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Valutazione del rischio e prevenzione della violenza in ambito sanitario: approfondimento

Valutazione del rischio e prevenzione della violenza in ambito sanitario: approfondimento

Contestualizzazione dei dati e clima di sfiducia

In considerazione dei dati emersi riguardo agli episodi di minacce e aggressioni nei luoghi di lavoro nell’ambito sanitario, emerge un quadro preoccupante. Nel triennio 2019-2021, si sono registrati ben 4800 casi accertati di tali eventi, coinvolgendo principalmente operatori sanitari.

Una distribuzione del 37% di tali casi si concentra nell’ambito sanitario, mentre il 33% riguarda i servizi di assistenza sociale residenziale e il restante 30% è ascrivibile all’assistenza sociale non residenziale.

Recentemente, nel convegno “La sicurezza degli operatori in sanità. Educare alla prevenzione e alla gestione del conflitto e della violenza“, organizzato da FIASO e dall’Azienda Usl di Piacenza il 9 marzo 2023, si è discusso approfonditamente della tematica. In particolare, un intervento significativo si è concentrato sulla valutazione dei rischi e sulle misure preventive da adottare.

Analisi dell’intervento: valutazione del rischio e azioni di prevenzione

L’interventoValutazione del rischio di violenza nelle strutture sanitarie e territoriali“, a cura di Mara Bernardini, Dirigente dell’Area Tutela della Salute nei Luoghi di Lavoro presso l’Assessorato Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna, ha posto l’accento sull’epidemiologia del fenomeno, sull’analisi delle nuove connotazioni del rischio e sulle azioni preventive.

Si è evidenziato l’impatto della violenza sul luogo di lavoro non solo sull’operatore direttamente coinvolto, ma anche sull’intera equipe. Tale fenomeno genera un clima di sfiducia, ostilità e paura, minando le basi della collaborazione e della condivisione degli obiettivi, con conseguenti ripercussioni sulla qualità delle cure erogate. Si è sottolineato come i comportamenti violenti spesso seguano una progressione, partendo da espressioni verbali aggressive fino ad arrivare a gesti estremi come l’omicidio. La consapevolezza di tale progressione può consentire al personale di intervenire in modo tempestivo per interrompere il susseguirsi degli eventi.

Le statistiche indicano che circa l’85% delle aggressioni è perpetrato dagli stessi pazienti, di cui il 25% è affetto da disturbi psichici e circa il 6% è sotto l’influenza di droghe o alcool.

Prospettive future

La valutazione del rischio e l’implementazione di misure preventive efficaci si configurano quindi come elementi cruciali nella tutela della sicurezza degli operatori sanitari e nella promozione di un ambiente lavorativo sano e collaborativo.

 È fondamentale che le istituzioni sanitarie adottino strategie mirate per prevenire e gestire la violenza, promuovendo al contempo una cultura organizzativa basata sul rispetto e sulla gestione costruttiva dei conflitti. Solo attraverso un impegno congiunto delle istituzioni, del personale sanitario e della comunità è possibile contrastare efficacemente questo fenomeno e garantire la sicurezza e la salute di tutti gli attori coinvolti nell’ambito sanitario.

L’emergenza COVID-19 e l’urgenza delle leggi di tutela per gli operatori sanitari

Durante l’epidemia di COVID-19, l’incidenza della violenza nei confronti degli operatori sanitari si è purtroppo accentuata, evidenziando la necessità impellente di interventi legislativi mirati a tutelare coloro che quotidianamente mettono a rischio la propria salute per salvaguardare quella degli altri.

Lo Stato ha il dovere di intervenire con normative adeguate che garantiscano la sicurezza fisica e psicologica del personale sanitario, riconoscendo il loro ruolo cruciale nella gestione delle emergenze sanitarie e promuovendo un clima di rispetto e gratitudine verso di loro da parte della società nel suo complesso

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