Può un cane essere di aiuto ad un bambino o ragazzo affetto da Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)? La risposta è sì! Cerchiamo di capire come è possibile tutto ciò e soprattutto quali sono i vantaggi di questa bellissima combinazione. La Pet Therapy, ormai definita con il nome di Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), è una terapia in cui un cane, o altro animale domestico e addestrato, diventa il compagno di viaggio più adatto a far leva sulle emozioni e le motivazioni di chi lo affianca. Questo tipo di terapia va intesa come un percorso che tende al miglioramento delle condizioni psicologiche e di salute della persona attraverso la relazione con gli animali. Pertanto questo tipo di percorso è indicato non solo per alcune patologie, come l’Alzheimer, l’Anoressia o Bulimia etc, ma anche per alcuni disturbi, tra cui i DSA.
LA PET THERAPY NELLA STORIA DELL’UOMO
“Pet” in inglese significa animale e “Therapy” terapia, in questa terapia sono coinvolti gli animali domestici che, opportunamente addomesticati, hanno assunto un ruolo importante nel percorso dello sviluppo evolutivo dell’essere umano. Il rapporto tra uomo e animale affonda le sue radici in tempi molto lontani, già Ippocrate (460-377 a.C.), padre della medicina scientifica, fu il primo ad impiegare l’animale come terapia per superare i problemi di insonnia. Nel XVII secolo anche Georg E. Stahl, il medico di Maria Teresa d’Austria, consigliò l’equitazione come terapia contro l’ipocondria. La prima volta in cui effettivamente gli animali divennero un supporto terapeutico fu in Inghilterra nel 1792 in una casa di cura, in cui lo psicologo William Tuke fece in modo che i pazienti con disturbi mentali si prendessero cura di alcuni animali, e da ciò notò dei benefici e dei miglioramenti soprattutto sull’autocontrollo. Anche l’etologo Konrad Lorenz, nel 1936, studiò a lungo il comportamento degli animali facendo una comparazione dei comportamenti tra le specie. Ma la svolta che portò alla vera affermazione della Pet Therapy fu nel 1953, quando il neuropsichiatra infantile Boris Levinson, mentre aveva in cura un bambino autistico, notò gli effetti positivi del suo cane sul bambino, e da lì cominciò a fare le sue prime ricerche sui benefici della presenza degli animali nell’ambito dell’età evolutiva. Lo stesso Levinson fu il primo a coniare il termine “Pet Therapy”, che diventerà, in seguito, una pratica terapeutica molto usata in molti ambiti per la cura della persona con disturbi e patologie.
DALLA PET THERAPY AGLI IAA
E’ a partire dal 2009 che il termine Pet Therapy diventa obsoleto, e viene sostituito dal termine Interventi Assistiti con gli Animali (IAA). Ciò è avvenuto nel 2009 quando il Ministero della Salute italiano ha formato un Centro di Referenza Nazionale proprio per gli IAA nella zona dell’Alto Vicentino, e da lì si è diffuso in tutte le regioni autonome di Italia, creando, nel 2015, delle Linee Guida che hanno stabilito delle regole uguali e valide su tutto il territorio italiano. Gli IAA, volti al beneficio e alla cura della persona, nonché alla sua riabilitazione, sono suddivisi in tre tipologie:
– le Terapie Assistite con gli Animali (TAA), per la cura dei disturbi cognitivi, psicomotori, etc;
– l’Educazione Assistita con Animali (EAA), finalizzata a sostenere le potenzialità di relazione e crescita delle persone;
– le Attività Assistite con Animali (AAA), volte al miglioramento e al benessere delle persone.
GLI IAA E I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO
I bambini, ma anche i ragazzi, con DSA molte volte, non riuscendo a capire perché hanno delle difficoltà, tendono ad isolarsi, a demoralizzarsi, a temere il giudizio dei propri amici e poco alla volta a perdere l’autostima. Purtroppo dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia etc. causano un senso profondo di tristezza, ansia e anche rabbia. Come venire incontro a queste frustrazioni? Gli IAA possono rappresentare un ottimo compromesso di fronte a queste difficoltà, in quanto l’aiuto di un cane, ad esempio, può essere un ottimo tramite che porta il bambino o ragazzo a superare questi ostacoli. Ovviamente parliamo di cani addestrati e seguiti da esperti, e il solo fatto di accarezzarli genera un senso di benessere psichico e fisico, in quanto il contatto con questi teneri e morbidi animali genera un senso di rilassamento e l’abbassamento dell’ansia, per cui si verifica un abbassamento del cortisolo ed un graduale aumento della serotonina. Il cane che andrà ad affiancarsi ad un bambino o ragazzo con DSA dovrà essere necessariamente tranquillo e capace di ascoltare. La presenza del cane facilita le prestazioni del soggetto interessato in quanto non giudica, non rimprovera, ma sta semplicemente vicino al bambino motivandolo con lo scodinzolio, la leccata affettuosa, tutti atteggiamenti naturali del cane che portano ad un senso di tranquillità e rilassamento, e quindi ad una spinta interiore e al recupero dell’autostima del bambino o ragazzo, fino ad un’apertura verso la lettura, la scrittura e alle altre attività. Quindi sì agli IAA nelle scuole!