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60 CFU per l’insegnamento: il decreto attuativo

60 CFU per l’insegnamento: il decreto attuativo

Il decreto attuativo per l’abilitazione con 60 CFU, previsto originariamente per il 31 luglio 2022, sta per essere pubblicato dopo il ritardo causato dalla crisi di governo. Tuttavia, la Commissione Europea dovrà ancora esprimersi sul testo concordato dal Ministero dell’Istruzione e dell’Università. La formazione dei docenti e i criteri per l’abilitazione saranno noti dopo il responso della Commissione. Il governo ha l’intenzione di avviare i percorsi formativi già dal prossimo anno accademico per evitare ritardi e altre misure alternative. Inoltre, si attende una risposta da Bruxelles sull’assunzione straordinaria di 20mila docenti per l’anno scolastico 2023-2024 per evitare un’eccessivo appello alle supplenze.

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Il DPCM 60 CFU

Il DPCM 60 CFU rappresenta un passo fondamentale per l’attuazione della riforma scolastica voluta dall’ex Ministro Bianchi e per il passaggio definitivo dai 24 ai 60 CFU. Il decreto attuativo dovrà chiarire la struttura e i contenuti della formazione abilitante iniziale, che prevede almeno 10 CFU in Area Pedagogica e 20 CFU in tirocini diretti e indiretti, con una presenza obbligatoria di almeno 12 ore per ogni CFU di tirocinio. Inoltre, il provvedimento dovrà stabilire il numero di CFU riservati alla formazione inclusiva delle persone con disabilità, il numero minimo di ore di presenza per accedere alla prova finale e le modalità di svolgimento della prova scritta e orale.

Cosa prevede il nuovo percorso di formazione?

Il nuovo percorso di formazione abilitante per docenti prevede l’acquisizione di 60 CFU in discipline antropo-psico-pedagogiche, metodologie e tecnologie didattiche e linguistiche. Questi crediti possono essere conseguiti durante il percorso di studi universitario o dopo aver ottenuto la laurea. I costi dei percorsi universitari saranno interamente a carico dei partecipanti, anche se è previsto un tetto massimo per evitare speculazioni. Chi ha già acquisito i 24 CFU non dovrà affrontare ulteriori percorsi formativi e potrà utilizzarli fino al 31 dicembre 2024.

La Riforma

La Riforma Bianchi comporta importanti cambiamenti per la formazione degli insegnanti, grazie all’introduzione dei 60 CFU come requisito per l’abilitazione.

Oltre al DPCM 60 CFU, la Riforma prevede che gli aspiranti docenti debbano seguire un percorso universitario e accademico di formazione iniziale che corrisponda ad almeno 60 crediti formativi universitari o accademici (CFU/CFA). Inoltre, si prevede l’indizione di un concorso pubblico nazionale, a livello regionale o interregionale, e un periodo di prova in servizio della durata di un anno, durante il quale viene somministrato un test finale e viene effettuata una valutazione conclusiva.

La fase transitoria

Il reclutamento dei docenti con i 60 CFU prevede una fase transitoria che durerà fino al 31 dicembre 2024, durante la quale sono previste alcune eccezioni. Tra queste, la possibilità di utilizzare i 24 CFU come titolo d’accesso per il concorso scuola, il TFA Sostegno e l’aggiornamento delle GPS, fino alla fine del periodo di assestamento. Tuttavia, gli aspiranti docenti dovranno integrare i restanti CFU entro il primo anno di insegnamento a tempo determinato e superare l’anno di prova con valutazione finale prima dell’immissione in ruolo definitiva.

I precari

La Riforma Bianchi prevede anche un’eccezione per i cosiddetti “precari storici“, ovvero coloro che hanno svolto almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque anni, anche in modo non continuativo, con almeno 180 giorni di servizio e almeno un’annualità svolta nella specifica classe di concorso. Questi aspiranti docenti potranno accedere al concorso senza l’obbligo di ulteriori crediti formativi, ma una volta superato il concorso, dovranno acquisire almeno 30 CFU nel primo anno di insegnamento (con contratto a tempo determinato) e affrontare la prova finale del percorso universitario di formazione iniziale per conseguire l’abilitazione all’insegnamento.

I docenti già in possesso dell’abilitazione

La Riforma Bianchi prevede un’altra eccezione per gli insegnanti già in possesso di un’abilitazione su una classe di concorso o su un altro grado di istruzione e coloro che hanno ottenuto la specializzazione sul sostegno. Questi insegnanti possono conseguire l’abilitazione in altre classi di concorso o in altri gradi di istruzione acquisendo solamente 30 CFU. Tuttavia, di questi 30 CFU, 20 devono essere riferiti alle metodologie e alle tecnologie didattiche applicate alle discipline di riferimento, mentre i restanti 10 devono essere di tirocinio diretto.

Anche per loro, una volta superato il concorso, è previsto l’obbligo di conseguire ulteriori 30 CFU e di superare la prova finale prima dell’immissione in ruolo a tempo indeterminato.

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