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LO SVILUPPO INFANTILE: PROSPETTIVA SOCIOPSICOPEDAGOGICA

LO SVILUPPO INFANTILE: PROSPETTIVA SOCIOPSICOPEDAGOGICA

Lo sviluppo infantile presuppone una crescita non solo fisica ma anche sociale, psicologica ed educativa ed è influenzata da diversi fattori.

L’infanzia e la sua evoluzione storica sono state studiate da vari approcci. Uno dei più innovativi in pedagogia è stato il metodo Montessori.

Il metodo montessoriano si basa sulla libertà del bambino da intendersi come la spontanea esplorazione dell’ambiente che porti anche allo sviluppo di una personalità indipendente.

L’ambiente doveva essere ‘’a misura di bambino’’ e compito dell’educatore è di guidare il piccolo ma non sostituirsi a lui.

Montessori ha dato avvio a una nuova concezione dell’infanzia perché il bambino non è più un ‘’adulto in miniatura’’ ma una persona con i propri bisogni e una propria individualità.

Un elemento importante per lo sviluppo sano del bambino è l’attaccamento.  

Il primo studioso che affrontò questo tema fu lo psicologo BOWLBY. Bowlby riteneva il legame madre- bambino fondamentale per la creazione di quelli successivi siano essi sentimentali o amicali.

Il legame di attaccamento si divide in tre tipologie SICURO, INSICURO ed EVITANTE.

Nel primo la madre e il bambino rispondono reciprocamente e in modo costruttivo ai vari feedback endogeni ed esogeni.

L’attaccamento insicuro la madre non offre al piccolo risposte soddisfacenti.

L’attaccamento evitante infine non crea stabilità affettiva ma nei casi più gravi può provocare addirittura depressione.

Il legame di attaccamento può crearsi con altre ‘’figure di riferimento ‘’costituite anche da oggetti (peluche, ciucci, ecc) che WINNICOTT definisce oggetti transizionali.

Sviluppo infantile: L’IMPORTANZA DEL GIOCO E DELL’OUTDOOR EDUCATION

Il gioco è un’altra componente importante per lo sviluppo infantile. Tramite il gioco il bambino apprende nuove regole, impara a gestire le proprie emozioni, siano esse negative o positive, e a canalizzare le energie che possono provocare ansia e rabbia.

Nei giochi con il gruppo dei pari il bambino impara i meccanismi alla base del processo di socializzazione. La socializzazione permetterà al piccolo  di essere un soggetto attivo nella vita sociale.

Dal punto didattico il gioco permette l’acquisizione di abilità manuali, lo sviluppo della creatività, del pensiero divergente e dell’intelligenza nelle sue varie forme  come teorizzato da Gardner quando parla d’ INTELLIGENZE MULTIPLE.

Il gioco favorisce l’apprendimento di nuove competenze e permette all’individuo fin dall’infanzia di ‘’agire’’ ed ‘’interagire’’ attivamente con l’ambiente e di operare negli ambienti di apprendimento in cui  siamo inseriti. L’apprendimento, al pari della formazione, è continuo. Si apprende dalla culla alla tomba.

I primi apprendimenti avvengono, quasi sempre, per prove ed errori e in famiglia che è la prima agenzia educativa.

Nel processo di sviluppo infantile oggi è sempre più diffusa, accanto alle agenzie educative formali, un tipo di educazione informale: l’outdoor education.

L’outdoor education comprende tutte quelle attività extracurriculari (laboratori, incontri formativi, attività all’aperto)che si svolgono all’esterno delle agenzie educative e formative istituzionalizzate e sono organizzate da associazioni ed enti.

Oggi, dove le tematiche legate al rispetto dell’ambiente e alla formazione di una coscienza ecologica, sono sempre più sentite è bello creare un ambiente di apprendimento in mezzo alla natura.

L’INTELLIGENZA EMOTIVA E LA NECESSITA’ DI UN’EDUCAZIONE EMOTIVA PER SENTIRCI PIU’ UMANI

Gli spiacevoli fatti di cronaca nera delle ultime settimane  hanno visto implicati giovanissimi hanno acceso un faro su un tema di cui c’ è un enorme bisogno: l’educazione emotiva.

Alcuni minorenni si sono resi protagonisti di atti di violenza sessuale e di atti di bullismo ai danni di coetanei, da qui nasce la volontà da parte del ministro dell’istruzione d’ introdurre delle ore di educazione emotiva nelle scuole.

Le attività verranno svolte negli istituti da un gruppo di professionisti specializzati nella materia. Prima di parlare di educazione emotiva dobbiamo definire cosa si intende per emozione.

L’emozione è la ‘’spinta’’ che muove ogni azione; fin dall’infanzia è necessario far capire come le emozioni sono fondamentali per lo sviluppo dell’empatia. L’empatia è la capacità dei ‘’mettersi nei panni dell’altro’’ capire i suoi stati d’animo e i sentimenti. A essere empatici si impara. L’educazione emotiva da sola non basta bisogna saper usare anche l’intelligenza emotiva.

Goleman, lo studioso che nel suo testo parlò d’ intelligenza emotiva la definisce come la capacità di persistere a perseguire degli obiettivi e di modulare i propri stati d’animo per essere empatici.

Tutti noi  dobbiamo capire l’importanza di esprimere le nostre emozioni. Ad esempio in passato far trasparire in pubblico le proprie emozioni era sintomo di debolezza cosi come vedere un uomo piangere. Oggi questi stereotipi possono essere abbattuti perché siamo FRAGILI, FORTI, in una parola siamo UMANI CON UN CUORE.