L’ictus rappresenta la terza causa di morte in Italia, dopo le malattie cardiovascolari e le patologie tumorali.
Le tipologie di ictus sono 2: l’ictus ischemico e l’ictus emorragico.
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Ictus ischemico ed emorragico
L’ictus ischemico è il più frequente e si verifica in seguito alla comparsa di un trombo, un coagulo di sangue, all’interno di un’arteria che irrora il cervello. Questo coagulo restringe il diametro del vaso sanguigno, interrompendo o limitando la circolazione del sangue nella zona interessata e causando ischemia delle cellule nervose, che smettono di funzionare.
L’ictus emorragico, invece, è un evento più raro ma più grave e può essere fatale. Si verifica quando un vaso sanguigno si rompe, causando la fuoriuscita di sangue che invade le aree cerebrali circostanti. I sintomi includono difficoltà nel parlare e comprendere le parole altrui, visione doppia o offuscata, impossibilità di muovere una metà del corpo, improvviso intorpidimento o debolezza a livello del viso, del braccio o della gamba di una metà del corpo, senso di confusione improvvisa, difficoltà visiva improvvisa da un occhio, difficoltà nella deambulazione associata a vertigini e coordinazione compromessa, forte mal di testa improvviso senza causa apparente, nausea e vomito.
Fattori di rischio e prevenzione
Sebbene l’ictus colpisca più comunemente le persone di età superiore ai 65 anni, un caso su centomila riguarda pazienti con meno di 45 anni. Fattori di rischio come sovrappeso, obesità, cattiva alimentazione e il vizio del fumo stanno diventando sempre più comuni anche tra i giovani, aumentando così il rischio di ictus. Pertanto, lo stile di vita svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’ictus, ed è importante adottare fin da bambini un’alimentazione sana, povera di sale e grassi animali, ma ricca di frutta, verdura e proteine vegetali. È anche fondamentale evitare il fumo e mantenere un’attività fisica costante per favorire la circolazione e contrastare il sovrappeso.
Trattamento dell’ictus
Nel caso di un ictus ischemico, è possibile utilizzare farmaci trombolitici o fibrinolitici per sciogliere il coagulo di sangue che causa l’ostruzione dell’arteria e ripristinare il flusso sanguigno normale. È importante riconoscere i sintomi tempestivamente, poiché la cura deve essere immediata. I farmaci devono essere somministrati entro 4 ore e mezza dalla comparsa dei sintomi. In alcuni casi, può essere eseguita una trombectomia meccanica, che consiste nell’aspirazione o rimozione del coagulo di sangue dall’arteria utilizzando piccoli strumenti. Nel caso di un ictus emorragico, è necessario controllare la pressione sanguigna con terapia farmacologica e, nei casi più gravi, può essere richiesto un intervento chirurgico.
Il recupero completo dipende da diversi fattori, tra cui l’estensione e la localizzazione dell’area colpita, l’entità del danno, l’età e le condizioni di salute del paziente. È fondamentale che il paziente segua con costanza e impegno il percorso di riabilitazione, anche se non tutti riescono a tornare alle condizioni precedenti all’ictus. La riabilitazione inizia in ospedale con il supporto di specialisti come fisiatri, fisioterapisti e logopedisti, e prosegue a casa, dove il paziente esegue gli esercizi prescritti per favorire il recupero.
In conclusione, l’ictus è una grave condizione che richiede un intervento tempestivo. Conoscerne i segnali di avvertimento e adottare uno stile di vita sano può contribuire a ridurre i rischi. In caso di sintomi sospetti, è fondamentale cercare immediatamente assistenza medica. La prevenzione e la cura tempestiva sono fondamentali per limitare le conseguenze dell’ictus e favorire il recupero del paziente.