Alle soglie del 2023 siamo circondati da persone “iperconnesse” ai loro smartphone. C’è chi lo usa per lavoro, chi lo usa per divertimento e chi lo usa per esigenza. In maniera dirompente l’uso dei social come Instagram, Facebook e TikTok ha condizionato la comunicazione di massa ma anche dei singoli: un esempio dell’evidente cambiamento sociale è l’uso dei social da parte di molti politici, che hanno capito che per comunicare con i giovani, bisogna passare per i social.
Infatti sui social vediamo adulti con figli che mostrano le loro case, che ballano, che si prestano a challenges sfidando gli amici. In maniera immediata e diretta mostrano una vetrina sulla società moderna. Tuttavia, questo comportamento può avere conseguenze dipendenti dalle abitudini degli adulti, che vengono in parte assimilate e imitate dai bambini. Così, anche l’eccessivo uso dello smartphone può essere considerato dai bambini come un comportamento normale.
Qual è il risultato di questo cattivo esempio?
Bimbi iperconnessi con dipendenza da smartphone. A tal proposito l’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche ha condotto uno studio e il risultato indica dati allarmanti.
Partiamo già dai neonati: nella fascia 0-4 anni, il 60% dei genitori usa lo smartphone come forma di intrattenimento con i figli, a 5-6 anni usano il tablet per giocare o vedere cartoni mentre mangiano. In Europa il 33% dei bambini tra i 5 e i 6 anni ha già un profilo social -mentre in Italia bisogna aver compiuto 14 anni- l’83% di loro utilizza il tablet, il 59% usa un’app di messaggistica come Whatsapp.
Lo smartphone è sempre più presente nella vita della famiglia, dalla più tenera età, in tutti i momenti della giornata, e tutto questo ricade sulle relazioni e sulle emozioni che si instaurano nei rapporti tra genitore e figli.
Un altro tipo di relazione compromessa dall’uso dei cellulari è quella che si instaura tra madre e figlio: risulta che una donna su 2 mentre allatta consulta lo smartphone. Questi sono alcuni dei dati emersi dallo studio dell’Associazione nazionale dipendenze tecnologiche (Di.Te) mostrati durante la consegna del premio PreSa.
Nella fascia di età 4-9 anni, l’88% dei genitori dichiara di intrattenere i figli con smartphone o tablet, di usarli in loro presenza (96%), di concedere l’uso prima di dormire (37%), di far usare lo smartphone quando sono stanchi o agitati (30%) o durante i pasti (41%).
Se poi ci riferiamo alla fascia pre-adolescenziale l’età compresa tra i 9-14 anni, i dati sono ancora più allarmanti, il 98% dei ragazzi usa i dispositivi durante la giornata e il 62% prima di addormentarsi, l’81% deve usarli altrimenti si annoia il 57% preferisce rimanere in casa al cellulare piuttosto che uscire, il 77% dice che si arrabbia quando i genitori gli tolgono la connessione.
I rischi dell’iperconnessione e della dipendenza da smartphone
Sull’iperconnessione, un fenomeno così largamente diffuso, Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta, presidente di Di.tè, che ha ricevuto quest’anno il premio PreSa dice: “Tutto questo ha impatto sulle relazioni e le emozioni. Sempre più ragazzi, specie dopo la pandemia, preferiscono vivere online piuttosto che fare esperienze nella vita reale, con tutto quello che può derivare, dal cyberbullismo alla hikikomori. Un uso eccessivo e precoce può avere conseguenze negative sul piano psicologico e sociale, ma molti adulti – conclude – non conoscendo i rischi è come se abdicassero il loro ruolo di educatori. Questo conferma l’ esigenza di un’educazione digitale precoce: già il ginecologo o il pediatra dovrebbero iniziare a parlare con i genitori di questo“.
Il corso online FIGLI ADOLESCENTI – Come evitare la dipendenza da Smartphone e Tablet approfondisce il tema e fornisce utili raccomandazioni.
Sulla tavola degli italiani oltre alle vettovaglie troviamo cellulari e tablet. “Dove posizionarli, a destra o a sinistra delle posate?”, sembra ironicamente una domanda per il galateo.
Il cellulare è il prolungamento della personalità dell’individuo, essendo però un oggetto dovrebbe essere trattato come tale, invece il ruolo sembra ribaltato: lo smartphone ha l’uomo come prolungamento del suo esistere.