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Il baby blues: cos’è e come affrontarlo

Il baby blues: cos’è e come affrontarlo

Il termine “baby blues” è stato utilizzato per la prima volta dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott ed indica una serie di malesseri psichici e fisici che affliggono il 50% delle neo mamme nei primi giorni dopo il parto. Nonostante sia una condizione diffusa, se ne parla ancora poco e anche nei corsi pre-parto l’argomento non sempre viene trattato.

Come si manifesta il baby blues

Il parto è un momento di trasformazione radicale per la donna ed un evento importante quanto estremamente delicato. La vita, da questo momento, non sarà più come prima e si dovranno affrontare cambiamenti dal punto di vista sia fisico che emotivo. Non a caso si sente dire spesso che “insieme ad un bambino nasce anche una madre”.

Questi cambiamenti si potrebbero associare a dei riadattamenti psicologici ed emotivi che, in genere, si risolvono spontaneamente e solamente in una minoranza dei casi richiedono maggior tempo ed attenzioni.

Il baby blues esordisce di solito dopo una settimana dal parto e dura dai 7 ai 15 giorni. Tra i sintomi principali a cui prestare attenzione vi sono: facilità a commuoversi fino al pianto, variabilità dell’umore, tristezza, irritabilità, ansia, affaticamento e disturbi del sonno.

Baby blues e depressione post partum

A differenza di quanto accade in caso di depressione post partum, la donna non rifiuta il bambino e se ne prende cura. È una condizione transitoria e non patologica, dovuta principalmente al brusco calo degli estrogeni dopo il parto.

Complicazioni come l’episiotomia, il taglio cesareo, un lungo travaglio e la limitata autonomia a seguito di queste situazioni possono aumentare la probabilità di insorgenza del baby blues.


Le difficoltà e le sfide incontrate dalle neo mamme subito dopo il parto sono approfondite in alcuni corsi presenti sulla piattaforma igeacps.it. In particolare, suggeriamo il corso online La maternità consapevole: Dalla nascita del figlio alla nascita della madre e il corso online Depressione post partum: Promuovere il benessere della neo mamma.


Come intervenire

Se una neo mamma vive un disagio simile, ha bisogno del supporto di operatori specializzati nell’ambito della psicopatologia perinatale. Si potrà rivolgere ai consultori, ai centri di salute mentale o ad ambulatori/progetti specialistici ospedalieri sia pubblici che privati.

Una risorsa importante è il sostegno del compagno e della famiglia, che aiutano la donna a non sentirsi sola ed isolata. Anche affrontare il parto il più serenamente possibile, scegliendo la struttura e visitandola (anche virtualmente) aiuta i futuri genitori a provare meno ansia. Anche l’allattamento e gli ormoni in esso coinvolti sono antidepressivi fisiologici.

La donna dovrà fare affidamento sulla propria capacità di superare paura e vergogna (non ci si deve sentire inadatte e sbagliate nel ruolo di madri), parlare dei propri sentimenti confidandoli a qualcuno. Chiedere aiuto non rende deboli.

Se la madre è serena, starà bene anche il bambino. Per questo è fondamentale trovare del tempo da dedicarsi e riuscire ad avere una buona qualità del sonno. Quest’ultima è importantissima soprattutto nei primi giorni di vita, in cui il neonato avrà necessità di nutrirsi spesso, a volte anche di notte.


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