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Approvato il Decreto Lavoro 2023

Approvato il Decreto Lavoro 2023

Il Decreto Lavoro 2023, approvato dal Consiglio dei Ministri il 1° maggio, presenta diverse novità che riguardano sia le aziende che i lavoratori.

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Decreto Lavoro 2023: quali sono le novità

Questo decreto introduce una serie di misure volte a:

  • incentivare le assunzioni;
  • offrire vantaggi per chi ha figli;
  • ridurre il cuneo fiscale;
  • fornire maggiore flessibilità nei contratti a termine.
  • stabilire regole per ottenere l’Assegno di inclusione, che sostituisce il Reddito di Cittadinanza.

Decreto Lavoro 2023: per i giovani e le aziende

Per favorire l’occupazione dei giovani sotto i 30 anni, il decreto prevede sgravi fiscali del 60% della retribuzione per coloro che assumono giovani inseriti in programmi formativi e registrati al programma nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”. Sono anche previsti incentivi per i datori di lavoro privati che assumono persone che ricevono l’assegno di inclusione. Questi datori di lavoro potranno beneficiare di esenzioni contributive del 100% per dodici mesi, fino a un limite di 8.000 euro all’anno per i contratti a tempo indeterminato o di apprendistato (il limite scende al 50% per i contratti a tempo determinato o stagionali).

Il decreto introduce anche maggiore flessibilità per i contratti a termine. Vengono definite nuove causali che legittimano l’utilizzo di questi contratti, con una durata massima di 24 mesi. Le causali possono essere definite tramite intese tra aziende e sindacati e possono riguardare “specifiche esigenze” aziendali, “esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva” o la sostituzione di altri lavoratori. Se un contratto a termine viene prolungato oltre i 12 mesi senza una di queste causali, si converte automaticamente in un contratto a tempo indeterminato.

La soglia per le prestazioni di lavoro occasionale è stata aumentata da 10.000 a 15.000 euro. I lavoratori dei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e dei parchi di divertimento e le imprese con fino a 25 lavoratori a tempo indeterminato possono beneficiare di questa misura. Sono state apportate anche alcune modifiche ai contratti di apprendistato professionalizzante.

Decreto Lavoro 2023: per le famiglie e i pensionati

Per quanto riguarda i benefici per le famiglie con figli, il limite dei “fringe benefit” (prestazioni non tassabili) per i lavoratori dipendenti con figli a carico è stato innalzato a circa 3.000 euro per il 2023.

Il decreto prevede anche un taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi. L’intervento sul cuneo fiscale comporta un aumento dello sgravio dal 3% al 7% per i redditi fino a 25.000 euro lordi e dal 2% al 6% per quelli fino a 35.000 euro. Questo si traduce approssimativamente in un aumento di circa 96-98 euro in busta paga. La misura avrà effetto a partire da luglio e fino alla fine del 2023.

Il decreto introduce anche il contratto di espansione, che consente ai lavoratori di aziende coinvolte in processi di reindustrializzazione e ristrutturazione di accedere a uno “scivolo” pensionistico di 5 anni, ricevendo un “assegno-ponte” corrispondente alla pensione accumulata fino a quel momento. Inoltre, sono previsti finanziamenti aggiuntivi per il Fondo nuove competenze, che si occupa della formazione regolata da intese azienda-sindacati.

Per garantire maggiore sicurezza sul lavoro, il decreto impone ai datori di lavoro di nominare un medico competente se richiesto dalla valutazione dei rischi. È prevista anche formazione specifica per coloro che utilizzano attrezzature di lavoro e sanzioni in caso di inosservanza. Inoltre, è stato istituito un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni durante le attività formative.

Decreto Lavoro 2023: dal Rdc all’assegno di inclusione

Infine, l’assegno di inclusione sostituirà il Reddito di Cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2024. L’assegno di inclusione è un sussidio economico destinato ai nuclei familiari con almeno un componente minorenne, disabile o con più di 60 anni, che hanno un valore ISEE inferiore a 9.360 euro annui e un reddito familiare inferiore a 6.000 euro. Le persone occupabili tra i 18 e i 59 anni, che non rientrano nelle categorie fragili, avranno accesso a percorsi di accompagnamento al lavoro a partire dal 1° settembre 2023.