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Lavoro e situazioni straordinarie: come la legge protegge i diritti dei dipendenti

Lavoro e situazioni straordinarie: come la legge protegge i diritti dei dipendenti

Con la firma del contratto di lavoro, il dipendente si impegna a eseguire il suo lavoro come previsto nell’orario stabilito dal datore di lavoro. In cambio, il datore di lavoro deve compensarlo adeguatamente per il suo lavoro.

Durante il corso dell’occupazione, possono verificarsi situazioni in cui il dipendente non può lavorare, causando una sorta di “pausa” nella sua attività. Tuttavia, la legge garantisce al dipendente il diritto di ricevere la sua retribuzione completa o parziale dal datore di lavoro, o un’indennità da parte delle autorità competenti, a fronte di queste situazioni. La legge e i contratti collettivi di categoria (CCNL) assicurano anche al dipendente il diritto di mantenere il suo posto di lavoro, impedendo il licenziamento per un periodo di tempo specifico a causa dell’assenza. Qualsiasi licenziamento effettuato in violazione di queste norme è considerato nullo.

Inoltre, è importante notare che il diritto di mantenere il posto di lavoro implica che, al ritorno, il dipendente deve essere assegnato alle stesse mansioni e allo stesso ufficio in cui lavorava prima dell’assenza.

Tuttavia, questo diritto è limitato nel tempo e si applica solo a determinate circostanze.

  • Malattia e Infortunio: I CCNL prevedono e regolamentano il cosiddetto “periodo di comporto” per i dipendenti assenti a causa di malattia. Questo periodo di comporto può essere “secco” o “per sommatoria”. Nel primo caso, il periodo di conservazione del posto di lavoro si calcola in caso di una malattia prolungata, mentre nel secondo caso, il termine è calcolato in base a più episodi di malattia. Anche in caso di infortunio, il dipendente ha diritto a mantenere il suo posto di lavoro fino a quando non viene dichiarato clinicamente guarito da un ente autorizzato, di solito l’Inail.
  • Gravidanza e Puerperio: Durante la gravidanza a rischio e al termine del congedo obbligatorio di maternità o paternità, i lavoratori hanno il diritto di conservare il proprio posto di lavoro e di tornare nella stessa unità produttiva in cui lavoravano prima, fino al primo anno di età del bambino.
  • Richiamo alle armi: In caso di richiamo alle armi per esigenze delle forze armate, il dipendente ha il diritto di mantenere il proprio posto di lavoro, ricevere un’indennità e avere il periodo di assenza riconosciuto ai fini dell’anzianità di servizio. Questa situazione potrebbe verificarsi in caso di emergenza dovuta a conflitti bellici o catastrofi naturali, quando le forze armate regolari non sono sufficienti. Al termine di questo periodo, il dipendente deve notificare al datore di lavoro la sua intenzione di tornare al lavoro entro termini specifici, proporzionati alla durata del servizio militare. In caso contrario, verrà considerato dimissionario.
  • Esercizio di Cariche Pubbliche ed Elettive: La nostra Costituzione garantisce il diritto di mantenere il posto di lavoro per coloro che sono chiamati a svolgere funzioni pubbliche ed elettive per il tempo necessario per adempiere a tali incarichi. Questo diritto si applica, ad esempio, ai giudici popolari, scrutatori o presidenti di seggio elettorale.

Queste disposizioni, sancite dalla legge e dai contratti collettivi, assicurano non solo la sicurezza economica dei dipendenti in momenti di difficoltà, ma contribuiscono anche a preservare la stabilità e la coesione sociale. Garantendo che i lavoratori possano tornare alle loro occupazioni precedenti senza timori ingiustificati, si promuove una società in cui i diritti e il benessere dei lavoratori sono al centro delle preoccupazioni. Questo equilibrio tra la flessibilità aziendale e la protezione dei diritti dei lavoratori è fondamentale per la costruzione di un ambiente lavorativo giusto ed equo, in cui ognuno ha la possibilità di prosperare senza paura dell’incertezza.

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