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Reflessologia plantare: il riflesso della salute nei nostri piedi

Reflessologia plantare: il riflesso della salute nei nostri piedi

Fin dai tempi più antichi massaggiare i piedi era considerato un gesto di cura e auto-cura. La reflessologia viene citata negli antichi Veda e praticata, in antichità, anche dagli antichi egizi.

Ma è nel 1893 che Henry Head, neurologo, nota che alcune zone del corpo sviluppano eccessiva sensibilità alla pressione se l’organo collegato a tali aree è in sofferenza psico-emotiva.


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Cos’è la reflessologia plantare

Sara Gnutti, naturopata specializzata in reflessologia plantare, spiega la storia e le origini della reflessologia, non dimenticando gli aspetti più tecnici di questo prezioso metodo olistico.

La reflessologia plantare, infatti, è una tecnica valutativa e di riequilibrio che si sviluppa a patire dal ‘900, con ulteriori ricerche condotte proprio da William Fitzgerald: medico chirurgo specializzato in otorinolaringoiatria scopre che, praticando una certa pressione su alcuni punti riflessi del piede, si può ottenere un effetto anestetico sull’organo implicato.

Da questa scoperta, Fitzgerald, teorizzerà la terapia zonale, in cui il corpo viene diviso in aree da 10 assi longitudinali che creano 5 zone riflesse le quali si influenzano tra di loro.

Tuttavia, “la vera e propria madre della reflessologia” è Eunice Ingham: fisioterapista, che, dagli studi sulla terapia zonale, identificò precise corrispondenze tra il corpo e i piedi, ossia tra l’intero organismo e le varie zone riflesse.

La naturopata sottolinea altresì che, la parola “reflessologia”, deriva proprio dalla parola riflesso.

Un riflesso è la risposta che l’organismo dà involontariamente e talvolta anche inconsciamente a stimoli provenienti dall’ambiente che lo circonda, o dal suo interno stesso, basti pensare ai riflessi vagali.

Questo tipo di trattamento è una vero e proprio riequilibrio energetico ed olistico, in quanto agisce su tutti i piani di esistenza umani: fisico, mentale ed animico.

Cosa fa il reflessologo

Il reflessologo non guarisce ma stimola i processi di autoguarigione del corpo, in modo da far “recapitare”le corrette informazioni ai vari organi, causando le reazioni utili all’economia dell’organismo.

La stimolazione reflessologica può essere fatta anche con fiori e con la cromopuntura. Inoltre, la reflessologia può essere un valido supporto anche in caso di patologie gravi, in quanto agisce sul sistema nervoso centrale, periferico e autonomo, sulla circolazione linfatica e sanguigna, sostiene il riequilibrio del sistema endocrino, fortifica altresì il sistema immunitario.

Per la PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia), psiche, sistema nervoso, endocrino e immunitario sono interconnessi e si influenzano a vicenda: da qui, come spiega la Dottoressa Gnutti, si attiva un circuito di auto-guarigione e di riequilibrio.

Dal piede, inoltre, si può comprendere la personalità del soggetto che abbiamo di fronte.

Reflessologia plantare

Ogni tipologia di pianta del piede ci parla di un dato elemento corrispondente e lo stesso vale per l’arco delle dita, che rappresentano il nostro modo di pensare.

I talloni, invece, ci raccontano le nostre “modalità decisionali”, inerenti agli aspetti istintivi, motori e sessuali e alla reiterazioni di copioni familiari, talvolta disfunzionali.

Rughe e duroni parlano di stress, stanchezza e sofferenze passate.

Ogni dito è dunque un centro energetico e corrisponde ad una funzione precipua, oltre che ad essere percorso da un dato meridiano, in base alla forma delle dita. Possiamo capire come quella funzione è svolta a livello psico-emotivo: basti pensare, ad esempio, che chi ha un grande alluce spesso è un grande pensatore (l’alluce corrisponde al nostro cranio e alla nostra funzione cognitiva).

Concludendo, dunque, possiamo affermare che la vita, in ogni sua forma, si trova riflessa in ogni parte di noi. Ogni parte di noi simboleggia il tutto, così come il tutto è presente in ogni nostro singolo aspetto.