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Il Festival dei Due Mondi di Spoleto: quando le Arti si incontrano

Il Festival dei Due Mondi di Spoleto: quando le Arti si incontrano

Una delle manifestazioni più note che caratterizzano l’offerta culturale estiva è sicuramente il Festival dei Due Mondi, evento di respiro internazionale che dal 1958 viene ospitato nella città di Spoleto e ne è diventato un elemento caratterizzante.

L’edizione 2023 si svolge dal 23 giugno al 9 luglio e costituisce uno degli appuntamenti più importanti e innovativi del panorama culturale europeo, che si declina in una alternanza di concerti, performance teatrali, danza e mostre d’arte, con cui il Festival di Spoleto vuole celebrare l’arte in tutte le sue forme.

La manifestazione coinvolge tutta la cittadina umbra che nelle tre settimane del festival ospita più di 500 artisti che danno vita a circa 60 spettacoli in cartellone in più di 11 sedi diverse, tra teatri, palazzi storici, chiese e piazze.

Al fitto calendario degli spettacoli si accompagnano anche una serie di iniziative collaterali, tra cui le visite guidate nel backstage dei teatri accompagnati dalle maestranze e dai ragazzi del liceo di Spoleto. Interessanti incontri di “mediazione teatrale” per adulti e ragazzi, attraverso i quali si stimola il senso critico dei partecipanti, preparandoli alla visione degli spettacoli per essere spettatori consapevoli.

Molte sono le produzioni originali, gli artisti emergenti e gli spettacoli di avanguardia, ma in programma ci sono anche opere della tradizione classica e artisti affermati.

Perché Festival dei Due Mondi?

Il Festival di Spoleto venne fondato dal compositore e librettista Gian Carlo Menotti (1911-2007), italiano naturalizzato statunitense, che, come disse lui stesso, volle creare un “terreno di incontro fra due culture e due mondi artistici, quello americano e quello europeo”. Da qui l’origine del nome, il Festival, appunto, “dei Due Mondi”.

Il suo sogno fu completo quando nel 1977 fondò in America una manifestazione affine: lo Spoleto Festival Usa di Charleston (Carolina del Sud), curandone lui stesso la direzione per molti anni. La manifestazione americana condivide con la “gemella” italiana le finalità, pur essendo amministrativamente e contenutisticamente autonoma.

Il maestro Menotti curò personalmente i primi 50 anni del Festival, facendolo arrivare ad una fama mondiale e con esso la città di Spoleto.

Per cogliere lo spessore che il progetto di Menotti si è conquistato nel tempo, basta ricordare alcuni dei grandi nomi che hanno onorato con i loro interventi la lunga storia del Festival: da Luchino Visconti, a Eduardo De Filippo, da Rudolf Nurejev, a Carla Fracci, da Roman Polanski a Vittorio Gassman, e poi ancora Luciano Pavarotti, Joaquin Cortés, Luca Ronconi, Mikhail Baryshnikov, Riccardo Muti, Fernando Botero, Eleonora Abbagnato, Juliette Gréco, e molti altri.

Edizione 2023: il rapporto tra uomo e animali nelle arti

Il filo rosso che unisce gli spettacoli di questa 66esima edizione è la biodiversità e il rapporto tra l’uomo e le altre specie viventi sul pianeta.

Un tema di grande attualità, solo apparentemente lontano dal mondo delle Arti. L’idea è partita dalla curatrice, Monique Veaute, già direttrice di Palazzo Grassi e da due anni responsabile del Festival, che, partendo dalla presa di coscienza che in tantissime opere teatrali e musicali i protagonisti sono gli animali e il loro rapporto con l’uomo, ne ha voluto fare l’argomento che sottende a tutto il programma del Festival.

E così il tradizionale concerto inaugurale in Piazza Duomo presenta Una piccola volpe astuta – un’opera di Leoš Janáček , ispirata a un romanzo a puntate per ragazzi. Un esempio di teatro musicale unico del suo genere in cui le vicende del piccolo animale sono una prima occasione per riflettere sul rapporto tra uomo e natura.

Il mondo degli umani visto dal punto di vista degli animali è invece il tema del balletto Buena Ventura, di cui è protagonista il danzatore colombiano Fernando Montano, étoile del Royal Ballet di Londra.

Nel programma dei concerti di mezzogiorno, l’Orchestra da Camera di Perugia, presenta un ciclo tutto dedicato agli animali nella musica, in una rassegna di creature diverse: Gli insetti di Benjamin Britten, il calabrone in volo di Nikolaj Rimskij-Korsakov, Il gatto e il topo di Aaron Copland, L’allodola di Sylvano Bussotti e La cicala e la formica di Antal Dorati.

Il Festival di Spoleto sostiene l’Agenda ONU 2030

Tra gli obiettivi del Festival c’è anche quello di offrire proposte artistiche originali che spingano il pubblico a riflettere sulle trasformazioni in atto nel mondo e negli stili di vita.

A questo riguardo il Festival dei Due Mondi si è impegnato a aderire ad alcuni degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 riconoscendo alla cultura la capacità di essere un motore nel raggiungimento di questi obiettivi di sostenibilità e inclusione sociale.

Molte le iniziative avviate già nell’ultimo biennio, sia attraverso scelte in chiave sostenibile come, per esempio, l’utilizzo di materiali dal basso impatto ambientale, la riduzione degli sprechi e la scelta di fornitori anch’essi impegnati su questa strada. Alcuni risultati di risparmio di CO2 sono stati raggiunti e altri ancora più ambiziosi verranno raggiunti nei prossimi anni.

A questo si affiancano una serie di progetti sul tema dell’inclusione sociale, attraverso numerosi incontri e dibattiti. Molto interessante è la collaborazione con le realtà carcerarie, denominata “La cultura rompe le sbarre”, che sostiene l’attività teatrale realizzata negli istituti penitenziari. Tra le varie iniziative anche l’incontro in carcere del cast della fiction Mare fuori con i detenuti della “Compagnia teatrale Sine Nomine”, presso la Casa circondariale di Spoleto-Maiano.

Tante le occasioni, quindi, nelle tre settimane del festival, per acquisire consapevolezza del mondo che cambia attraverso il messaggio che le Arti, in tutte le loro forme, ci forniscono, dando un contributo importante per sviluppare un’approfondita e articolata riflessione sui principi e modelli di sviluppo della nostra società.