I fringe benefit rappresentano una forma di retribuzione non monetaria erogata dalle aziende ai propri dipendenti del settore privato. Questi benefici, noti anche come “compensi in natura” o “benefit aziendali”, vengono forniti oltre allo stipendio base e possono assumere la forma di beni o servizi. Il loro obiettivo è migliorare la qualità della vita, il benessere e la soddisfazione dei lavoratori.
Novità 2024
La principale novità riguarda la soglia di esenzione fiscale per i fringe benefit, che è stata fissata a 2.000 euro per i dipendenti con figli (in calo rispetto ai 3.000 euro dell’anno precedente) e a 1.000 euro per i dipendenti senza figli. Questi cambiamenti sono stati introdotti con la Legge di Bilancio 2024.
Chi può usufruire dei fringe benefit
Tutti i lavoratori dipendenti del settore privato possono usufruire di questi benefici, inclusi quelli con contratti a tempo determinato, indeterminato o apprendistato. Questa categoria comprende operai, impiegati, quadri, dirigenti, collaboratori CO.CO.CO, amministratori, lavoratori autonomi occasionali e altri percettori di reddito da lavoro assimilato.
Gli statali sono esclusi , e non esistono limiti reddituali o soglie ISEE per accedere a tali benefici.
Datori di lavoro che possono erogarli
I fringe benefit possono essere erogati da tutti i datori di lavoro privati, compresi lavoratori autonomi, studi professionali, enti pubblici economici e soggetti che non svolgono un’attività commerciale. Non ci sono distinzioni di settore, e la decisione di riconoscerli o meno dipende dalle politiche aziendali.
Limiti di imponibilità e soglie fiscali
Secondo l’articolo 51, comma 3 del TUIR, la soglia di non imponibilità dei fringe benefit è stata fissata a 258,23 euro annui. Questo significa che entro questa soglia questi benefici non sono tassabili né soggetti a contribuzione. Nel 2024, la soglia è stata abbassata a 2.000 euro per i lavoratori con figli e a 1.000 euro per quelli senza.
Cosa rientra nei fringe benefit
I fringe benefit possono assumere forme varie, tra cui l’uso di auto aziendali, telefoni cellulari, tablet, PC, abitazioni in locazione, polizze assicurative, e altri servizi che migliorano la qualità della vita dei dipendenti. Anche le somme erogate o rimborsate per utenze domestiche, affitto e interessi sul mutuo della prima casa rientrano nell’elenco.
Cosa non rientra
Esistono alcune prestazioni, beni e servizi che non rientrano nei fringe benefit, come il rimborso delle rette scolastiche, dei libri e testi scolastici, viaggi ricreativi o culturali, e la medicina preventiva e diagnostica.
Calcolo e richiesta
Il fringe benefit viene calcolato considerando il costo unitario del bene o servizio offerto al dipendente, diviso per 12 per ottenere l’importo mensile. Per poterli richiedere, il lavoratore deve fare richiesta al datore di lavoro, indicando eventualmente il codice fiscale dei figli a carico per dimostrare il diritto a determinati benefici.
Contributi
L’INPS ha stabilito un regime contributivo per i fringe benefit, considerando tali benefici nel calcolo della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Superate le soglie di esenzione, il datore di lavoro deve versare i contributi previdenziali sull’intero importo dei fringe benefit erogati.
In sintesi, i fringe benefit costituiscono un importante strumento per migliorare il benessere dei dipendenti, e le novità introdotte nel 2024 influenzano le soglie fiscali e le modalità di erogazione di tali benefici.
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