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Vaginismo e il suo altro volto: quello psicologico

Vaginismo e il suo altro volto: quello psicologico

La mente è molto più potente di quanto, a volte, crediamo. Sebbene l’atto sessuale sia puramente fisico, infatti, la mente e il modo in cui interpretiamo il piacere o  il dolore è molto importante in tale circostanza e, quando si parla di sesso, la mente ha un ruolo fondamentale. Lo sanno bene le migliaia di donne che soffrono (spesso in silenzio) di vaginismo per motivi psicologici.

Cos’è il vaginismo

Questo disturbo consiste in uno spasmo dei muscoli che circondano la vagina, che si verifica in modo del tutto involontario. Gli spasmi rendono la vagina molto stretta e possono impedire non solo l’attività sessuale, ma anche gli esami medici. Quando si tenta di inserire un oggetto come uno speculum, infatti, (ma anche semplicemente un tampone), la vagina si irrigidisce a causa di una contrazione involontaria dei muscoli del pavimento pelvico.

Ciò provoca spasmo muscolare generalizzato, dolore e una temporanea cessazione della respirazione. Il gruppo muscolare più comunemente colpito è il gruppo muscolare pubo-coccigeo. Questi muscoli sono coinvolti nella minzione, nei movimenti intestinali, nei rapporti sessuali, nell’orgasmo e nel parto.


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La natura psicologica del vaginismo

Il dolore, in questi casi di natura psicologica, è una questione complessa proprio per il disagio che provoca, sia quando se ne soffre sia quando se ne parla con altre persone. Si crea, quindi, un circolo vizioso dove a questo dolore di natura psicologica si aggiunge la vergogna e la sensazione di non essere completa, di non essere adatta – e queste giudizi alimentano ancora di più il dolore psicologico percepito fisicamente.

Sebbene possano esserci ragioni fisiche per il vaginismo – e queste devono essere accertate tramite una accurata visita ginecologica – la verità è che nella maggior parte dei casi è un disturbo di natura psicosomatica, che dipende, quindi, da ciò che si verifica nella nostra testa (anche se il dolore è sicuramente molto inferiore).

Episodi di ansia, paura degli incontri sessuali, tabù sulla sessualità, traumi legati all’intimità, stress, ansia anticipatoria o tendenza alla frustrazione possono essere alcuni dei problemi psicologici che si nascondono, provocando una reazione fisica così radicale che si manifesta nell’impossibilità femminile di sperimentare un rapporto soddisfacente.

Una delle casistiche più gravi, in questo senso, riguarda le donne vittime di stupro, che in molti casi restano con una ferita psicologica che rende quasi impossibile guardare il sesso in modo positivo e soddisfacente.


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Cosa possiamo fare?

La prima cosa è rendersene  conto che il problema può essere perfettamente risolto rivolgendosi  a un professionista che aiuterà la donna a lavorare sulla fiducia che ha in se stessa.

“Come vedi il tuo corpo?” “Che rapporto hai con te stessa, con il sesso?” rispondere a queste domande è il primo passo per iniziare a guarire e capire che un evento traumatico, anche se ti può segnare fortemente, non deve condizionare la tua mente e che non appartiene alla quotidianità.

È fondamentale aiutare le donne a ritrovarsi e aiutarle a liberarsi dei pensieri limitanti.