Il recente rapporto sui Sustainable Development Goals (SDGs) pubblicato dall’ISTAT presenta una situazione italiana ancora lontana dagli obiettivi per il 2030 in materia di istruzione. Secondo il report, infatti, sono in aumento gli studenti italiani che raggiungono l’ultimo anno di scuole superiori senza avere una competenza alfabetica sufficiente e con gravi lacune anche nelle discipline matematiche.
Sustainable Development Goals
Gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile sono 17 obiettivi, sottoscritti da 193 paesi membri delle Nazioni Unite, da raggiungere entro il 2030. È per questo motivo che si sente spesso parlare, quindi, di “Agenda 2030” in riferimento proprio a questi obiettivi.
Si tratta di un programma finalizzato a combattere la povertà e l’ineguaglianza, tutelare i diritti umani, affrontare i cambiamenti climatici e proteggere l’ambiente, promuovere la pace.
In particolare, tra i diversi obiettivi mirati a garantire l’uguaglianza e il diritto all’istruzione, l’obiettivo numero 4 si propone di “Fornire un’educazione di qualità, equa e inclusiva, promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti“.
In questo ambito, tuttavia, l’Italia risulta in ritardo rispetto alla media europea. Infatti, nonostante le normative sulla scuola dell’obbligo garantiscano a tutti i cittadini italiani il diritto ad almeno 12 anni di istruzione gratuita, permangono ancora molte disuguaglianze. Inoltre, sebbene tra il 2011 e il 2021 si sia assistito a una riduzione significativa del fenomeno della dispersione scolastica (dal 17,8% al 12,7%), siamo ancora ben lontani dall’obiettivo 2030 di portare il numero di studenti che abbandonano gli studi prima di aver conseguito un diploma o una qualifica al di sotto del 9%.
Gli studenti italiani durante la pandemia
L’indagine dell’ISTAT evidenzia come gli effetti della pandemia, dei lockdown e delle difficoltà riscontrate dagli studenti italiani nell’adattarsi alla DAD (didattica a distanza) nell’anno scolastico 2020/2021 si sono ripercossi anche sull’anno scolastico appena concluso.
Nell’anno scolastico 2021/2022, il 48,5% degli studenti iscritti al quinto anno della scuola secondaria di secondo grado non hanno raggiunto un livello di competenza alfabetica sufficiente. Quasi la metà degli studenti che si apprestavano a concludere il proprio percorso d’istruzione obbligatoria, quindi, non era in grado di “individuare, comprendere, esprimere, creare e interpretare concetti, sentimenti, fatti e opinioni” in modo soddisfacente. Un dato molto distante dai risultati pre-pandemia, che si affermavano attorno al 36% nell’anno scolastico 2018/2019.
Con la pandemia sono aumentate anche le difficoltà legate alle competenze matematiche, che per gli studenti italiani di quinta superiore, risultano inadeguate nel 49,9% dei casi (contro il 39,3% del 2018/2019).
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Il benessere psicologico degli studenti italiani
Ma le difficoltà non riguardano soltanto il rendimento scolastico. Molti studenti italiani, in seguito all’isolamento forzato dovuto alle restrizioni per il contenimento della pandemia da COVID-19, hanno manifestato sintomi di tipo ansioso e depressivo, oltre che irrequietezza, noia, tristezza e problemi di gestione della rabbia.
I dati presentati da David Lazzari, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi, durante l’audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato del 2021 evidenziano il “lato oscuro” della scuola a distanza. Durante il periodo di emergenza sanitaria, uno studente su tre ha fatto richiesta di sostegno psicologico a scuola, quasi il 50% degli studenti italiani ha affermato di fare fatica a concentrarsi per studiare e uno studente su quattro ha riportato sintomi riconducibili a disturbi d’ansia e depressione.
A risentire di più dell’isolamento sociale dovuto alla chiusura delle scuole sono stati gli studenti più piccoli, della scuola primaria, una fascia d’età in cui questi sintomi non si erano mai manifestati con così tanta frequenza prima d’ora.
Provvedimenti come l’attivazione di sportelli d’ascolto psicologico all’interno delle istituzioni scolastiche o l’erogazione di contributi per le sedute psicologiche (il cosiddetto “Bonus psicologo“) sono, quindi, più importanti che mai oggi, per fornire agli studenti italiani il supporto di cui hanno bisogno per ritrovare la serenità e la motivazione perdute.