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Fotoritocco e dismorfismo corporeo: l’ossessione verso la perfezione della propria immagine

Fotoritocco e dismorfismo corporeo: l’ossessione verso la perfezione della propria immagine

La magia del fotoritocco

Conosciamo tutti gli strumenti per modificare e migliorare le foto che scattiamo; grazie alla tecnologia oggi possiamo migliorare la luce di un paesaggio, potenziare i colori aumentando la saturazione e la tonalità, ma anche rendere più liscia la pelle del viso e più bianco un sorriso.

Il nuovo software basato su I.A. (intelligenza artificiale) è “Drag GAN”, lo strumento di editing che consiste nel modificare tramite trascinamento (“drag”) paesaggi, posizioni di oggetti/animali/persone nello spazio, ma anche parti del corpo o dimensione dei vestiti indossati.

Lo strumento è semplice, facile da usare e alla portata di tutti: basta creare un handle point (rosso) e un target point (blù) da trascinare poi con il cursore. Attraverso questo semplice gesto che tutti abbiamo imparato a fare usando il computer possiamo allungare un vestito, aprire con un sorriso una bocca chiusa, o anche aprire gli occhi ad una persona che li aveva chiusi a causa del sole, aumentare l’altezza di una montagna, modificare la posizione di un corpo facendo in modo che sia rivolto a destra invece che a sinistra, a seconda delle esigenze armoniche spaziali che preferiamo.

Fotoritocco e ricerca della perfezione

Sicuramente ammirare una bella foto ci porta ad un gran senso di benessere e soddisfazione per il fatto di vedere qualcosa di apparentemente “perfetto”, come volevamo che venisse, senza difetti e quasi “magico”.

Quando rivediamo una foto meravigliosamente perfetta il nostro senso di appagamento ci suggerisce che siamo belli e vincenti e che quell’evento immortalato nel contesto è stato stupendo.

Il “mondo alternativo” rappresentato ci piace quasi di più di quello reale perché in qualche modo abbiamo influito sul suo aspetto e l’abbiamo modificato secondo i nostri desideri. Così, se in una foto il paesaggio era scuro e la nostra espressione facciale sembrava infelice, magicamente attraverso la tecnologia possiamo far sorgere il sole e illuminare il nostro viso.

Fotoritocco e dismorfismo corporeo

Il problema nasce quando alla volontà di ricordare un evento tramite una fotografia si sostituisce la ricerca di apparire in modo impeccabile e perfetto, attuando un continuo confronto tra le immagini proposte sul web che ci mostrano corpi e visi stupendi e le nostre, così veritiere ed umane.

Il “Disturbo di Dismorfismo corporeo” esordisce verso la preadolescenza e può essere favorito nell’era moderna proprio da questo meccanismo di sovraesposizione alla perfezione che viene mostrata sul web.

Si parla di “Dismorfismo corporeo” quando in una persona compare un’eccessiva preoccupazione per uno o più difetti/imperfezioni percepiti nel proprio aspetto fisico, che agli altri invece appaiono come lievi o poco evidenti (cfr. AMERICAN PSYCHIATRIC ASSOCIATION MANUALE DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI (DSM-5) RAFFAELLO CORTINA EDITORE).

La persona continua a guardarsi allo specchio, a curare eccessivamente l’aspetto fisico e paragonarsi agli altri, ritenendo che il suo difetto sia terribile e che gli causerà l’allontanamento dalla società.


Per approfondire: 

SEMINARIO GRATUITO ONLINE: PERCEZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA – Come cambia a causa dei social network


Effetti del dismorfismo corporeo

La preoccupazione provoca nel soggetto un disagio clinicamente significativo e compromette la sua sfera sociale, lavorativa, familiare.

Il disturbo può colpire in egual misura entrambi i generi. Nelle donne prevale la ricerca di un corpo snello da modellare con diete drastiche, arrivando a sviluppare Disturbi del comportamento alimentare (Anoressia, Bulimia, Ortoressia…).

Negli uomini invece spesso il disturbo compare sotto forma di preoccupazione eccessiva per la propria massa muscolare, vista come scarsa ed esile. In questo caso si parla di vera e propria “Dismorfia muscolare” e spesso l’individuo ricorrerà ad un intenso esercizio fisico o addirittura ad assumere steroidi anabolizzanti pur di raggiungere un fisico scolpito, forte, possente come quelli proposti dalle immagini che vede sul web.

Dismorfismo corporeo come ostacolo nella vita

Le preoccupazioni verso i propri difetti fisici che ostacolano al raggiungimento della perfezione corporea possono assumere forma lieve (“non sono molto attraente”), media (“sono brutto/a”), oppure grave, sotto forma di veri e propri deliri (“sono orrendo/a, nessuno mi vorrà mai vicino…”).

In alcuni casi si arriva addirittura a chiudersi dentro casa per paura del rifiuto della società alla vista del proprio corpo e questo alimenta altri pensieri disfunzionali sulla propria immagine corporea e relativi stati d’animo.

Il bersaglio delle preoccupazioni può essere ogni parte del corpo, dalla pelle (rughe, brufoli) ai capelli (troppo radi) alle gambe, braccia, addome, glutei, genitali…

Le preoccupazioni sono intrusive e spesso distolgono l’attenzione dal compito (studio, lavoro, faccende domestiche…) o anche da un’attività di svago (vedere un film, passeggiare…) e la dirigono verso il controllo del proprio corpo.


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La dannosa ricerca della perfezione del corpo e del gesto atletico


Tra gli effetti negativi consequenziali troviamo:

  • Perdita di tempo in rituali e controlli
  • Impellenza e difficoltà a resistervi
  • Ricerca continua di rassicurazioni negli altri
  • Camuffarsi attraverso l’uso eccessivo di trucco
  • Cambiare spesso vestito per trovarne uno adatto al corpo
  • Uso di steroidi
  • Ansia sociale
  • Evitamento delle situazioni sociali
  • Umore depresso
  • Perfezionismo
  • Bassa autostima

Fotoritocco, dismorfismo corporeo e accettazione di sé

Un altro rischio del ricorrere costantemente al fotoritocco di una fotografia amatoriale può essere anche un fenomeno di “dissociazione della propria immagine”, portando una persona a preferire la falsa ma perfetta rappresentazione di sé, a scapito di quella veritiera, autentica, umana, ma con qualche difetto.

In una prospettiva di accettazione di sé, lo scopo della T.C.C. (terapia cognitivo-comportamentale) è principalmente correggere le distorsioni cognitive che portano il paziente a lasciarsi influenzare dalle proprie credenze erronee, riguardo gli effetti negativi e catastrofici che un suo eventuale difetto fisico possa avere sul rapporto con gli altri.

L’ottica sana suggerisce di guardare sé stessi in modo benevolo e globale, senza soffermarsi troppo sui dettagli: in fondo un bel quadro è la risultante di tante piccole pennellate.