Dai 18 mesi ai 2 anni circa, il bambino non è in grado di capire quali sono i comportamenti che possono dare fastidio agli altri, ha ancora bisogno di esplorare, ricercare i propri limiti, di acquisire sicurezza nei movimenti e di assimilare divieti. Intorno ai due anni, inizia a crescere gradualmente e nasce in lui il bisogno di dimostrare indipendenza. È bene, quindi, iniziare ad introdurre alcune regole, anche della buona educazione, attraverso il buon esempio.
Voglio ricordare che il bambino, a questa tenera età, impara prevalentemente con l’esempio e attraverso la coltivazione di piccole routine quotidiane che ogni giorno si ripetono. La ripetizione ha proprio lo scopo di dare la possibilità di introiettare regole e limiti in una fase di età in cui, solo attraverso il linguaggio verbale, il bambino non potrebbe capire. Si tratta di aiutarlo fin da piccolo a creare un riferimento interno, una voce che dica “questo si può e quest’altro no”, così che abbia la strada spianata, in futuro, verso un sano rispetto ed accettazione delle regole.
Come definire limiti efficaci
I limiti stabiliti in età precoce sono formativi e da adolescenti renderanno i ragazzi capaci a loro volta di fissare dei paletti e rispettarli.
Stabilire regole non è facile né piacevole ma necessario: il bambino che trova un argine alle sue intemperanze e capricci si sente più sicuro, oltre che protetto dalla sua stessa aggressività (cfr. Bambini irrequieti e genitori disperati. Che cosa fare quando i nostri figli sono nervosi e agitati di Laniado Nessia). Dagli adulti si aspetta protezione, guida e appoggio: se non sono in grado di darglieli, penserà di non essere così importante.
Per essere capiti e osservati dal bambino, i limiti posti devono avere le seguenti caratteristiche:
1. Coerenti: se abbiamo proibito di giocare con le macchine a tavola, non possiamo, il giorno dopo, cedere per farlo smettere di piangere.
2. Fermi: è importante comunicare con dolce fermezza le nostre richieste. Se insiste nel capriccio, con calma e senza violenza, impediamo fisicamente di agire; vuole mangiare per terra? Portiamogli via il piatto.
3. Basati su valori che noi stessi mettiamo in pratica: i valori che vogliamo trasmettere devono essere comunicati anche e soprattutto con l’esempio. Se siamo noi stessi davanti alla TV tutto il giorno, come potrà il bambino non fare lo stesso?
4. Rispettosi: se pensiamo che il bambino “è piccolo e non capisce” (errore comunissimo) e non gli parliamo coinvolgendolo in ciò che accade intorno, sarà disorientato dalle nostre richieste. Raccontiamogli invece tutto quello che succede, rendendolo partecipe. Troverà più facile rispettare i limiti perché non avrà sorprese.
5. Con un preavviso: avvisiamolo per tempo, noi stessi seguiamo più volentieri gli impegni previsti rispetto a quelli dell’ultimo istante per esempio… “Fra cinque minuti è pronto in tavola”. Questi miniprogrammi, pronunciati con dolcezza e con decisione, rassicurano molto. Tutto ciò diventa particolarmente necessario e prezioso quando si parla ad un bambino molto piccolo, per aiutarlo a comprendere la realtà.
L’importanza del buon esempio e della buona educazione sin dall’infanzia è approfondita nel seminario online I bambini imparano quello che vivono e nel corso online I bambini e le regole: Linee guida.
Come far rispettare le regole
Il segreto per imporre un no (cfr. I no che aiutano a crescere – Asha Phillips) consiste nell’essere profondamente convinti che il bambino debba porre in atto un determinato comportamento.
Convinzione è quindi la parola chiave, indispensabile affinché il bambino ci dia ascolto.
Ecco perché, prima di fare una richiesta, è importante sapere se riusciremo a farla rispettare. Se, fin dal principio, non siamo convinti della sua reale necessità e siamo disposti a lasciar correre, tanto vale non farla affatto per non uscirne “perdenti”. Il bambino ha una straordinaria sensibilità nel percepire ogni minimo tentennamento nel tono della nostra voce.
Il modo più efficace per far accettare una regola al bambino è quello di capovolgere il modo di affrontare il problema: basta trasformare i divieti in proposte positive, rafforziamo atteggiamenti corretti con lodi e premi, invece di minacciare, vietare e punire.
Anziché dire ciò che non deve fare, esponiamo quello che deve fare. Invece di: “Attento a non far cadere il bicchiere”, possiamo dire: “prendi il bicchiere con tutte e due mani, altrimenti si rovescia l’acqua”.
In tal modo lo aiuteremo a rendersi cosciente delle difficoltà che deve affrontare e a prepararsi al compito richiesto: conoscendo le nostre aspettative, sarà più incline a cooperare. Se il bambino percepisce che ci fidiamo di lui, agisce secondo le aspettative. In questo modo, la regola che per sua natura è impositiva, si trasforma in un messaggio d’amore e attenzione verso il bambino.