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5 Ottobre: Giornata mondiale degli Insegnanti

5 Ottobre: Giornata mondiale degli Insegnanti

Ciò che l’insegnante è, è più importante di ciò che insegna.“ (Karl Menninger)

Il docente non è un supereroe o una creatura sovrannaturale, è una persona. Non si nasce già “imparati” né tantomeno si arriva con semplicità alla scelta di voler insegnare: è un percorso intriso di esperienze significative e motivanti ed al contempo impegnative, difficili, conflittuali. Per questa ragione, il lavoro dell’insegnante è un percorso da intraprendere e portare avanti con spirito di fiducia, iniziativa, motivazione ma soprattutto consapevolezza.

Non parliamo di figure mitologiche, ma semplici individui che hanno un desiderio infinito di conoscenza, di apprendere e di trasmettere quanto di più bello e magico vi sia al mondo. Si può spaziare dalla storia alla geografia, alle grandi opere classiche letterarie ed artistiche, alle scienze e altri infiniti contenuti. Da non dimenticare inoltre le tecnologie, oggi parte integrante delle vite dei bambini e dei ragazzi che stanno crescendo ma anche degli adulti e del mondo lavorativo in generale.

Nascita della giornata mondiale degli Insegnanti

Nel 1993 l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha individuato nel 5 ottobre la Giornata Mondiale degli Insegnanti ed è stata scelta proprio quella data perché, nel 1966, si era tenuto un Congresso speciale organizzato congiuntamente tra UNESCO ed OIL (Labour International Organization) finalizzato alla sottoscrizione delle “Raccomandazioni sullo status di insegnante”.

Gli insegnanti vengono considerati come soggetti chiave e viene fatta quindi un’esortazione indirizzata ai Governi ed alle famiglie orientata a migliorare le condizioni di lavoro dei docenti: un’occasione per mostrare loro apprezzamento e riconoscenza per un’educazione di qualità, equa ed inclusiva.

Il ruolo dell’insegnante

Il ruolo dell’insegnante riveste un importante e delicato compito di formazione, educazione e guida delle nuove generazioni come preparazione per immergersi nel mondo odierno, in continuo e velocissimo cambiamento.

Questa figura, intrisa di professionalità ed umanità, dev’essere in grado di capire chi ha di fronte, orientarlo e sostenerlo con modalità sia autorevoli che empatiche. Deve favorire lo sviluppo intellettuale, sociale ed emozionale dei bambini e dei giovani ragazzi: anche nel contesto scolastico, infatti, le emozioni giocano un ruolo rilevante nell’apprendimento tanto quanto i costrutti di intelligenza e razionalità.

Grazie ad un ambiente di apprendimento emotivo vi sarà un contributo positivo in termini di interiorizzazione delle conoscenze e miglioramento dell’esperienza personale. Secondo Gardner “un individuo che si approccia in modo positivo con passione, interesse, curiosità ad un particolare percorso avrà una maggior riuscita con minore fatica”.


Il seminario gratuito online L’insegnante e la gestione della classe: Parola d’ordine “Empatia” approfondisce il delicato ruolo dell’insegnante nel promuovere un clima di classe positivo e motivante.


Le sfide della società odierna

Di contro a quanto di idilliaco appena menzionato, anche la cronaca riveste un ruolo essenziale nella quotidianità dell’insegnante, poiché attraverso piccole pillole significanti può portare all’interno del contesto classe il ragionamento su tutto ciò che accade al di fuori dell’ambiente scolastico.

Questa dinamica può trovare la sua concretizzazione nelle metodologie didattiche e strategie educative che prevedono lezioni interattive, circle-time, cooperative learning, peer-tutoring, flipped classroom.

Essenziale sarà cercare di rimanere sempre imparziali nelle dichiarazioni ma dare possibilità ad ogni singolo individuo di poter esprimere ciò che pensa, sempre nel pieno rispetto dell’altro. È importante sensibilizzare su argomenti attuali e tenersi aggiornati grazie a corsi di formazione su diverse tematiche, incrementando comunicazione e collaborazione anche con le famiglie (ove possibile), incentivando un apprendimento di tipo interattivo, intenzionale, dialogico e collaborativo. Questo avviene anche grazie all’insegnamento “capovolto”, dove l’insegnante funge da guida-moderatore e le strategie risolutive vengono proposte direttamente dai soggetti coinvolti.

L’auspicio è che tutti possano avere sempre accesso a percorsi di apprendimento in ottica di una didattica pienamente inclusiva ed avere opportunità di creare relazioni significative, crescita personale e professionale per un mondo senza etichette fatto di inclusione ed innovazione. Un mondo che si allontani definitivamente da realtà ancora segnate da pregiudizi, stereotipi ed atteggiamenti lontani dall’etica professionale ed umana che dovrebbe essere caratteristica innata dell’individuo.

L’importanza della motivazione

“L’insegnante crea tutte le altre professioni”. Dovremmo tutti trasmettere gratitudine a quelle persone che abbiamo incontrato ed hanno segnato il nostro cammino ed in qualche modo anche il nostro destino rendendo le nostre esperienze significative e motivanti.

“Un insegnante però che cerca di insegnare senza ispirare nell’alunno il desiderio di imparare sta martellando un ferro freddo”, sosteneva Horace Mann.

Difatti, non vi può essere apprendimento senza motivazione, la quale si può definire attraverso molteplici sfumature:

  • processo che avvia, guida e mantiene i comportamenti
  • lo stimolo-molla dell’azione volta in direzione del raggiungimento dell’obiettivo desiderato
  • tutto ciò che da scopo ad un comportamento
  • energia interna attivata e resa disponibile da regolazioni esterne.

A seconda del fine vero e proprio si può fare un’ulteriore distinzione in motivazione intrinseca e motivazione estrinseca: la prima spinge a mettere in atto comportamenti fini a sé stessi come l’approfondimento di un argomento per passione, mentre la seconda stimola ad agire al fine di ottenere qualcosa come succede nelle competizioni o nelle interrogazioni (lode, premio, ricompensa).

La motivazione però non riguarda solamente i bambini e ragazzi che ogni giorno si trovano sui banchi di scuola, è una componente essenziale anche del lavoro di insegnamento. I docenti, quotidianamente, promuovono e costruiscono con gli studenti i valori fondamentali, il dialogo, la tolleranza, il rispetto e la solidarietà, che sono le basi del vivere collettivo.

La figura dell’insegnante in Italia

Negli ultimi tempi, però, almeno per quanto riguarda la situazione italiana, l’insegnamento è diventato un lavoro usurante, frustrante e sempre più povero di soddisfazioni, tanto straordinario quanto difficile. E non si parla certamente dei contenuti didattici ma di sfide da affrontare quotidianamente, difficili condizioni di lavoro e situazioni di tensione che si vengono a creare all’interno del contesto lavorativo ed anche con le famiglie.

I valori che dovrebbero intercorrere invece tra i soggetti coinvolti trovano realizzazione nell’interdipendenza, solidarietà, inclusione sociale: concetti che non vanno mai dati per scontati, così come scuola ed istruzione, sfortunatamente ancora molto sottovalutati in svariate zone del mondo.

Al giorno d’oggi un approccio socio-professionale capace di attirare ed attivare l’attenzione del pubblico e stimolare la curiosità è quello di cui il mondo ha più bisogno per un apprendimento di tipo qualitativo che non abbia confini di nessun genere secondo l’approccio “Life Long Learning” per una piena e concreta realizzazione individuale e professionale.

“Un insegnante ti prende per mano, ti tocca la mente, ti apre il cuore”.