In un contesto in cui il nostro pianeta è sempre più vulnerabile ai cambiamenti climatici, la UN Climate Change Conference (COP28), programmata a Dubai, si prospetta come un evento di importanza cruciale.
Questo summit potrebbe rappresentare una svolta nella lotta globale contro i cambiamenti climatici, sebbene emergano preoccupazioni sulle sue prospettive date le circostanze paradossali che lo circondano.
Cos’è la COP28 e chi partecipa
La COP28 è l’edizione 2023 della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. Si tratta di un forum globale che riunirà leader mondiali, scienziati, esperti, rappresentanti di ONG e aziende, comprese quelle del settore fossile.
La conferenza prevede la partecipazione di quasi tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite, tra cui Stati Uniti, nazioni dell’Unione Europea, Regno Unito, Canada, India, Australia, Cina, Brasile, Russia e Sudafrica, per un totale di 197 Stati.
Quando e dove si svolge
Il summit sul clima si terrà dal 30 novembre al 12 dicembre 2023 presso Expo City a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
Gli obiettivi della COP28
La COP28 si prefigge diversi obiettivi ambiziosi, riflettendo l’urgenza di affrontare la crisi climatica:
- Mantenere l’accordo di Parigi: la conferenza valuterà i progressi compiuti nel rispetto degli impegni presi con l’Accordo di Parigi del 2015, che mira a limitare l’aumento della temperatura globale a meno di 2°C rispetto ai livelli preindustriali.
- Promuovere la transizione energetica: un punto chiave sarà l’accento sugli investimenti in fonti di energia rinnovabile per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e limitare il riscaldamento globale.
- Rafforzare i finanziamenti per il clima: i Paesi dovranno concordare sforzi per aumentare i finanziamenti destinati alle nazioni più povere e in via di sviluppo, particolarmente minacciate dai cambiamenti climatici.
- Utilizzare strategicamente la tecnologia: si discuterà dell’importanza dell’innovazione tecnologica per mitigare gli effetti della crisi climatica e sviluppare soluzioni sostenibili.
I paradossi della COP28: un possibile fallimento?
Dopo l’insuccesso della COP27, la COP28 si apre con un’aura di pessimismo, accentuata dai paradossi che la circondano. Il sultano Al Jaber, CEO della ADNOC, la compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti, presiederà la conferenza, sollevando preoccupazioni sulla sua imparzialità.
Un’inchiesta condotta dal Center for Climate Reporting e dalla BBC ha svelato l’intenzione degli Emirati di favorire accordi a sostegno delle proprie società di petrolio e gas durante la conferenza.
Inoltre, la maggior parte degli sponsor dell’evento, tra cui EYe Bank of America, non ha impegni concreti per ridurre le emissioni di gas serra. Un’analisi di Speedwell ha rivelato che solo uno degli oltre 20 sponsor ha aderito agli obiettivi scientifici net zero supportati dalle Nazioni Unite.
Questo scenario solleva dubbi sul successo della conferenza, evidenziando la mancanza di un impegno effettivo da parte delle aziende coinvolte.
In conclusione, la COP28 rappresenta un’opportunità cruciale per affrontare la crisi climatica, ma le incertezze e i paradossi che la circondano alimentano il timore che possa essere un altro capitolo di fallimento anziché un punto di svolta nella lotta contro i cambiamenti climatici.
La comunità internazionale osserva con attenzione, sperando che questo summit possa superare le sfide e portare a risultati concreti per il bene del nostro pianeta.
Polemiche climatiche: la battaglia contro i negazionisti in Italia e oltre
In diverse nazioni, Italia inclusa, le polemiche infuriano tra sostenitori del cambiamento climatico e negazionisti. Mentre la comunità scientifica globale sottolinea l’urgenza di affrontare la crisi climatica, i negazionisti spesso seminano discordia, contestando le evidenze scientifiche.
In Italia, le dispute si accendono su politiche ambientali, complicando gli sforzi per adottare misure decisive. La sfida è bilanciare il dibattito pubblico, educando e sensibilizzando sull’importanza di affrontare i cambiamenti climatici senza cadere nelle retoriche negazioniste.
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