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La normativa sullo smart working cambia ancora

La normativa sullo smart working cambia ancora

Durante il Covid, lo smart working ha acquisito una notevole importanza, sia per le aziende sia per i lavoratori. È stato utilizzato il lavoro agile per aiutare le aziende nella ripresa economica ma al tempo stesso per permettere al lavoratore, soprattutto con a carico figli under 14, di gestire nel modo migliore l’emergenza sanitaria.

Attualmente molte aziende sia pubbliche che private mantengono lo smart working, ma solo in alcuni casi stabiliti dalla legge, che negli ultimi giorni è cambiata nuovamente.

Quali erano le scadenze per richiedere lo smart working?

Per i genitori con figli under 14 il diritto a richiedere (e ottenere) lo smart working era scaduto a dicembre 2022, mentre per i fragili la scadenza era fissata per il 31 marzo 2023.

Con la nuova normativa, per i lavoratori pubblici e privati scatta il diritto allo smart working fino al 30 giugno. Le novità entreranno in vigore a fine febbraio con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Milleproroghe approvato il 9 febbraio 2023 in commissione Bilancio e Affari costituzionali del Senato.

Ci sarà la possibilità di richiedere ed eventualmente ottenere il lavoro agile per i genitori con figli under 14 (questo sarà possibile solo per i lavoratori del settore privato), e per i lavoratori cosiddetti “fragili” appartenenti al privato o al pubblico.

Cosa succede nelle aziende private?

Per il privato sia i “fragili” sia i lavoratori fragili che i genitori di figli sotto i 14 anni possono prestare la propria attività lavorativa in smart working fino al 30 giugno, ma ovviamente questo diritto è vincolato al ruolo che si svolge in azienda. L’effettiva “quantità” di smart working, ossia quanti giorni si possono fare, sarà stipulata nel contratto.

Per il professor Arturo Maresca (Diritto del lavoro) all’università la Sapienza di Roma “lo smart working previsto dalle norme non significa integrale lavoro da remoto, ma l’alternanza tra lavoro in presenza e lavoro da remoto. Da ciò discende che il diritto a chiedere e ottenere lo smart working non significa automaticamente stare da remoto al 100%, ma il lavoro agile si otterrà nel quadro dell’organizzazione aziendale contrattata“.

Cosa succede invece nel settore pubblico?

Nella Pubblica amministrazione la proroga fino al 30 giugno del diritto al lavoro agile è rivolta solo ai lavoratori “fragili”. Non parliamo, quindi, di genitori con figli under 14.

In questo modo viene a crearsi l’ennesima disparità di trattamento tra lavoro pubblico e lavoro privato. Marina Calderone, ministro del Lavoro, si era impegnata in prima persona sulla norma di tutela dei lavoratori “fragili”, ma a quanto pare non è riuscita nel suo intento.

Chi sono i fragili?

I lavoratori fragili secondo un decreto del Ministero della Salute del 4 febbraio 2022, sono quei lavoratori che sono affetti da una delle «patologie con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità» (ad esempio,  imalati oncologici). I lavoratori fragili possono svolgere lo smart working anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definiti dai CCNL vigenti, senza alcun taglio nella retribuzione in godimento, come previsto dalla normativa oggi vigente.

Quando entrano in vigore le nuove modifiche?

Le novità sullo smart working per “fragili” e genitori con figli under 14 entreranno in vigore a fine febbraio. Per i lavoratori “fragili” si tratta di una proroga, quindi avranno diritto a lavorare da remoto fino al 30 giugno. Per i genitori con figli under 14, per i quali il diritto a ottenere lo smart working era terminato il 31 dicembre 2022, si conquisterà nuovamente questo diritto, esercitabile sempre dopo un accordo con l’azienda (sulla “quantità” di giorni da remoto).

Cosa cambia per le aziende nella procedura?

Per le aziende non cambia nulla. Mantengono la procedura semplificata per gli inoltri massivi degli accordi.

Leggi anche: Quali sono i pro e i contro dello smart working?