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“Per dieci minuti” di Chiara Gamberale

“Per dieci minuti” di Chiara Gamberale

La vita è un continuo turbinio di emozioni contrastanti, di alti e bassi, e spesso le emozioni negative ed i “bassi” sono più frequenti. Tale sbilanciamento porta molte volte ad uno stato di default, cui consegue spesso un cambiamento radicale.

La monotonia spesso stanca e si ha voglia di un cambiamento, ma…il cambiamento in sé spaventa seppure il più delle volte diviene necessario. Spesso accade che l’uomo non riesce da solo ad uscire fuori da questo stato di crisi interiore e la soluzione migliore sarebbe affidarsi ad un  professionista: il terapeuta.

Per quanto appena scritto, mi sovviene alla mente uno dei libri di Chiara Gamberale, che mi fu regalato l’anno scorso da mia sorella, il cui titolo è “Per 10 minuti”. Il libro attrae già dalla copertina che raffigura una ragazza con la testa in una nuvola su di uno sfondo azzurro cielo, come a dare il messaggio che codesta volteggi nell’aria perché piena di pensieri, senza capacità di prendere una decisione.

La trama di “Per dieci minuti”

La protagonista è Chiara, la quale vivendo in una situazione di pieno tumulto emotivo, si affida alla Dottoressa T., una Psicologa. Ascoltando Chiara, la dottoressa propone alla paziente un gioco, sulla base del metodo Steiner.

Rudolf Steiner (Kraljevec, 1861) fu il fondatore dell’antroposofia. Nei suoi scritti consigliava 5 esercizi coi quali era possibile una crescita interiore: fra questi troviamo quello rivolto al cambiamento. Il gioco consiste nel porsi un nuovo obiettivo, una nuova attività da svolgere per dieci minuti; ogni giorno un’esperienza diversa per un totale di 30 giorni. Questo gioco è la parte su cui ruota l’intero libro. Chiara svolgerà ogni giorno nuove attività mai fatte, seppure differenti e fastidiose secondo il proprio stile di vita ed i propri canoni!

Ad una prima apparenza il gioco sembra banale e troppo riduttivo, ma poi, man mano, ci si accorge che spesse volte si è ancorati su qualcosa a cui noi diamo per certo, perdendo di vista tutto ciò che c’è intorno e che magari sia un’alternativa ancora più valida.

Da gioco a momento di crescita

Come sostiene anche uno dei più grandi psicoanalisti, Donald Winnicott, “è nel giocare e solo mentre gioca che l’individuo, bambino o adulto, è in grado di essere creativo e di fare uso dell’intera personalità, ed è solo nell’essere creativo che l’individuo scopre il sé.” Pensare a circa 30 nuove esperienze non è facile e non lo è nemmeno ritagliarsi 10 min di tempo per sé stessi.

Tra le prime nuove attività sperimentate dalla protagonista è quello di recarsi dall’estetista, e provare un nuovo colore di smalto per la manicure, il fucsia. Chiara si accorge che quel colore, che non aveva mai osato stendere sulle unghie, si rivela addirittura splendido e piacevole alla vista. Seguirà anche la palestra, piantare una pianta per la prima volta, fare del ricamo, esperienze di cucina, lei che non era poi così brava a fare tutto ciò! Si reca addirittura in una libreria ove starà alle vendite e l’occasione sarà utile per osservare ciascun lettore acquirente, ed interrogarsi:

“Chi sono, dunque, “i lettori”?

Sono senz’altro persone molto diverse tra loro. […] Leggiamo per noia, per curiosità, per scappare dalla vita che facciamo, per guardarla in faccia, per sapere, per dimenticare, per addomesticare i mostri fra la testa e il cuore, per liberarli.

Non ci somigliamo per niente anche se teniamo in mano, amiamo, detestiamo, e se per Natale regaleremo a chi ci è più caro, lo stesso libro.

Molte parti del libro, descrivono una persona qualunque: coi suoi problemi ed i suoi limiti, le sue paure ed ansie.”

Un’altra esperienza che incuriosisce ed allo stesso tempo fa riflettere è il camminare per un buon tratto di strada all’incontrario. Come a significare: “guardare il passato, non dimenticarlo e far tesoro delle esperienze, belle o brutte che siano; ciò che conta è andare avanti sempre e comunque”.

Muoversi verso il cambiamento, per dieci minuti alla volta

L’invito che l’autrice invia ai suoi lettori è quello di essere propositivi al cambiamento, di uscire dai soliti schemi. Il nome della protagonista non a caso è Chiara, proprio perché il libro ripropone esperienze di vita sue personali, proprio per abbattere il muro della vergogna. Chiara, la protagonista, annuncia: “Mi ha stupefatto scoprire che sono infiniti i modi con cui si possono riempire dieci minuti.”

Eppure quando siamo stati piccoli, durante il periodo dell’infanzia, abbiamo appreso ogni giorno nuove conoscenze, abbiamo sperimentato nuove cose, senza nessuna paura; ma quando si è adulto questo coraggio sembra sparire. Non è così: esso vive in noi riposto ad un angolino, in attesa della resilienza. “Mi ha stupefatto di più scoprire quello che c’era già”.

Ma quali sono i possibili effetti positivi di tale gioco?

Innanzitutto la mente si distoglie dai cattivi pensieri e si concentra su altro, su qualcosa di nuovo. Lo sperimentare cose nuove o che non abbiamo mai avuto il coraggio di farlo, fa accrescere la nostra visione e consapevolezza sulla realtà.

Altro effetto è quello di uscire dal proprio “Egoland”: è così che Chiara chiama il suo castello ove alla fine vive, ma imprigionata dalla troppa timidezza, dalla scarsa inventiva e voglia di fare. Il dolore, la crisi non è sinonimo di distruzione e fallimento, ma è un nuovo inizio. Come sostiene la Dottoressa T. “Cambiare è vitale”.


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