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Eliana: ancora una donna uccisa per mano del compagno

Eliana: ancora una donna uccisa per mano del compagno

Sembra ormai un copione già scritto, quello dell’ennesima donna uccisa per mano di un uomo o meglio per mano del compagno. 

L’Omicidio avvenuto in provincia di Chieti, coinvolge una donna di 41 anni,  Eliana Maiori Caratella di Francavilla al Mare, uccisa in casa a Miglianico (Chieti), con un’arma da fuoco: a sparare sarebbe stato il compagno 39enne, Giovanni Carbone originario di Matera e residente a Montesilvano, che subito dopo si è costituito ai carabinieri. Il femminicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite. 

Eliana, lascia due figli, avuti dall’ex marito. La donna era molto conosciuta anche per la sua professione di bancaria, lavorava in una filiale a Pescara. Eliana era appassionata di montagna e di arrampicate.

Il femminicidio 

La violenza contro le donne è di gran lunga il più grave problema degli ultimi anni. Secondo una stima, circa il 35% delle donne nel mondo è vittima di violenza almeno una volta nella vita.

Che sia sessuale o no, che si tratti di un partner sconosciuto, il dato è impressionante : circa uno su tre nel mondo ha subito violenza. Le cause,possono essere molteplici: 

  • basso livello di istruzione
  • avere subito violenza da bambino
  • avere assistito a scene di violenza familiare
  • abuso di alcool
  • accettare la violenza come un fatto culturale
  • disparità di genere

L’omicidio è la prima conseguenza della violenza sulle donne, circa il 42% delle donne oggetto di violenza ha riportato ferite e/o lesioni permanenti che hanno rovinato le loro vite. 

Senza tralasciare le conseguenze di tipo psicologico: depressione, disordine da stress post traumatico, difficoltà a dormire, disordini alimentari, tendenze suicide.

Per approfondire: La violenza psicologica: le parole feriscono sia l’anima che la mente

Perché gli uomini uccidono

Sono diverse le ipotesi sulle cause del femminicidio. Alcune teorie sono molto interessanti e stimolanti, ma sottolinea che non ci sono interpretazioni generali che si applicano a ogni caso.

Studi antropologici hanno evidenziato come nel corso dei millenni gli uomini hanno dominato le donne e vorrebbero continuare a farlo anche oggi, nonostante la società si sia profondamente evoluta.  Secondo questa teoria, l’uomo sentirebbe il diritto sulla donna, considerandola non come un soggetto ma quanto un oggetto, anche a costo di scaricare su di lei un estremo.

Un’altra ipotesi suppone che l’uomo, proprio perché storicamente avvezzo al predominio e alla sottomissione della donna, in un tempo di forti cambiamenti ed evoluzione sociale non accetterebbe questo profondo cambiamento e agirebbe spinto dalla rabbia e dal risentimento per il potere perduto, in un inconscio per ritrovare l’atteggiamento di controllo e di potere del soggetto femminile.

Tuttavia la teoria più suggestiva dal punto di vista della psicologia e della socio-criminologica è quella che si basa sul fatto che un soggetto che vive in un habitat sociologico in cui la violenza di genere spesso si verifica, anche in forme estreme, sarà per lo più portato ad agire in questo modo, ritenendolo giusto.

Riflessioni criminologiche

E’ importante soffermarsi su alcune riflessioni elaborate da professionisti del settore: in primis, il fenomeno criminoso, al di là dell’estrema diversità statistica, è ubiquitario.

Fra le motivazioni maggiormente legate a questo feroce gesto,  alcune sono legate proprio all’emancipazione sociale, alla vita frenetica, nevrotica, alla ricchezza, alla decadenza dei valori, fattori questi ultimi che possono portare più facilmente all’insorgere di disturbi psicologici o vere e proprie patologie psichiatriche.

Naturalmente, da qui emerge la relazione malata ed estremamente conflittuali con possibilità di comportamenti anche estremamente violenti tra partner che vedono naturalmente soccombere fisicamente l’individuo sessualmente debole.

Un’analisi statistica molto interessante è quella che riguarda il pattern dei singoli femminicidi avvenuti negli anni passati.

Ebbene, guardando le statistiche ufficiali, si può dire che la maggior parte dei femminicidi avviene per motivi definiti “passionali”, rispetto ad altri omicidi femminili che avvengono al termine di liti e /o aggressioni.

Per approfondire: SEMINARIO GRATUITO ONLINE: Introduzione alla Violenza Passionale

Nell’omicidio di questo tipo, quindi, predomina una cosiddetta componente emotiva che tradisce i sentimenti malati da parte dell’uomo.

Il femminicidio richiede una intervento severa con sanzioni e l’impossibilità di usufruire di sconti e agevolazioni. Ma il discorso è anche e soprattutto preventivo. Istituzioni, associazioni, ma anche la chiesa e le religioni sono impegnate in una costante azione di educazione civica, di progresso della coscienza sociale, di emancipazione culturale e di evoluzione in generale. Soprattutto in certe aree dove le donne sono ancora o considerate inferiori agli uomini.

Per approfondire: Violenza contro le donne: a chi rivolgersi per chiedere aiuto