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Bonus verde: cos’è, a chi spetta, come ottenerlo

Bonus verde: cos’è, a chi spetta, come ottenerlo

Per l’anno 2023 è ancora possibile usufruire del beneficio fiscale noto come “bonus verde“, una agevolazione progettata per sostenere le spese legate alla ristrutturazione di giardini, terrazzi e altre aree esterne connesse alle proprietà immobiliari.

È importante sottolineare che il bonus verde può essere richiesto senza la necessità di soddisfare requisiti specifici legati all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), e consente di ottenere una detrazione fiscale che può arrivare fino a 1.800 euro per ogni unità abitativa.

In questa panoramica, esamineremo sia gli interventi per i quali è possibile richiedere la detrazione, sia chi può beneficiare del bonus verde nel corso del 2023.

Natura e scopo del bonus verde 2023

Il bonus verde rappresenta una detrazione fiscale Irpef al 36% su un importo massimo di spesa di 5.000 euro, IVA inclusa, per ciascuna unità immobiliare. Questa agevolazione riguarda le spese relative a lavori straordinari condotti per il restauro e l’ammodernamento di terrazzi, giardini e, in generale, di aree verdi connesse a edifici residenziali privati, compresi gli edifici condominiali.

L’importo massimo risparmiabile per ciascun beneficiario è di 1.800 euro.

Il bonus verde è stato istituito attraverso l’articolo 1, comma 12, della Legge di Bilancio del 2018 ed è stato prorogato nel 2019 mediante l’articolo 1, comma 68, della Legge del 30 dicembre 2018, n. 145.

Successivamente, è stato oggetto di ulteriori proroghe, l’ultima delle quali è stata effettuata tramite la Legge di Bilancio del 2022, che ha esteso la validità dell’agevolazione per gli anni 2022, 2023 e 2024. Tutte le fasi relative alla richiesta e all’erogazione del bonus sono gestite dall’Agenzia delle Entrate.

Esamineremo ora più dettagliatamente chi può beneficiare del bonus verde e il suo funzionamento.

Destinatari del bonus verde 2023

Possono beneficiare del bonus verde nel corso del 2023 le seguenti categorie specifiche di soggetti:

  1. Proprietari dell’immobile;
  2. Titolari di nuda proprietà;
  3. Usufruttuari;
  4. Persone che hanno l’immobile in comodato d’uso;
  5. Inquilini in affitto;
  6. Case popolari;
  7. Condomini, enti pubblici o privati soggetti all’IRES.

È fondamentale sottolineare che il bonus verde si applica all’immobile soggetto ai lavori.

Pertanto, chi possiede la proprietà dell’immobile o ha diritti legali su di esso può sommare le detrazioni relative alle spese sostenute su ogni singola unità di sua proprietà.

Nel caso in cui un’unità immobiliare su cui sono stati eseguiti lavori previsti dal bonus verde venga venduta, la detrazione non utilizzata, in tutto o in parte, viene trasferita al nuovo proprietario o a chi subentra nella proprietà, per i restanti periodi d’imposta, a meno di accordi diversi tra le parti.

In caso di decesso del beneficiario, il diritto alla detrazione fiscale viene interamente trasmesso all’erede che mantiene la detenzione diretta e materiale dell’unità immobiliare.

Bonus verde per gli edifici condominiali

È importante sottolineare che il bonus verde 2023 copre anche le spese sostenute per lavori effettuati sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali. Tuttavia, in questo caso, il beneficio viene applicato al singolo condomino entro il limite della quota condominiale a lui imputabile. È essenziale che la quota condominiale sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini della dichiarazione dei redditi in cui viene richiesto lo sconto fiscale.

Questa agevolazione viene suddivisa in 10 anni attraverso quote costanti, a partire dall’anno in cui sono state sostenute le spese e nei successivi. Sono ammessi al beneficio solo gli interventi innovativi o modificativi sulle aree verdi. Non è invece possibile ottenere la detrazione per le spese legate a lavori fatti in economia (cioè solamente per l’acquisto di materiali) o per la manutenzione ordinaria e periodica di giardini condominiali preesistenti.

Funzionamento del Bonus Verde 2023

Il bonus verde 2023 è applicabile agli interventi che riguardano le aree verdi di edifici privati.

In pratica, chi effettua i lavori anticipa i fondi per l’intervento e una parte di questi verrà “restituita” attraverso una detrazione annuale sull’Irpef da versare.

Questa agevolazione fiscale viene applicata nella dichiarazione dei redditi e viene suddivisa in dieci quote annuali di uguale ammontare, con un tetto massimo di spesa di 5.000 euro, fino a un massimo di 1.800 euro per ciascuna unità immobiliare ad uso abitativo.

Tuttavia, è essenziale notare che questa agevolazione non è applicabile agli immobili adibiti a scopi diversi da quelli abitativi, come ad esempio gli uffici e i negozi, che non rientrano nei benefici del bonus verde.

