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Implementazione del decreto anziani: prospettive e sfide

Implementazione del decreto anziani: prospettive e sfide

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto anziani n. 29 del 15 marzo 2024, l’Italia ha finalmente varato la riforma per la presa in carico degli anziani, sia abili che non autosufficienti. Questo provvedimento, attuato in linea con quanto stabilito dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, segna un passo significativo verso un cambiamento radicale nel modo in cui il Paese si occupa della terza età.

Il commento del governo

Maria Teresa Bellucci, viceministra al Lavoro e Politiche Sociali, ha sottolineato l’importanza di questo decreto, definendolo un punto di svolta nella storia italiana. L’attuazione di questa riforma, secondo Bellucci, richiede uno sforzo corale e progressivo, coinvolgendo le parti sociali, le categorie professionali, il mondo scientifico e del terzo settore. Si prospetta un cambiamento di paradigma circa la terza età, con l’obiettivo di superare l’isolamento e la cultura dello scarto, garantendo dignità e piena partecipazione agli anziani.

Contenuti chiave del decreto anziani

La riforma si concentra su diversi aspetti cruciali, tra cui la prestazione universale, le cure integrate a domicilio, la prevenzione, la telemedicina, i Livelli di Assistenza (LEA) e i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEPS). Tuttavia, molti di questi aspetti sono ancora da realizzare pienamente, in particolare l’integrazione sociosanitaria e l’attuazione dei LEA e LEPS.

Assegni di cura e prestazioni universali

Un primo risultato tangibile è rappresentato dall’introduzione della prestazione universale, che prevede un assegno mensile di circa 1.350 euro per gli anziani non autosufficienti. Tuttavia, la definizione dei beneficiari effettivi rimane ancora da chiarire, con l’istituzione di una commissione tecnico-scientifica incaricata di stabilire i criteri di assegnazione.

Valutazione multidimensionale unificata

Una delle novità più significative è la Valutazione Multidimensionale Unificata (VMU), volta a semplificare e rendere più efficace il processo di valutazione dell’anziano e dei suoi bisogni. Questo approccio mira a ridurre la burocrazia e lo stress per i caregiver, favorendo un’assistenza domiciliare più completa e integrata.

Sfide e risorse

Nonostante i progressi, rimangono sfide significative da affrontare, soprattutto in termini di risorse finanziarie. Sebbene il Governo abbia stanziato oltre un miliardo di euro per avviare la riforma, si stima che ne serviranno almeno sette per una piena attuazione. Le risorse attuali provengono principalmente dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con fondi che devono essere utilizzati entro scadenze precise.

In conclusione, il decreto anziani rappresenta un passo avanti importante per l’Italia nel garantire un’assistenza adeguata agli anziani non autosufficienti. Tuttavia, per tradurre appieno questa visione in realtà, sarà necessario affrontare sfide significative e garantire un adeguato finanziamento nel lungo termine.

Inoltre, l’Italia si trova di fronte a una media di età sempre più alta, con un numero crescente di anziani che necessitano di assistenza. Questa realtà rende ancora più urgente l’implementazione di politiche volte a garantire un adeguato supporto agli anziani non autosufficienti.

In una società in cui la famiglia tradizionale è sempre meno in grado di fornire assistenza a causa di molteplici fattori socio-economici, diventa fondamentale una svolta nel modo in cui il Paese si prende cura dei suoi cittadini anziani.

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