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“Mio figlio sta male”: quando portarlo al Pronto Soccorso

“Mio figlio sta male”: quando portarlo al Pronto Soccorso

Quando si tratta di decidere se portare o meno un bambino al Pronto Soccorso, è fondamentale essere consapevoli delle situazioni in cui è necessaria un’assistenza immediata.

Ogni anno in Italia, ben 5 milioni di bimbi vengono visitati nei Pronto Soccorso, ma solo il 10% di questi casi rappresenta una reale emergenza o urgenza, identificata dai codici gialli e rossi.

Per approfondimenti:

I bambini in Pronto Soccorso: quanto è grave?

La salute del proprio bambino è motivo di grande preoccupazione e ansia per ogni genitore. In situazioni di urgenza o se non è possibile contattare il pediatra di famiglia, il Pronto Soccorso rappresenta la struttura di riferimento, aperta 24 ore su 24, che può offrire un’assistenza completa.

Tuttavia, è importante distinguere il Pronto Soccorso da un ambulatorio pediatrico e tenere presente che non può sostituire il pediatra di famiglia. Prima di recarsi al Pronto Soccorso, se possibile è consigliabile consultare il pediatra. La Società Italiana di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP) ha elaborato una guida con 16 situazioni in cui è opportuno recarsi al Pronto Soccorso.

Pronto soccorso: la guida della Società Italiana di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP)

Ecco le situazioni in cui è consigliabile portare il bambino al Pronto Soccorso:

  1. Febbre:
    • se il lattante ha meno di tre mesi di età e non è stato visitato dal pediatra;
    • se il bambino più grande ha una febbre elevata, persistente, che risponde poco alla terapia antipiretica e si accompagna a stato di sofferenza;
    • se un bambino con febbre presenta crisi convulsive, soprattutto se ha meno di un anno di età.
  2. Diarrea:
    • se il bambino ha diarrea ripetuta e non riesce a assumere liquidi a causa del vomito, soprattutto se ha meno di un anno di età;
    • se ha diarrea da più di 24 ore con più di 5-6 scariche al giorno e non assume liquidi o mostra segni di disidratazione;
    • se presenta diarrea con emissione di sangue tipo “gelatina”.
  3. Dolore addominale (mal di pancia):
    • se il bambino non evacua da oltre 24 ore, presenta vomito, febbricola e il dolore è localizzato nella parte inferiore destra dell’addome (regione appendicolare);
    • se presenta dolore addominale nelle ore successive a un trauma nella regione interessata.
  4. Trauma cranico:
    • se il bambino ha perso conoscenza al momento dell’impatto (trauma cranico commotivo) o presenta vomito qualche ora dopo il trauma, tendenza all’addormentamento, pianto inconsolabile, strabismo, difficoltà nella deambulazione o cefalea.
  5. Vomito:
    • se il bambino presenta vomito ripetuto e non riesce a assumere liquidi, soprattutto se ha meno di un anno di età;
    • se presenta altri sintomi che possono portare alla disidratazione, come febbre e numerose scariche di diarrea;
    • se, oltre al vomito, ha secchezza della cute e della mucosa orale, occhi cerchiati, mancanza di lacrime e ridotta emissione di urine;
    • se il vomito persiste per più di 24 ore, soprattutto se il bambino ha meno di un anno di età;
    • se il vomito è ematico o ha un colore verde scuro o simile al caffè.
  6. Cefalea (mal di testa):
    • se la cefalea è accompagnata da febbre e/o vomito e non si attenua con l’assunzione di comuni antifebbrili e/o antidolorifici.
  7. Difficoltà respiratoria:
    • se i bambini, soprattutto quelli di età inferiore a un anno, presentano difficoltà respiratoria e la causa non è nota o non si dispone di prescrizioni mediche (ad esempio, in caso di asma già diagnosticata).

Pronto soccorso: i dati in Italia

In Italia, ogni anno cinque milioni di bambini vengono visitati al Pronto Soccorso. Il 10% di questi casi rappresenta una reale emergenza o urgenza, mentre il 60-70% degli accessi riguarda urgenze considerate minori in fase di triage, identificate come codici verdi. Di questi ultimi, circa la metà rappresenta un accesso appropriato per l’esclusione di gravi complicanze o evoluzioni della malattia. Tuttavia, l’altra metà di questi accessi è considerata inappropriata e può creare disservizi che ostacolano l’assistenza a coloro che ne hanno veramente bisogno. Pertanto, è fondamentale comprendere quando è necessario recarsi al Pronto Soccorso e quando non lo è.