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Denti del giudizio: quando è necessaria l’estrazione?

Denti del giudizio: quando è necessaria l’estrazione?

Dolore intenso o difficoltà ad aprire la bocca, sono i sintomi più frequenti legati alla comparsa dei denti del giudizio, così chiamati perché spuntano quasi mai prima dei 18 anni.

I denti del giudizio, noti anche come terzi molari, possono causare dolore intenso e difficoltà nell’aprire la bocca. Di solito, spuntano dopo i 18 anni e rappresentano un’evoluzione filogenetica che ha perso la sua funzione nell’uomo moderno. A causa delle dimensioni ridotte delle nostre mascelle rispetto ai nostri antenati, spesso i denti del giudizio non hanno abbastanza spazio per erompere correttamente, rimanendo inclusi o semi-inclusi nell’osso mascellare o mandibolare, causando vari problemi.

I sintomi più comuni derivanti da questa condizione sono il dolore e l’infezione dei tessuti circostanti. Il dolore può essere molto intenso e localizzarsi sia nei denti adiacenti che nell’area della mandibola e della mascella. Questo può essere causato da un’infiammazione chiamata peri-coronarite, che si verifica tra la corona del dente del giudizio e il tessuto gengivale che lo circonda.

Per approfondimenti:

Quanti sono i denti del giudizio? Sono quattro, uno per quadrante, situati agli ultimi ‘posti’ delle arcate dentali. Il nome deriva dal latino dens sapientiae, denti del senno, perché di solito compaiono dopo i 18 anni. Rivestono un preciso significato nell’evoluzione delle specie, rappresentando un’eredità filogenetica. Poiché infatti le mascelle dell’uomo moderno sono più piccole rispetto a quelle dei nostri antenati, molto spesso i denti del giudizio non hanno spazio per erompere nelle arcate dentarie, rimanendo inclusi o semi inclusi nell’osso mascellare o mandibolare, causando diversi problemi. Il dolore conseguente alla comparsa talvolta è lancinante I disturbi più frequenti si manifestano proprio quando, non trovando spazio nell’arcata, i denti del giudizio restano inclusi nell’osso. Può quindi comparire una nevralgia molto intensa in prossimità dei denti adiacenti e nell’area della mandibola e della mascella, causato da una peri-coronarite, cioè un’infezione localizzata tra la corona del dente e il tessuto gengivale che lo ricopre.

Gli interventi vanno valutati dall’odontoiatra caso per caso. L’estrazione, necessaria talvolta anche in assenza di sintomi, avviene dietro indicazioni abbastanza precise che lo specialista è tenuto a osservare. L’American Association of Oral and Maxillofacial Surgeons ha definito specifiche linee guida. L’estrazione annulla il rischio di future patologie che supera il 70% anche in pazienti che non manifestano sintomi. Un tempo rimuovere i denti del giudizio era fortemente consigliato.

La germectomia, cioè l’estrazione eseguita quando la radice non è ancora formata, può essere valutata insieme all’odontoiatra per i bambini tra i 10 e i 16 anni d’età, anche in vista di necessità legate all’applicazione dell’apparecchio per raddrizzare i denti. Il vantaggio è che si tratta di interventi con un basso rischio di complicanze.

L’avulsione dei denti del giudizio inclusi richiede l’apertura di un lembo gengivale, la rimozione di una certa quantità di tessuto osseo per esporre parte della corona, la sezione del dente in più parti e la successiva rimozione e revisione della cavità, è un intervento chirurgico che richiede sempre la sutura e può avere diversi gradi di complessità. L’estrazione dei denti del giudizio è un intervento da non sottostimare.

Ogni procedura chirurgica presenta dei rischi. Nel caso dei denti dei giudizio inferiori le cautele del chirurgo devono essere molte, soprattutto in relazione alla contiguità tra il dente e il nervo alveolare, che insieme a quello linguale rappresenta le principali strutture nervose da salvaguardare. Fortunatamente oggi possiamo contare su tecnologie diagnostiche tridimensionali come la tomografia computerizzata e i software di pianificazione chirurgica, che consentono di individuare la posizione del dente incluso e i rapporti con le strutture vicine, consentendo allo specialista di valutare la migliore strategia d’intervento. Anche la chirurgia piezoelettrica, che utilizza ultrasuoni per le osteotomie, contribuisce significativamente alla riduzione dei rischi.

Se ci sono indicazioni per l’estrazione, si tende a preferire la rimozione dell’intero dente che può essere più o meno complessa in base alla posizione ma, soprattutto, in base ai rapporti che contrae con le strutture nervose. Se i rapporti con il nervo alveolare fossero critici al punto da rendere rischiosa l’estrazione si può valutare, in alternativa, una coronectomia, cioè la rimozione parziale del dente, estraendo solo la corona e lasciando la radice a contatto con il nervo. In casi particolari è possibile allontanare il dente dalle strutture nervose utilizzando l’estrusione ortodontica: una leva agganciata a un apparecchio ortodontico, ovvero il dispositivo utilizzato per raddrizzare i denti, viene attivata per per allontanare il dente del giudizio dal nervo alveolare. Più recentemente vengono utilizzate mini viti ortodontiche fissate all’osso per ancorare la leva che traziona il dente, senza quindi la necessità di applicare un apparecchio fisso. Una soluzione molto apprezzata dai pazienti adulti e da chi non necessita di trattamenti ortodontici.

I fastidi generalmente si risolvono in pochi giorni. Sono consigliati il riposo, l’applicazione di ghiaccio sulla guancia e una dieta che preveda l’assunzione di alimenti morbidi. Una terapia antibiotica e antiflogistica può essere indicata e gli antibiotici vanno assunti anche prima dell’intervento dai pazienti affetti da patologie cardiache.

Dopo l’estrazione, i fastidi generalmente diminuiscono nel giro di pochi giorni.

In conclusione, l’estrazione dei denti del giudizio richiede un’attenta valutazione da parte di un odontoiatra. Grazie ai recenti progressi nella diagnostica e nella pianificazione chirurgica, è possibile ridurre i rischi associati a questo intervento e garantire una procedura efficace e sicura per il paziente.