Il 30 settembre 2022 Tesla, l’azienda automobilistica (e non solo!) di Elon Musk con sede in California, ha presentato l’AI DAY, un evento annuale dedicato all’intelligenza artificiale e alla robotica. In questa giornata, gli ingegneri e il CEO dell’azienda hanno presentato un prototipo di robot umanoide: “Optimus”.
Chi è Optimus?
L’annuncio di un prototipo di umanoide risale all’anno scorso, quando Musk aveva portato sul palco della manifestazione annuale un uomo con una tuta bianca da robot, con il fine di mostrare ciò che sarebbe stato realizzato in un futuro prossimo. In quell’occasione, Tesla aveva mostrato le mani già pronte, interamente robotizzate, che per la specificità della loro composizione sembravano vere ed umane.
Questa volta in scena sul palco c’è il prototipo di un robot, che cammina abbastanza spedito, senza fili e saluta la platea. Nel momento in cui si allontana, parte un video che illustra tutto ciò che è capace di fare come, ad esempio, afferrare un annaffiatoio o mettere a posto un pacco troppo pesante. Per dare veridicità a tutto ciò, il suo lavoro è coordinato da quello degli operai di uno stabilimento di Tesla.
Per ora, Optimus è ancora in fase di sviluppo e sicuramente ci vorrà qualche anno per ottimizzare il progetto, ma Musk è molto fiducioso e afferma che presto il robot sarà completo. Ribadisce anche che tutti i materiali utilizzati per la costruzione saranno rigorosamente nel rispetto dell’ambiente, promettendo di ridurre al massimo il consumo energetico.
Il CEO di Tesla ha affermato, inoltre, che il costo stimato del prodotto finito sul mercato è di 20 mila dollari, praticamente quanto una normale vettura, il che lo renderebbe il primo robot umanoide dal prezzo “accessibile” anche per un privato cittadino.
Infine, ha rassicurato che si tratta di un’innovazione che non sostituisce l’uomo nel lavoro, ma che lo potrà aiutare e migliorare nelle performance. Una paura diffusa è, infatti, che le industrie del domani siano popolate interamente da robot, ma -almeno in questo caso- l’intento è quello di migliorarsi tecnologicamente guardando verso un futuro più prospero.
Com’è Optimus?
Il torso ospita una batteria da 2.3 kWh, che secondo gli ingegneri dovrebbe essere sufficiente per un’intera giornata.
Nella parte anteriore è presente un computer centrale che, secondo le previsioni, potrà svolgere tutte le funzioni principali, esattamente paragonabile a ciò che fa un cervello umano. È collegato ad un modulo WIFI ed ad uno LTE, e possiede supporti per l’audio, per la sicurezza e per la protezione.
Durante la presentazione, un ingegnere ha mostrato una comparazione tra un’auto di produzione Tesla ed Optimus, sottolineando che quest’ultimo può svolgere le sue funzioni nonostante abbia 28 attuatori che non conoscono di preciso il ruolo che devono compiere.
Le mani di Optimus sono perfettamente riconducibili a quelle umane: hanno quattro dita e un pollice opponibile, sono formate da tendini meccanici, metallici, robusti e flessibili che gli danno la possibilità di poter compiere tutti i tipi di movimento.
Per quanto riguarda la funzione visiva, per ora, sono state fatte varie simulazioni con l’ausilio di un pianificatore. In questo caso, Optimus riceveva informazioni tali da permettergli di muoversi. Questo è un elemento su cui lavorare, perché per fare in modo che il robot sia autonomo e abbia un sistema software capace di fargli mettere in atto qualsiasi azione in maniera autonoma, bisogna inserire sensori che simulino fattori di destabilizzazione dinamici.
Il parere degli esperti
Molti esperti del settore ritengono che gli ingegneri Tesla abbiano fatto tantissimi progressi in soli sei mesi. Nonostante questo, credono che siano ancora molto lontani dai risultati ottenuti da Atlas (prodotto da Boston Dynamics) o da ASIMO (prodotto da Honda), due robot già esistenti da anni.
Secondo il parere degli esperti, Tesla non ha introdotto nulla di “nuovo” a livello tecnologico, ma non c’è nessun dubbio sul fatto che l’esistenza di Optimus e l’interessamento di Musk alla robotica sia comunque un fattore positivo, perché concede la possibilità di poter continuare a studiare e a investire nella meccanica e nella produzione.