Nei casi in cui un immobile residenziale abbia un uso misto, sia per attività commerciali che per l’esercizio di una professione, la detrazione si riduce del 50%. In questa situazione, l’agevolazione ammonta al massimo all’18% delle spese sostenute, sempre nel limite di 5.000 euro.

Interventi ammissibili

Il bonus verde può essere applicato esclusivamente alle spese sostenute per i seguenti interventi:

  1. Sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, recinzioni o pertinenze, inclusa la realizzazione di pozzi e impianti d’irrigazione;
  2. Realizzazione di coperture verdi e giardini pensili;
  3. Spese di progettazione e manutenzione correlate all’esecuzione dei due tipi di interventi sopra menzionati;
  4. Realizzazione di fioriere e allestimento a verde di balconi e terrazzi, purché siano interventi innovativi e permanenti relativi agli immobili residenziali;
  5. Progettazione e manutenzione legate all’esecuzione di questi interventi.

Al contrario, non sono ammesse alla detrazione le spese relative a:

  1. Manutenzione ordinaria di giardini preesistenti che non comportano alcuna modifica o innovazione;
  2. Interventi in economia effettuati dal proprietario o l’acquisto di semplici vasi da balcone.

Modalità di pagamento accettate

Per accedere al bonus verde 2023, i pagamenti dei lavori devono essere effettuati con mezzi tracciabili, come carte di credito, bancomat, assegni non trasferibili, bonifici bancari o postali. Le spese devono essere debitamente documentate per consentire controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate durante la fase di richiesta della detrazione fiscale.

Procedura per ottenere il bonus verde 2023

Per ottenere il bonus verde è necessario che gli interventi siano certificati attraverso una ricevuta fiscale valida o una fattura emessa dall’impresa che ha eseguito i lavori. Inoltre, è obbligatorio presentare un’autocertificazione in cui si indichi l’importo totale delle spese sostenute per i lavori, garantendo che questi siano adeguatamente documentati, reali e conformi alla normativa vigente.

Le spese vanno dichiarate nel quadro “E” del modello 730 dell’anno in cui sono state sostenute, utilizzando il codice “12”.

La dichiarazione dei redditi verrà soggetta a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, che verificherà la documentazione a supporto dei lavori eseguiti.

A differenza di altre agevolazioni come il bonus acqua potabile o l’ecobonus, non è possibile trasformare la detrazione Irpef in uno sconto sulla fattura o cederla a banche o aziende esterne. L’unico modo per beneficiare del rimborso fiscale è attraverso una riduzione diretta dell’imposta sul reddito, e non è possibile cedere il credito accumulato o richiedere uno sconto diretto all’impresa esecutrice o al fornitore.

Documenti necessari per il bonus verde 2023

Come precedentemente indicato, per ottenere il bonus verde è necessario presentare una serie di documenti durante la fase di dichiarazione dei redditi dell’anno interessato.

Questi documenti includono:

  1. Fatture o ricevute con il codice fiscale del beneficiario della detrazione e una descrizione dettagliata dell’intervento eseguito;
  2. Autocertificazione che attesti che le spese non superano il limite massimo di 5.000 euro previsto per la detrazione;
  3. Documentazione del pagamento delle spese attraverso mezzi tracciabili.

Nel caso dei condomini, l’amministratore condominiale deve presentare una dichiarazione che attesti di aver rispettato tutti gli obblighi di legge e verificato che la quota spettante sia stata corrisposta dai condomini. Se il condominio conta meno di 8 unità o se l’edificio non ha un codice fiscale, i proprietari o inquilini devono presentare un’autocertificazione che attesti i lavori eseguiti e i dati catastali delle singole unità immobiliari.

Procedura di bonifico per bonus verde 2023

Come anticipato, per ottenere la detrazione del bonus verde, i pagamenti devono essere effettuati attraverso mezzi tracciabili, ed è richiesto l’uso del cosiddetto “bonifico parlante”. Benché la normativa non stabilisca una dicitura specifica per il bonifico del bonus verde, l’Agenzia delle Entrate ha specificato nella circolare n.13 del 19 maggio 2019 che il bonifico deve includere una serie di dettagli, tra cui:

  1. Causale del pagamento che indichi chiaramente che si tratta di un versamento per interventi di recupero del patrimonio verde che danno diritto alla detrazione;
  2. Codice fiscale del beneficiario della detrazione, che può essere differente da quello dell’ordinante del bonifico;
  3. Partita IVA o codice fiscale del soggetto a favore del quale è stato effettuato il bonifico.

Nel caso in cui il bonifico non includa tutti questi dettagli, la detrazione sarà concessa solo se il contribuente è in possesso di una dichiarazione sostitutiva dell’impresa che attesti che i pagamenti a suo favore sono stati contabilizzati per un intervento agevolato. Questa documentazione deve essere presentata dal contribuente al suo consulente fiscale, commercialista o presso un CAF durante la dichiarazione dei redditi o su richiesta da parte dell’amministrazione finanziaria.

È importante sottolineare che l’Agenzia delle Entrate eseguirà dei controlli su questa documentazione.