GUARDA I NOSTRI CORSI GRATUITI >>> ISCRIVITI SENZA IMPEGNO

13 Novembre: Giornata mondiale della Gentilezza (Parte 2)

13 Novembre: Giornata mondiale della Gentilezza (Parte 2)

Leggi la prima parte dell’articolo

Essere gentili fa bene alla salute

Le evidenze della scienza sono state fondamentali per capire che c’era bisogno di agire in fretta per promuovere la gentilezza, perché, possiamo dirlo, fa bene alla salute.

Gli studi sulla genetica hanno dimostrato che i buoni sentimenti agiscono sul nostro DNA, combattendo l’infiammazione e l’ossidazione, che sono causa di invecchiamento precoce. Gli studi sulle malattie cardiovascolari hanno evidenziato come le persone dal temperamento più aggressivo sviluppino più facilmente un ispessimento delle carotidi, con un aumento di rischio di infarto.

Essere gentili quindi ci fa vivere più a lungo.

La gentilezza è stata inoltre studiata anche in altri ambiti, come la scuola, con risultati sorprendenti dal punto di vista del miglioramento dell’apprendimento e delle relazioni. Sapete perché? Perché la gentilezza si può insegnare!

Bastano pochi piccoli gesti gentili al giorno, nei confronti di una persona, di un animale e di una pianta per stare bene con sé stessi. E, come se fosse un muscolo, può essere allenata sin da piccoli. Per questo educare i bambini e i ragazzi nelle scuole a praticare gentilezza è un investimento sul futuro, anche perché innesca un effetto dòmino.

Quando riceviamo un gesto gentile siamo istintivamente portati a ricambiare, questo perché la comunità è regolata dalla reciprocità, della quale le neuroscienze ne evidenziano le basi. Entrano in gioco infatti i neuroni specchio, basilari per l’empatia, perché ci spronano a imitare i gesti che vediamo e a immedesimarci nella situazione dell’altro.

Qual è il potere della gentilezza? Essere gentili è, dunque, un approccio che ha delle ricadute positive su ogni aspetto della vita e ci aiuta a superare momenti, come quelli caratterizzati dalla rabbia, che ci farebbero solo perdere tempo prezioso da dedicare alla nostra stabilità emotiva. La gentilezza custodisce il segreto per instaurare relazioni solide, autentiche, di fiducia, che ci aiutano a conseguire i risultati desiderati in tutti gli ambiti della nostra esistenza privata e sociale; tale significativo concetto è riassunto nel pensiero di Goethe: “La gentilezza è la catena d’oro con la quale la società viene tenuta insieme”.


Il ruolo centrale dell’empatia e della gentilezza nella crescita e nell’educazione del bambino è approfondito nel seminario gratuito online L’intelligenza emotiva e l’importanza di educare alle emozioni.


Perché ricordare e festeggiare la giornata della gentilezza?

Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo” – così scriveva Buddha.

L’obiettivo di questa giornata è di guardare oltre noi stessi, oltre i confini dei diversi paesi, oltre le nostre culture, etnie e religioni. Renderci conto che siamo cittadini del mondo e che, in quanto tali, abbiamo spazi e presenze da condividere, abbiamo dei luoghi pubblici da curare, degli animali da proteggere, un sistema da conservare e uomini da accogliere e valorizzare. Se vogliamo dare avvio a un miglioramento, se vogliamo raggiungere l’obiettivo di una coesistenza pacifica e di crescita, dobbiamo focalizzare la nostra attenzione e le nostre cure su quello che abbiamo in comune.

Solo così possiamo essere parte di un mondo migliore. Oggi non si sente parlare molto di gentilezza forse perché come tanti importanti valori si preferisce custodirli con gelosia o forse perché questo atteggiamento mette spesso a nudo le nostre fragilità e probabilmente anche quella capacità, considerata ormai un po’ retrò, di accettare, accogliere e condividere con l’altro. Una carezza, un abbraccio, un sorriso, un saluto, un incoraggiamento, un grazie, un consiglio, un attimo di tempo, … in realtà basterebbe così poco per scaldare il cuore dell’altro e non farlo sentire più solo e quindi accettato. Questa condizione di umana accettazione dell’altro è un vero e proprio nutrimento relazionale sempre più indispensabile.

Lo stesso Seneca scriveva: “Ovunque ci sia un essere umano, vi è la possibilità per una gentilezza”. Per essere gentile si deve soprattutto volerlo e poi esercitarsi costantemente per affinare questa capacità; ci si può esercitare tutti i giorni da soli o con altri, guadagnando così la gratitudine di tutti coloro che ci sono vicini e trasformando un semplice pregio in un vero e proprio elemento distintivo. Essere gentili è un modo di essere sano ed equilibrato molto funzionale nei rapporti interpersonali, è un atteggiamento profondo che comprende generosità, umiltà e disponibilità, nasce da una reale disposizione interiore che si si traduce però in fatti concreti.

Al giorno d’oggi viene molto esaltato il desiderio di imporsi sull’altro e la spinta a primeggiare attraverso la cosiddetta “sana aggressività”: sembra che chi è più arrogante o sgarbato si faccia notare di più e quasi che si debba usare una di queste “armi” per diventare qualcuno, per ottenere successo, per non farsi prevaricare dagli altri. Ma siamo proprio sicuri che funzioni così?

La prepotenza o l’aggressività non sono le strade giuste da percorrere. Chi è veramente forte non ha bisogno di essere così presuntuoso, chi è veramente forte sa utilizzare l’intelligenza ed il dialogo e non la coercizione o l’imposizione. Chi è forte dentro si può permettere di essere dolce e gentile nei comportamenti.

Di fronte ad una gentilezza ci tranquillizziamo: un gesto o una parola gentili hanno il potere di far cadere le resistenze e i pregiudizi e sono in grado di liberare chi lo riceve dalle emozioni negative, poiché si crea quell’empatia che ci rende più rilassati.

Inoltre, trattare bene l’altro favorisce l’armonia personale, il cervello libera endorfine, che hanno un effetto benefico sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Ricordiamo sempre che abbiamo il potere del libero arbitrio, è vero non abbiamo il controllo sugli avvenimenti ma lo abbiamo su come decidere di interpretarli. Se siamo certi di cosa è buono e giusto per noi, possiamo decidere come reagire, abbiamo la possibilità di scegliere e l’opportunità per vivere quel momento con saggezza.