Il percorso emozionante del bambino attraverso lo sviluppo psicomotorio segna una serie di tappe significative, e una delle più entusiasmanti è l’abilità di mettersi in piedi. Dopo essere stato steso a terra nei primi mesi, passando dal suo posizionamento sulla schiena o a pancia in giù, il bambino si avvicina ora a una prospettiva completamente nuova, preparandosi addirittura a intraprendere i primi passi.
Riflesso di estensione: 3-6 mesi
Nei primi mesi, il riflesso di estensione degli arti inferiori regredisce, consentendo al bambino di iniziare ad utilizzare attivamente le gambe. Tuttavia, sarà necessario attendere almeno i 6 mesi prima che, con il vostro sostegno, riesca a reggere il proprio peso per qualche secondo. Le prime esperienze di salti giocosi puntando le gambe sulle vostre cosce diventano un segno tangibile di progresso.
Prime sfide: 7-9 mesi
Tra i 7 e gli 8 mesi, il bambino inizia a sviluppare la forza necessaria per provare ad alzarsi in piedi, anche se l’equilibrio è ancora un aspetto critico. Afferrandosi a mobili, divani o sponde del lettino, il bambino compie sforzi notevoli. È possibile assistere questo processo sostenendo la schiena del bambino e facendo attenzione a evitare eventuali cadute indesiderate. La cosiddetta “reazione paracadute” si manifesta quando il bambino, intorno ai 7 mesi, estende le braccia per proteggersi da cadute in avanti.
Stabilità e sicurezza: intorno all’anno di vita
Intorno all’anno di vita, alzarsi in piedi diventa una routine, anche se inizialmente con supporto. Il bambino acquisisce progressivamente la capacità di stare in piedi senza aiuto e, non senza qualche goffo tentativo, ritorna seduto dalla posizione eretta.
Consultare il pediatra se il bambino ritarda troppo le tappe
È importante sottolineare che le tappe dello sviluppo neuromotorio variano da bambino a bambino. Alcuni possono raggiungere determinati traguardi in modo precoce, mentre altri richiedono più tempo. Se il bambino non è in grado di mettersi in piedi entro l’anno di vita, consultare il pediatra è consigliato. Il pediatra valuterà la situazione nel complesso e fornirà indicazioni specifiche, garantendo una risposta personalizzata.
Come stimolare l’apprendimento
Per agevolare il processo di mettersi in piedi, è possibile adottare alcune strategie:
- Esplorazione attiva: incoraggiate il vostro bambino a muoversi liberamente, esplorando l’ambiente circostante. La sua curiosità sarà un potente stimolo per sperimentare il passaggio da altre posizioni motorie.
- Gioco sociale: organizzate sessioni di gioco con altri bambini della stessa età. L’osservazione degli altri piccoli e l’atmosfera di divertimento possono ispirare il vostro bambino a tentare nuove sfide.
- Esercizi di sostegno: posizionatevi davanti a un divano, mettendo giocattoli interessanti sopra di esso. Sedete vostro figlio sulle vostre ginocchia, con i piedi a contatto con il suolo, e incoraggiate il movimento in avanti, aiutandolo a mettersi in piedi.
In definitiva, il viaggio del bambino verso l’abilità di stare in piedi è un processo emozionante che richiede tempo, pazienza e pratica. Ogni passo in avanti è un traguardo da celebrare, e l’attenzione al suo sviluppo neuromotorio garantirà un percorso sano e gratificante.
Costruire un legame salutare tra genitori, bambino e pediatra
Il processo di sviluppo psicomotorio è un’avventura unica e individuale, dove ogni piccolo passo rappresenta un traguardo significativo. Navigare questo percorso richiede una collaborazione attiva tra genitori, bambino e pediatra. La creazione di un legame solido con il medico è essenziale, non solo per monitorare la crescita e lo sviluppo, ma anche per ottenere rassicurazioni e consigli preziosi.
Ascoltare il proprio figlio
È fondamentale rispettare i tempi individuali del bambino, evitando di forzarlo oltre i suoi limiti naturali. Il pediatra, come consulente esperto, gioca un ruolo cruciale nel guidare i genitori attraverso le fasi di sviluppo, offrendo consigli personalizzati e supporto emotivo.
Comunicazione aperta: creare un ponte tra genitori e medico
Fondare un rapporto aperto e fidato con il pediatra facilita la condivisione di preoccupazioni e domande dei genitori. La comunicazione regolare consente di adattare le risposte alle esigenze specifiche del piccolo, promuovendo un ambiente di crescita sano e consapevole.
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