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L’Importanza di Stimolare il Cervello: dal Primo Anno di Vita

L’Importanza di Stimolare il Cervello: dal Primo Anno di Vita

Una delle conquiste del bambino, durante il primo anno, 15 mesi circa di vita, una di quelle fondamentali, che passa per la stimolazione del cervello, è sicuramente il camminare. La  nota pedagogista Maria Montessori, infatti, nel suo libro  La mente del bambino, ci dice che camminare è una tappa e un traguardo molto importante per il bambino; non è automatico e, diversamente dai vitelli e altri tipi animali, che dalla nascita sono capaci di tenersi in piedi,  il bambino piccolo ha bisogno del giusto  tempo e degli stimoli adeguati.

Innanzitutto, è necessario lo sviluppo fisiologico del cervelletto, un organo alla base del cervello; a partire dai 6 fino ai di 14 -15 mesi ha una rapida crescita, a cui contribuiscono, inevitabilmente, le esperienze che il bambino fa nel suo ambiente familiare. Afferma Maria Montessori:

Se queste esperienze non hanno luogo l’organo non si sviluppa normalmente, perché l’organo che è dapprima incompleto deve essere usato per raggiungere il suo completamento.

Il bambino si forma, sviluppa e cresce in armonia con i suoi organi, primo fra tutti il cervello, da cui poi conseguiranno tutte le sue “conquiste”, se gli viene data l’opportunità di conoscere ciò che lo circonda, permettendo una libera esplorazione dell’ambiente, sperimentando attraverso prove ed errori, affinando così le sue nuove capacità.

Anche Alberto Oliverio, biologo e studioso di neuroscienze, autore del libro Il cervello che impara. Neuropedagogia dall’infanzia alla vecchiaia dedica uno spazio per spiegare la correlazione tra il movimento, lo sviluppo motorio del bimbo piccolo, e il suo corretto sviluppo cerebrale; muoversi è lo stimolo principale affinché maturino aree del cervello legate al pensiero complesso e al linguaggio, funzionalità esecutive e cognitive. Scrive l’autore:

Il corpo è insomma una componente essenziale della mente ed è ben difficile che esistano funzioni simboliche che non richiedano, dipendano o siano regolate dallo scambio di informazioni con esso.

L’Importanza di Stimolare il Cervello…Fino ad Arrivare alla Terza Età

Alberto Oliverio, nel succitato testo, descrive il cervello come un organo “plastico” che necessita di una stimolazione sempre costante, in particolar modo quando si avvicina un’età più avanzata, con il passare degli anni:

[…] se esso viene stimolato opportunatamente, può conservare la plasticità, altrimenti, come un muscolo che non venga esercitato, la perde man mano.

Come dice un detto americano, riportato da A. Oliverio tra le righe del suo volume: “Use it or loose it (o lo adoperi o lo perdi)“. L’autore evidentemente in linea, concorde con le neuroscienze moderne, si fa promotore di uno stile di vita che possa permettere al cervello di perdurare nelle sue funzionalità, potendo così affrontare una vecchiaia senza dubbio migliore.

Cambiare abitudini, mutare delle situazioni e delle esperienze quotidiane intorno, influisce sulla capacità di adattamento del cervello, sulla sua struttura cerebrale, rendendolo più ricettivo e anche meno incline ad occasionali perdite della memoria; ricevendo più stimoli e diversi, il cervello e i neuroni si rigenerano, la mente quindi è in grado di tenersi attiva, “viva” ed efficiente.

La psicologa Maria Rosaria Mottola, nel suo  SEMINARIO GRATUITO: Il Cervello – Salvadanaio dell’Esperienza | IGEA, afferma che allenare il  cervello protegge da eventi neurodegenerativi, come ad esempio le demenze che possono colpire in età avanzata.  Successivamente, espone e chiarisce efficacemente la differenza tra riserva cerebrale e cognitiva:

  1. Riserva Cerebrale: tutto ciò che fa parte del nostro bagaglio “neuronale” fin dalla nascita; meccanismi neurali.
  2. Riserva Cognitiva: questa seconda “riserva”, invece, accresce l’altra (con l’aumento dei neuroni), si costruisce con il tempo; attraverso la formazione/istruzione, passando per qualsiasi attività cognitiva, interesse o passione coltivata, una vivacità intellettuale in grado di stimolare l’attività cerebrale; infine, lo stile di vita sano, associato all’esercizio fisico, contribuisce a rendere più forte la difesa della salute del nostro cervello.

Il Potere dei Sentimenti Positivi sulla Salute: l’Ottimismo e le Buone Amicizie

Daniel Goleman ha scritto a lungo sul New York Times di neurologia e scienze comportamentali, psicologo americano e autore di un brillante saggio come Intelligenza emotiva. Che cos’è e perché può renderci felici. Lo Psicologo espone studi ed evidenze scientifiche, alcuni esempi, che descrivono gli stati emotivi positivi come fattori basilari e determinanti per il benessere del cervello.

 Un malessere cronico, influenzato da pessimismo o rabbia, sfiducia, ansia e depressione, non contribuisce alla guarigione in caso di malattie gravi o al mantenimento di un buono stato di salute nelle persone più cagionevoli; mentre, tutto ciò che rientra nella sfera della positività, come l’ottimismo, i pensieri costruttivi, ha decisamente degli effetti benefici e salvifici per la mente e il corpo. L‘autore scrive, a tal proposito:

La speranza, come l’ottimismo, che è suo parente prossimo, ha anch’essa un potere risanatore. Comprensibilmente, gli individui pieni di speranza sopportano meglio le situazioni difficili, comprese quelle di ordine medico.

Aggiunge poi Goleman, che i rapporti con gli altri, quelli a noi più cari, le amicizie portatrici di positività, le relazioni interpersonali che sanno farci sentire bene e a nostro agio, sono altrettanto determinanti per costruire il nostro equilibrio psicofisico. Importante, dunque, coltivare la qualità quando si tratta di interagire con altre persone, tutto deve essere scevro da “tossicità”; è fondamentale stare insieme a chi sa sostenerci e aiutarci, chi sa entrare in sintonia con i nostri sentimenti, senza lasciarci provare una solitudine “sbagliata”: isolamento e incomprensione. Sì, perché la solitudine non è sempre da intendersi con un’accezione negativa (se si tratta di isolamento sociale), anzi, è benefica quando riusciamo ad “ascoltarci”, entrando in contatto con la nostra parte più intima, in assoluto stato di pace, calma e serenità.