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Nuove disposizioni INPS sul cumulo di pensione e lavoro autonomo nel 2023: scadenze e eccezioni

Nuove disposizioni INPS sul cumulo di pensione e lavoro autonomo nel 2023: scadenze e eccezioni

Il panorama delle pensioni in Italia è caratterizzato da un divieto di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo. I pensionati che hanno percepito redditi di questo tipo nell’anno precedente devono presentare un’apposita dichiarazione dei redditi entro il 30 novembre 2023. Tuttavia, esistono alcune eccezioni che esentano determinate categorie di pensionati da questo obbligo. Quindi conviene conoscere le nuove disposizioni Inps

Le regole sul cumulo pensione e lavoro autonomo

L’INPS, con il Messaggio numero 4043 del 15-11-2023, ha specificato che i titolari di pensione con decorrenza entro l’anno 2022, soggetti al divieto parziale di cumulo della pensione con i redditi da lavoro autonomo, devono dichiarare i redditi da lavoro autonomo entro il 30 novembre 2023. Questo adempimento è regolato dall’articolo 10 del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 503.

Chi deve presentare la comunicazione

Tutti i pensionati che non rientrano nelle condizioni esentate devono comunicare i redditi da lavoro autonomo conseguiti nell’anno 2022 entro il 30 novembre 2023, rispettando la scadenza della dichiarazione fiscale.

Categorie esentate dall’obbligo di dichiarazione

Esistono diverse categorie di pensionati esentati dall’obbligo di dichiarare i redditi da lavoro autonomo dell’anno 2022:

  • Titolari di pensione e assegno di invalidità prima del 31 dicembre 1994: se hanno ricevuto la pensione o l’assegno di invalidità entro questa data, non devono dichiarare i redditi da lavoro autonomo.
  • Titolari di pensione di vecchiaia: dal 1° gennaio 2001, le pensioni di vecchiaia sono totalmente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo, indipendentemente dall’anzianità contributiva utilizzata per la liquidazione della pensione.
  • Titolari di pensione di vecchiaia liquidata nel sistema contributivo dopo il 1° gennaio 2009: possono cumulare interamente la pensione di vecchiaia con i redditi da lavoro a partire da questa data.
  • Titolari di pensione di anzianità e di trattamento di prepensionamento a partire dal 1° gennaio 2009: anche queste prestazioni possono essere totalmente cumulate con i redditi da lavoro a partire da questa data.
  • Titolari di pensione o assegno di invalidità con un’anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni: Se hanno un’anzianità contributiva di almeno 40 anni, non sono tenuti a dichiarare i redditi da lavoro autonomo.

Come presentare la dichiarazione sul cumulo

I pensionati possono presentare la dichiarazione sul cumulo dei redditi da pensione e lavoro accedendo alla sezione “MyInps” del portale istituzionale dell’INPS tramite CIE, SPID o CNS.

Il servizio online RED semplificato consente di compilare la dichiarazione, selezionando la Campagna di riferimento (2023 per la dichiarazione dei redditi dell’anno 2022). È anche possibile utilizzare il Contact Center Multicanale chiamando il numero 803 164 o il numero 06 164 164.

Quali redditi dichiarare

I redditi da lavoro autonomo devono essere dichiarati al netto dei contributi previdenziali e assistenziali e al lordo delle ritenute erariali. Il reddito d’impresa deve essere dichiarato al netto delle eventuali perdite deducibili imputabili all’anno di riferimento del reddito. Inoltre, i pensionati devono comunicare i redditi che prevedono di ottenere per l’anno successivo.

Dichiarazione a preventivo per il 2023

I pensionati che non possono cumulare la pensione con i redditi da lavoro autonomo e svolgono tale attività durante l’anno in corso devono presentare anche una “dichiarazione a preventivo” per il 2023. Le trattenute calcolate inizialmente sulla pensione saranno regolate successivamente in base alla dichiarazione dei redditi del 2023, resa definitiva nel 2024.

Casistiche particolari

Esistono alcune situazioni particolari da considerare:

  • Titolari di pensione di invalidità: sono esentati se il reddito annuo non supera l’importo del trattamento minimo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti relativo all’anno corrispondente.
  • Attività svolte in programmi di reinserimento: i redditi derivanti da attività in programmi di reinserimento per anziani non sono considerati per l’applicazione del divieto di cumulo con la pensione.
  • Indennità e gettoni di presenza degli amministratori locali: non sono considerati redditi da lavoro per il cumulo con la pensione.
  • Indennità per cariche pubbliche elettive: le indennità connesse a cariche pubbliche elettive non rientrano nei redditi da lavoro per il cumulo con la pensione.
  • Indennità per i giudici tributari: o pensionati giudici tributari sono esenti dal divieto di cumulo per le indennità percepite per tale funzione.
  • Remunerazioni dei sacerdoti: Le remunerazioni dei sacerdoti possono essere cumulate con i trattamenti pensionistici senza essere soggette al divieto di cumulo.

Regole per pensionati iscritti alla Gestione pubblica

Per gli iscritti alla Gestione dipendenti pubblici, il divieto di cumulo pensione e redditi da lavoro si applica ai trattamenti pensionistici di inabilità. Le eccezioni includono trattamenti privilegiati erogati agli appartenenti al comparto difesa e sicurezza che passano all’impiego civile nella pubblica Amministrazione per inidoneità al servizio militare o d’istituto.

Regole per iscritti all’INPGI

Dal 1° luglio 2022, le pensioni di invalidità secondo il Regolamento di previdenza della Gestione Sostitutiva dell’AGO dell’INPGI possono essere cumulate con i redditi da lavoro.

Regole per pensionati che svolgono lavoro sportivo

A partire dal 1° luglio 2023, la riforma del lavoro sportivo si applica al dilettantismo. Coloro che si dedicano all’attività sportiva e sono titolari di pensioni o assegni di invalidità possono cumulare tali trattamenti con i redditi da lavoro autonomo o dipendente.

Scadenza dell’obbligo di comunicazione

La comunicazione sui redditi da lavoro autonomo per il 2022 deve essere effettuata entro il 30 novembre 2023, data di scadenza per la dichiarazione dei redditi.

Sanzioni

I titolari di pensione che non presentano la dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo sono obbligati a versare all’INPS una somma equivalente all’intero importo annuo della pensione percepita nell’anno cui si riferisce la dichiarazione non presentata. Questa somma sarà detratta direttamente dalle rate di pensione dovute al trasgressore.

In conclusione, è fondamentale che i pensionati interessati rispettino le scadenze e le procedure stabilite dall’INPS per la dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo, assicurandosi di essere a conoscenza delle eccezioni che possono esentarli dall’obbligo. La mancata presentazione della dichiarazione può comportare sanzioni finanziarie significative.

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