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Gratifica e ricompensa: la società del “tutto e subito”

Gratifica e ricompensa: la società del “tutto e subito”

Per capire cosa intendiamo per “gratificazione” in termini neuroscientifici, mi vorrei collegare a quello che afferma lo psicologo americano Samuel McClure relativamente alle parti del nostro cervello che vengono coinvolte nella scelta che induce a preferire una ricompensa immediata (“ad alto contenuto gratificante”) piuttosto che una ricompensa differita. Innanzitutto, vediamo la differenza tra le due.

Ricompensa immediata

Con questa espressione, si intende parlare di un rilascio di dopamina immediato, appunto, di un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione positiva dell’umore e, quindi, del piacere. Tanto maggiore è il rilascio della dopamina nel circuito della ricompensa tanto l’esperienza verrà a creare una dipendenza vorticosa e pericolosa, perché crea piacere veloce ed istantaneo.

Oggigiorno, la varietà e la potenza degli stimoli altamente gratificanti è sconcertante. Ad esempio, lo smartphone somministra “dopamina digitale” sette giorni su sette ad ogni ora del giorno e della notte, rendendo tutti capaci di essere sempre connessi. Scegliendo questo tipo di attività compulsiva si rischia, però, di rendere inattiva, vulnerabile o addirittura poco sviluppata la nostra corteccia prefrontale, ovvero la nostra parte del cervello coinvolta nella pianificazione e nel pensiero astratto, ad esempio.


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Ricompensa differita

La seconda definizione di ricompensa o gratificazione è quella differita, strettamente legata proprio alla nostra corteccia prefrontale. Nella ricompensa differita, infatti, il nostro cervello non riceve un repentino rilascio della dopamina e questo permette, appunto, che la corteccia venga resa attiva e stimolata: tra le attività che rendono ciò possibile, le due principali sono la lettura e scrittura.

La lettura, come suddetto, implica un lavoro di lentezza e la scrittura di finezza manuale, tutti esercizi che permettono e aiutano la piena attuazione delle nostre funzioni cognitive superiori/primarie e specializzate, quindi quelle funzioni cognitive fondamentali per il nostro cervello (cfr. testo “Il cervello che impara” Alberto Oliverio, Professore di psicobiologia Università La Sapienza, Roma), quali:

  • concentrazione;
  • comprensione;
  • ragionamento;
  • giudizio critico;
  • attenzione;
  • valutazione del rischio;
  • prudenza;
  • autocontrollo.

Quanto appena elencato non è altro che la meravigliosa attività esecutiva di una corteccia prefrontale ben stimolata e sviluppata, da tutto ciò derivano altrettante capacità che, in un ambito come quello scolastico, sono alla base del percorso culturale di qualsiasi bambino/ragazzo e cioè: COSTANZA- DISCIPLINA- TENACIA.

L’era della “dopamina digitale”

Lo smartphone è un tipo di dispositivo, che somministra “dopamina digitale”, non più solo agli adulti ma sempre più anche ai bambini. Questo strumento, tuttavia, se consegnato precocemente inficia il sano sviluppo cerebrale, creando un muro tra i più piccoli e lo sviluppo di alcune importanti capacità che presiedono la loro maturazione cerebrale.

L’intralcio -se così possiamo definirlo- deriva dal fatto che la corteccia pre-frontale del bambino, a differenza di quella adulta matura, non è ancora formata, e di conseguenza non si avrà come negli adulti solo una involuzione allo stato elementare, ma addirittura un rischio di un totale blocco dello sviluppo cognitivo.

È importante, perciò, insegnare a posticipare la gratificazione e promuovere la ricompensa differita rispetto alla ricompensa immediata, allenarla e far comprendere, cominciando dai più piccoli, che la realtà non è fatta di successi immediati, bensì che bisogna lavorare ed essere costanti, riaggiustando il tiro poco per volta e piantando ogni giorno un piccolo seme per vedere poi i risultati nel tempo. La forza di volontà non è innata, bensì come nel caso di altre abilità, richiede un lavoro personale. Essere in grado di aspettare e di non cedere alla tentazione della ricompensa immediata, molto spesso ci dà la possibilità di ottenere migliori risultati, di vedere cosa stiamo sbagliando e come potremmo porvi rimedio.