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Sport in adolescenza: tanti benefici ma anche un’insidia.

Sport in adolescenza: tanti benefici ma anche un’insidia.

 
L’attività fisica rappresenta un elemento di grande importanza per il benessere psico-fisico della persona, al punto che potrebbe avere un forte impatto sul benessere mentale dell’individuo.  Si può dire che l’attività fisica è spesso associata a salute e benessere; una medicina perfetta per la mente ed il corpo a qualsiasi età (World Health Organization, 2020).


Attività fisica e benessere


Svolgere un’attività fisica consente la produzione di endorfine nel nostro corpo, ovvero sostanze chimiche che agiscono come neurotrasmettitori endogeni nel nostro cervello, che sono coinvolti nella regolazione del dolore, delle emozioni e del benessere producendo, in generale, una sensazione di euforia e piacere insieme ad una diminuzione dello stress e dell’ansia.

Oltre alle endorfine, altre sostanze agiscono nel nostro cervello, come ad esempio la dopamina, la serotonina e gli endocannabinoidi, che potrebbero influenzare positivamente il nostro umore. Pertanto, avere un’attività fisica regolare consente di avere molti benefici, quali aumento di autostima, migliorare l’umore, migliorare la qualità del sonno, aumentare l’energia, riduzione di stress, ansia e depressione. Naturalmente, affinché l’attività fisica possa produrre un effetto benefico è necessario che sia regolata da limiti e consapevolezza della persona.


Lo sport in adolescenza

Nello specifico, nel periodo adolescenziale, lo sport assume un ruolo di maggiore rilievo dato che accompagna il/la giovane nello sviluppo psico-fisico e può condurre a un aumento generale del benessere psicologico che potrebbe essere anche associato a migliori risultati scolastici.

Molto spesso però lo sport può divenire un fattore di rischio quando spinge l’adolescente ad adottare regimi alimentari severi e ristrettivi accompagnati da un eccessivo esercizio fisico, soprattutto quando questo è associato alla pratica agonistica. Praticare uno sport agonistico richiede un grande sacrificio sia fisico che mentale, grande dedizione, perfezionismo sia della fisicità che della performance sportiva con programmi di allenamento intensivi e in alcuni casi scarso supporto emotivo.

Inoltre, dato che l’adolescenza rappresenta un periodo importante e delicato caratterizzato da grandi cambiamenti fisici e psicologici, questo rende la persona più esposta a vulnerabilità emotiva con reazioni comportamentali, in alcuni casi disfunzionali, con l’obiettivo di attuare strategie regolatorie in risposta ad eventi stressanti o a disagio psichico. Vivendo un disagio emotivo, per far fronte alle richieste dell’ambiente esterno e delle relazioni sociali, l’adolescente attua stili di regolazione emotiva e alcuni di questi, essendo associati al cambiamento fisico e all’insoddisfazione in relazione alla nuova immagine corporea, potrebbero anche indurli a sviluppare un disturbo alimentare poiché molto spesso associati a stili alimentari disfunzionali.

Sport agonistico e disturbi alimentari

I soggetti maggiormente esposti al rischio di sviluppare un disturbo alimentare in associazione allo sport agonistico sono coloro che appartengono alla categoria dei cosiddetti “lean sport”, ovvero tutti coloro che appartengono a discipline sportive per le quali è richiesto un corpo magro per massimizzare la performance sportiva o a cui è richiesta l’appartenenza a una determinata classe di peso o a cui viene attribuita molta enfasi all’aspetto fisico.

Ricerche recenti mostrano una maggiore incidenza del genere femminile con eccessiva preoccupazione per il peso e con tendenze ai disturbi alimentari e sembra che i soggetti che praticano uno sport agonistico siano maggiormente a rischio rispetto a coloro che non praticano l’attività agonistica.

Ad oggi, la correlazione tra disturbi alimentari e sport agonistico non sembra essere collegata solamente al criterio di magrezza, ma nonostante sia sempre collegato al peso, è frequente l’idea del raggiungimento di un fisico possente e muscoloso. Di fatti, nell’ultimo periodo vi è stato un aumento di casi di bigoressia (o complesso di Adone), ovvero il desiderio di avere un corpo asciutto e muscoloso associato ad allenamenti estremi seguiti da diete estenuanti e comportamenti autopunitivi. Stime recenti evidenziano che il rapporto tra i disturbi alimentari e lo sport agonistico è di 1 adolescente su 3, in quanto i fattori di rischio non riguardano soltanto le caratteristiche della persona stessa, ma derivano anche dall’ambiente esterno che lo circonda.


In conclusione


Lo sport è un’attività estremamente importante nella crescita dell’adolescente, tuttavia bisognerebbe dare molta attenzione alla possibile scelta dell’attività agonistica in un’età precoce, in quanto i cambiamenti fisici legati al raggiungimento della pubertà potrebbero non essere in linea con le richieste dell’attività sportiva scelta e questo potrebbe indurre l’adolescente ad attuare comportamenti alimentari disfunzionali causati da una forte insoddisfazione corporea legata anche ad un abbassamento della performance sportiva causata dalla trasformazione corporea.

Pertanto, risulta estremamente importante un monitoraggio costante da parte del genitore verso i cambiamenti sia fisici che psicologici a cui l’adolescente è sottoposto, dando anche un appropriato supporto emotivo che aiuti i/le ragazzi/e a sviluppare una adeguata autostima essendo in grado di amare sé stessi coltivando l’apprezzamento e il rispetto verso di sé ed evitando così di colpevolizzarsi e punirsi per i propri difetti.

Bibliografia

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  • Palmonari, A. (2011). Psicologia dell’adolescenza (terza edizione). Bologna:Il Mulino Editore.
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