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Il cervello continua a manifestare attività dopo la morte: un approfondimento scientifico

Il cervello continua a manifestare attività dopo la morte: un approfondimento scientifico

Recenti studi condotti presso la University of Michigan Medical School hanno rivelato che il cervello umano continua a mostrare segni di attività anche nei momenti immediatamente successivi alla morte. Questa scoperta potrebbe aprire nuove prospettive nella comprensione dei fenomeni legati alla pre-morte e delle esperienze riportate da coloro che si sono ripresi da uno stato comatoso.

Il neuroscienziato Jimo Borjigin, che ha guidato la ricerca, ha dichiarato che, nonostante la vasta conoscenza scientifica sulla morte sia ancora limitata, il loro studio rappresenta il primo lavoro a documentare in dettaglio, secondo per secondo, il processo di morte del cervello. Pubblicato sulla rivista Pnas, lo studio offre un’analisi pionieristica sulla dinamica cerebrale durante il trapasso.

I dettagli dello studio

Il team di ricerca ha monitorato quattro pazienti in fase terminale a causa di arresto cardiaco. Utilizzando l’elettroencefalogramma (EEG), gli scienziati hanno registrato l’attività cerebrale mentre i pazienti venivano staccati dai ventilatori. Ciò che ha destato particolare interesse è stato il rilevamento di onde gamma, tra le più veloci onde cerebrali, in due dei pazienti. Questa attività si è manifestata da circa 30 secondi prima a due minuti dopo la disconnessione dai dispositivi di supporto vitale.

Onde gamma e coscienza post-mortem

Le onde gamma rilevate si sono concentrate principalmente nella giunzione temporoparietale, situata dietro l’orecchio. Questa area è nota per essere attivata durante sogni o esperienze “fuori dal corpo”. Secondo gli esperti, ciò potrebbe indicare che i pazienti abbiano sperimentato una forma di coscienza simile a uno stato lucido, anche dopo aver cessato di respirare.

Riconsiderare il ruolo del cervello nell’arresto cardiaco

Il dottor Borjigin ha sottolineato l’importanza di esplorare ulteriormente i meccanismi e il significato fisiologico di tali risultati. Inoltre, ha indicato la necessità di rivalutare il ruolo del cervello durante l’arresto cardiaco, suggerendo che l’attività cerebrale persistente potrebbe avere un impatto significativo sulle esperienze di pre-morte.

Confronto con studi precedenti

Questo studio si aggiunge a ricerche precedenti condotte dallo stesso team, che nel 2013 aveva esaminato l’attività cerebrale di topi sottoposti aeutanasia tramite arresto cardiaco“. Anche in quel caso, si era registrata un’ondata di onde gamma dopo l’arresto cardiaco. Nel 2022, un gruppo separato di ricercatori aveva documentato un fenomeno simile in un uomo di 87 anni.

Considerazioni etiche e futuri sviluppi

Gli scienziati sottolineano che, nonostante i risultati promettenti, è impossibile determinare con certezza cosa abbiano vissuto i pazienti durante l’attività cerebrale post-morte. Tale incertezza solleva importanti questioni etiche e pone le basi per ulteriori indagini al fine di comprendere appieno l’interazione tra attività cerebrale residua e l’esperienza individuale di morte imminente.

In definitiva, la ricerca della University of Michigan Medical School fornisce uno sguardo approfondito sulla persistenza dell’attività cerebrale dopo la morte e apre la strada a ulteriori esplorazioni scientifiche su questo misterioso fenomeno.

Inoltre, va notato che il tema delle esperienze pre-morte ha suscitato grande interesse nel pubblico, con numerosi libri che esplorano questo misterioso ambito, sebbene spesso con un taglio più spirituale. Questi testi offrono una prospettiva complementare, contribuendo a un dibattito più ampio sull’esperienza umana di fronte alla morte imminente.

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