se asintomatico. Dopo un test negativo può tornare alla normalità;
- In caso la positività si protrae, l’isolamento può essere interrotto dopo quattordici giorni dalla positività dell’ultimo tampone eseguito.