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L’effetto “finestre rotte”: da Palo Alto alle nostre case

L’effetto “finestre rotte”: da Palo Alto alle nostre case

Cos’è la teoria delle finestre rotte

La “Teoria delle finestre rotte”(Broken windows) è una teoria criminologica la quale asserisce che la presenza sul territorio di piccoli episodi di degrado pubblico e vandalismo, come appunto la rottura di finestre, può portare ad una vera e propria escalation di criminalità e comportamenti antisociali. Invece, mantenendo il decoro e il controllo degli ambienti urbani e contenendo piccoli reati come la sosta selvaggia o gli atti vandalici ad esempio, si contribuisce a creare un clima di ordine e legalità, riducendo il rischio di crimini più gravi. In particolare, è stato ideato un approccio multidisciplinare denominato “Prevenzione del crimine attraverso la progettazione ambientale” (Crime prevention through environmental design) che cerca di inibire il comportamento criminale attraverso un corretta progettazione ambientale.


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Le origini

La “Teoria delle finestre rotte” fu esposta per la prima volta nel 1982 nell’articolo di scienze sociali “Broken windows. The Police of Neighborhood Safety” scritto e pubblicato dai sociologi James Q. Wilson e George L. Kelling sulla rivista “The Atlantic”.

La teoria, però, ha origini più lontane e nasce alla fine degli anni ’60, quando il professore Philip Zimbardo, lo psicologo famoso per l’esperimento carcerario di Standford, condusse un esperimento sociale estremamente interessante.

L’esperimento

Zimbardo abbandonò due automobili identiche, senza targa e con il cofano aperto, in due distinte località, ovviamente non scelte a caso: una nel borough del Bronx, zona malfamata e povera di New York, e l’altra nella benestante e ordinata zona di Palo Alto, in California.

Le due automobili vennero controllate dai collaboratori di Zimbardo e lo scopo era quello di studiare il comportamento delle persone rispetto alla situazione. I risultati furono che nel Bronx, in pochissime ore, le persone smantellarono l’intera automobile, privandola di ogni componente mentre quella lasciata a Palo Alto non subì alcun danneggiamento. Ciò che ne conseguì è che la criminalità e il reato derivano dalla povertà e dall’emarginazione.

In seguito, però, Zimbardo decise di cambiare la condizione dell’automobile collocata a Palo Alto, rompendole un finestrino. L’autovettura fu ridotta come quella del Bronx.

Ciò che sorprese maggiormente però fu l’aspetto delle persone che commisero il fatto, non avevano affatto l’aspetto di individui bisognosi o criminali ma di persone comuni. Tutto questo fece arrivare a nuove conclusioni, ossia che la criminalità e gli atti di vandalismo non derivano dalla povertà ma dalla percezione della trascuratezza che può generare dagli aspetti imperfetti dell’ambiente, come ad esempio da un vetro rotto dell’automobile o di una finestra, e che trasmette l’idea di mancanza di leggi e di regole.

Finestre rotte e Tolleranza zero

Un altro esempio molto famoso e rilevante fu la metro di New York durante gli anni ’80. Era considerato il posto più pericoloso dell’intera città. Partendo proprio dalla “Teoria delle finestre rotte”, nel 1994 il sindaco della Grande Mela, Rudolph Giuliani, in collaborazione con il capo della polizia William J. Bratton, decise di riqualificare tutte le stazioni, ripulendole da tutti i graffiti e dalla sporcizia e si fece in modo che ogni passeggero pagasse il biglietto.

Il risultato? La metro divenne un luogo sicuro.

Questa politica venne estesa a tutti i crimini minori della città, conosciuta con il nome “Zero Tolerance” e puntava a reprimere reati come l’accattonaggio, il bere in pubblico, la prostituzione, etc. La strategia messa in atto aveva lo scopo di perseguire con forza ed efficienza anche le infrazioni minori, allo scopo di prevenire quelle maggiori. Quando Bratton si dimise, nel 1996, i reati erano scesi quasi del 40% a New York e il tasso di omicidi era dimezzato.

Conclusioni

La “Teoria delle finestre rotte”, se applicata in modo efficace, può dare risultati ottimali e importanti.

Nel 2016, ad esempio, il Dr. Charles Branas ha lanciato un’iniziativa che ha permesso di ristrutturare le proprietà abbandonate e di trasformare i lotti di terra liberi in parchi destinati alla comunità nei quartieri con alto tasso di criminalità nella citta di Philadelphia. Ciò ha portato ad una riduzione del 39% della violenza armata.

Infine, se un quartiere, anche se povero, è curato e accogliente, i suoi abitanti provano un maggior senso di sicurezza. È estremamente importante intervenire attivamente sul territorio in cui si vive, provando a sensibilizzare anche le altre persone. Migliorando le condizioni dell’ambiente e prendendoci cura degli spazi urbani daremo inizio a tutta una serie di comportamenti positivi e virtuosi.

Prendendo come spunto la “Teoria delle finestre rotte” possiamo eliminare i nostri comportamenti disfunzionali e modificarli in azioni positive per ottenere risultati ottimali e rilevanti.