Un’analisi approfondita dei dati Istat sui consumi alimentari e le vendite al dettaglio rivela significativi cambiamenti nelle abitudini di spesa delle famiglie italiane, influenzati dall’andamento dell’inflazione nel 2023. L’aumento dei prezzi ha inciso pesantemente sul potere d’acquisto delle famiglie, generando una diminuzione delle vendite al dettaglio e un crescente interesse verso i discount.
Andamento generale delle vendite al dettaglio e influenza dell’inflazione
Secondo i dati Istat diffusi a gennaio, le vendite al dettaglio hanno registrato una crescita minima dello 0,4% in valore e dello 0,2% in volume nel mese di novembre 2023. Tale incremento è stato principalmente trainato dall’andamento dei beni non alimentari. L’inflazione, che ha caratterizzato il 2023, ha inciso in modo sostanziale sul potere d’acquisto, portando a una riduzione delle spese delle famiglie. Questo ha contribuito a una contrazione dei volumi di vendita, soprattutto nelle fasce a medio e basso reddito.
L’impatto dell’inflazione sui consumi alimentari
Il 2023 ha visto un notevole aumento delle vendite nei discount, con un +6,9% rispetto all’anno precedente e un +8,5% nel periodo gennaio-novembre 2022. Nonostante un rallentamento nella crescita dei prezzi negli ultimi mesi, l’effetto cumulativo dell’inflazione ha determinato un calo significativo del potere d’acquisto delle famiglie. Questo scenario ha spinto molti italiani a rivolgersi ai discount per soddisfare le proprie esigenze alimentari, dove i costi risultano più contenuti.
Andamento dei beni non alimentari e variazioni settoriali
L’analisi approfondita dei dati Istat rivela che l’aumento nei volumi delle vendite si è concentrato soprattutto nei beni non alimentari. Settori come la profumeria e la cura della persona hanno registrato un aumento del 5%, seguiti da abbigliamento e pellicceria con un +2,2%. Altri settori come casalinghi durevoli e non durevoli (+1,2%), giocattoli, sport e campeggio (+1,1%), calzature, articoli in cuoio e da viaggio (0,5%) hanno contribuito a mantenere una modesta crescita complessiva.
Tuttavia, alcuni settori hanno subito una contrazione delle vendite, come elettrodomestici, radio, tv e registratori (-4,1%), utensileria per la casa e ferramenta (-2,6%), prodotti farmaceutici (-2,2%), mobili, articoli tessili, arredamento (-2%), prodotti informatici e di telefonia, cartoleria, libri, giornali e riviste (-1,3%).
L’analisi di Altroconsumo sui discount e il risparmio economico
Il report di Altroconsumo, basato sull’esame di 1.200 punti vendita e 1,6 milioni di prezzi di prodotti diversi, sottolinea come la scelta di fare la spesa nei discount possa generare un risparmio significativo fino a 3.455 euro all’anno. Questa tendenza, già evidente nel 2022 con un aumento del 10,3% nelle spese al discount, si è consolidata nel 2023. I prodotti più acquistati in questo contesto sono principalmente pane, pasta e riso, mentre carne e pesce registrano una flessione.
Parallelamente, si osserva una crescita dell’interesse verso le “private label“, catene che offrono prodotti con il proprio marchio, e dei beni “no logo”, spesso imitazioni di marchi più noti ma vantaggiosi in termini di prezzo.
Prospettive future e incertezza
Nonostante alcuni segnali positivi durante il periodo natalizio, l’inizio del 2024 secondo Istat conferma una situazione di forte incertezza. L’andamento del potere d’acquisto delle famiglie italiane e l’inflazione rimangono elementi chiave che influenzeranno le scelte di spesa nel prossimo futuro. L’adattamento alle nuove dinamiche economiche potrebbe continuare a plasmare le abitudini di acquisto, spingendo sempre più consumatori verso i discount per ottimizzare le loro risorse finanziarie.
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