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Povertà infantile in aumento: sfide nell’accesso alle strutture di cura per la prima infanzia

Povertà infantile in aumento: sfide nell’accesso alle strutture di cura per la prima infanzia

Nel recente Rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile (Bes), emergono segnali preoccupanti riguardo all‘aumento dei bambini in condizioni di povertà assoluta e alle sfide nell’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia.

Se da un lato si registrano alcuni segnali positivi riguardo alla riduzione della dispersione scolastica, dall’altro permangono disuguaglianze significative a livello territoriale che richiedono un’attenzione costante e interventi mirati.

Povertà in aumento: le sfide per i bambini

La povertà rappresenta una barriera significativa per la crescita e la formazione dei minori, privandoli delle opportunità necessarie per una vita dignitosa e l’accesso a servizi adeguati.

Secondo i dati dell’Istat, nel 2022 il rischio di povertà coinvolge ancora il 25,4% dei minori, sebbene in lieve calo rispetto al 2021 (26%), ma comunque superiore ai valori registrati nel 2019 (24,5%). Tuttavia, si osserva una diminuzione del numero di persone che vivono in gravi condizioni di deprivazione materiale e sociale.

I dati del rapporto Bes rivelano un’altra preoccupante tendenza: l’aumento dei bambini e degli adolescenti che si trovano in condizioni di povertà assoluta in Italia. Nel 2022, questa percentuale ha raggiunto il 13,4%, il livello più alto dal 2014.

Disparità territoriali nell’accesso ai nidi: un problema persistente

Secondo i dati dell’Istat diffusi oggi, se da un lato c’è un aumento nazionale della percentuale di iscritti ai nidi, passando dal 29,5% nel 2021 al 31,7% nel 2022, dall’altro permangono forti disparità territoriali:

  • Le regioni del Nord e del Centro registrano valori superiori alla media nazionale, rispettivamente del 37,2% e del 33,2%;
  • Nel Mezzogiorno, invece, si osserva ancora un distacco significativo di ben 8 punti percentuali, attestandosi al 23,7%.

La povertà educativa si fa sentire già durante la prima infanzia: per un bambino che cresce in un contesto socio-economico svantaggiato, anche un solo anno di frequenza in un asilo nido di qualità può ridurre in modo sostanziale i divari educativi con i coetanei. È fondamentale colmare queste gravi disuguaglianze nell’offerta dei servizi educativi per la prima infanzia, a partire dagli investimenti del PNRR e dalle risorse ordinarie dello Stato.

Segnali positivi nella lotta alla dispersione scolastica

Secondo i dati del Rapporto Istat sul Benessere Equo e Sostenibile, si registra un calo significativo della dispersione scolastica a livello nazionale. Nel 2023, la percentuale è scesa al 10,5%, rispetto all’11,5% dell’anno precedente.

Tuttavia, persistono differenze rilevanti a livello regionale: in sei regioni, infatti, la percentuale di dispersione scolastica supera la media nazionale. Queste regioni sono la Sardegna (17,3%), la Sicilia (17,1%), la Provincia Autonoma di Bolzano (16,2%), la Campania (16%), la Puglia (12,8%) e la Calabria (11,8%).

Sebbene si registri un progresso complessivo, è fondamentale affrontare le sfide specifiche che queste regioni devono ancora superare per garantire a tutti i bambini e giovani un accesso equo all’istruzione e opportunità di successo.

I NEET in Italia

Il termine NEET indica i giovani che si trovano al di fuori dei percorsi di lavoro, istruzione o formazione. Questo fenomeno evidenzia forti disuguaglianze territoriali, con variazioni significative da una regione all’altra: dall’8% nella Provincia Autonoma di Bolzano al 27,9% in Sicilia.

Sebbene a livello nazionale si registri una diminuzione percentuale del numero di giovani NEET, il problema resta estremamente rilevante. Nel 2023, la percentuale è scesa al 16,1%, rispetto al 19% dell’anno precedente. Questi dati sottolineano l’urgente necessità di interventi mirati per consentire ai giovani di uscire da una condizione di marginalità.

È fondamentale adottare misure concrete per proteggere i bambini, le bambine e gli adolescenti dalla povertà assoluta, che influisce su tutti gli aspetti della loro crescita, inclusa la salute e l’istruzione. L’abbattimento della povertà e dell’esclusione sociale minorile in Italia richiede un impegno su più fronti, con un’enfasi particolare sull’educazione come fondamento per il cambiamento.

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