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Spostare l’inizio della vecchiaia a 75 anni: la proposta della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria

Spostare l’inizio della vecchiaia a 75 anni: la proposta della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria

La questione dell’inizio ufficiale della vecchiaia è un tema che interessa non solo il mondo accademico, ma anche la società nel suo complesso. La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) ha proposto di spostare formalmente a 75 anni l’inizio della vecchiaia “ufficiale” per adeguarsi alla realtà attuale.

Questa proposta si basa sull’osservazione che, nei Paesi ad alto reddito, le persone di età compresa tra i 65 e i 74 anni sono generalmente in buona salute e continuano a beneficiare, come nelle età più giovani, di livelli soddisfacenti di inclusione sociale e disponibilità di risorse. Tuttavia, le persone di età superiore ai 75 anni iniziano spesso a mostrare segni di decadimento fisico o mentale e rischiano di diventare dipendenti dagli altri. È quindi importante prestare attenzione alla salute degli anziani e adottare una serie di misure preventive, come la promozione di uno stile di vita sano, l’esercizio fisico regolare, la stimolazione cognitiva e la prevenzione delle cadute, al fine di prevenire o ritardare il decadimento cognitivo e migliorare la qualità della vita delle persone anziane.

L’aumento dell’aspettativa di vita e il progresso nella medicina e nella salute hanno portato a un’espansione della terza età e ad una nuova consapevolezza del valore sociale degli anziani. Tuttavia, è necessario prendere in considerazione le nuove sfide che questa realtà comporta, tra cui la solitudine, la fragilità, la dipendenza e l’isolamento sociale.

Per approfondire: Chi è e cosa fa l’Operatore di Stimolazione Cognitiva della persona con Demenza?

In Italia

L’Italia, in particolare, affronta una situazione preoccupante. Secondo l’Istat, circa il 30% delle persone con più di 75 anni di età dichiara di non avere nessuna persona a cui riferirsi in caso di bisogno, e solo l’11% degli anziani intervistati dichiara di ritenere di poter contare, in caso di bisogno, sul sostegno di un vicino di casa. Questo è un problema importante, considerando che l’Italia è tra le nazioni a sbilanciamento demografico più marcato, con una quota di ultrasessantacinquenni che già sfiora il 25% della popolazione totale. Secondo le stime dell’Ocse, l’Italia diventerà entro il 2050 il terzo paese più anziano del pianeta, dopo Giappone e Spagna.

La solitudine: un epidemia silenziosa

Il problema della solitudine tra gli anziani è un’epidemia silenziosa che dilaga nelle società avanzate e che, se non affrontato, può portare al decadimento cognitivo e alla perdita di autonomia. Studi condotti in varie parti del mondo, ma soprattutto negli USA e nel Regno Unito, hanno dimostrato che fino al 50% della popolazione potrebbe soffrire di solitudine. Anche in paesi come la Norvegia, la Danimarca e la Finlandia, la gravità del problema solitudine è stata segnalata da tempo.

L’OMS: favorire l’invecchiamento attivo

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha elaborato una serie di raccomandazioni per favorire l’invecchiamento attivo e promuovere la partecipazione sociale degli anziani.

Tra le principali azioni consigliate dall’OMS vi è la creazione di comunità e spazi di socializzazione dedicati agli anziani, che possano fungere da luogo di incontro e di scambio di esperienze e conoscenze. Questi spazi dovrebbero essere accessibili, inclusivi e rispettare la diversità culturale e di genere.

Inoltre, è importante favorire la partecipazione degli anziani alla vita della comunità, ad esempio attraverso il volontariato o la partecipazione ad attività culturali, sportive o ricreative. Anche le tecnologie digitali possono offrire opportunità di inclusione sociale, attraverso l’accesso a servizi e informazioni online, la partecipazione a gruppi di discussione e la comunicazione con familiari e amici lontani.

Per approfondire: L’attività fisica e la sua azione fertilizzante dei processi cognitivi

Dunque, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sulla questione dell’invecchiamento e della solitudine degli anziani, al fine di favorire politiche e interventi a sostegno l’invecchiamento attivo e l’inclusione sociale degli anziani sono temi cruciali per la promozione della salute e del benessere degli anziani e per la prevenzione della solitudine e della dipendenza. L’adozione di politiche e azioni concrete in questo ambito può contribuire a garantire un futuro migliore per le persone anziane e per l’intera società.