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PERINATALITÀ ED UMANIZZAZIONE DELLE CURE

PERINATALITÀ ED UMANIZZAZIONE DELLE CURE

UMANIZZAZIONE DEL PARTO

Perinatalità ed umanizzazione sono due concetti apparentemente distanti ma che racchiudono in loro stessi molti punti in comune. Con il termine perinatalità si intende il periodo che segue direttamente la nascita, mentre per umanizzazione qualsiasi fatto, azione di natura umana.

Questi due sostantivi si sposano perfettamente tra di loro raggiungendo l’unisono in un termine di senso più compiuto, più definito: il parto. Per tale motivo si vuole mettere in luce il percorso strategico, l’implementazione di una cura, l’insieme delle figure professionali sanitarie che intervengono nei processi di salute con la finalità di trasmettere un senso di gioia e di sicurezza alla neomamma.

Il parto naturale mette in evidenza la donna come attrice principale, protagonista nel periodo della nascita del suo bambino, che contribuisce al rafforzamento di una nascita umanizzata. La cura si basa sull’attenzione rivolta alle donne incinte e alle loro famiglie: offre il modo migliore per partorire, garantisce un luogo accogliente e consente la presenza di un compagno.

ELEMENTI DI UMANIZZAZIONE DEL PARTO

L’umanizzazione del parto è intesa dunque come piena assistenza alla donna e al suo bambino, i quali devono sentirsi al sicuro. Questi ultimi vengono accolti dagli operatori sanitari al momento del parto, un momento atteso e pieno di emozioni nella vita di una donna. Cruciale è dunque il ruolo di professionisti sanitari nel cercare di “umanizzare” il parto eutocico.

L’umanizzazione inizia dal momento del ricovero in ospedale o nelle strutture similari attraverso l’accoglienza, il rispetto e l’integrità della donna incinta e dei suoi familiari. Gli operatori sanitari, attraverso etica, compagnia e cura, dovrebbero creare un ambiente sicuro, protetto, lontano dall’isolamento imposto dalla società. Non meno importanti tutte quelle azioni che migliorano il follow-up e il post-partum, al fine di garantire benefici utili per la madre ed il nascituro e ridurre potenziali rischi per la vita. Le madri, a questo proposito, dovrebbero essere formate ed informate sull‘esecuzione appropriata di un parto, sulla qualità delle cure e sulle limitazioni di complicazioni che potrebbero verificarsi.

La donna incinta, dovrebbe essere inserita in una situazione di migliore comfort, sicurezza e libertà di scelta per quanto concerne luogo, posizione e eventuale presenza di un compagno durante il parto. In seguito alla nascita, gli operatori dovrebbero contribuire ad incoraggiare l’allattamento al seno, al fine di aumentare il legame materno: è proprio nel momento della consegna del bambino alla madre che il legame inizia a rafforzarsi.

Quanto detto costituirebbe un programma ottimale di umanizzazione del parto: ridurrebbe la mortalità materna ed infantile fornendo cure qualitativamente adeguate nei momenti precedenti e successivi al parto, nonché durante lo stesso.

LA FIGURA DEL CAREGIVER

La nascita assistita in un contesto adeguato permette dunque alla mamma ed al proprio figlio di essere seguita a tutto tondo da un team di professionisti. Il ricovero in una struttura sanitaria ad hoc si pone a garanzia di eventuali condizioni di criticità che potrebbero presentarsi con relative complicanze anche drastiche. La presenza di un caregiver, oltre ad essere sancita dalla legge, permette alla puerpera di essere affiancata da una persona a lei cara che in momenti delicati e di forte carica emozionale possa sostenere psicologicamente e fisicamente presente nella dolorosa fase del travaglio.

Il ruolo dell’accompagnatore sembrerebbe avere un effetto “espulsivo”, riducendo la quantità dei parti cesarei e contribuendo, inoltre, alla riduzione del rischio di fattori depressivi nel puerperio agevolando il periodo di recupero materno.

Il caregiver, spesso rappresentato dal partner, contribuirebbe a sfatare quel mito dell’esclusività femminile del parto rompendo gli stereotipi della società e acquisirebbe maggiore consapevolezza dei doveri paterni. Le strutture sanitarie e non solo dovrebbero contribuire a creare un luogo idoneo dove la nuova famiglia potrebbe stazionare insieme fino al momento della dimissione o creare un ambiente idoneo dove la mamma possa seguirei il suo pargolo nelle prime ore di vita (Rooming-in).

IL RUOLO DEL PERSONALE SANITARIO

Il ruolo del personale sanitario si inserisce in questo contesto, in cui l’utilizzo di un metodo sistematico crea una prestazione efficiente, umanizzata, fiduciosa e assertiva al parto. La costante formazione nel campo permette di poter affinare le tecniche relazionali e di comunicazione per il raggiungimento del completo benessere psico-fisico della gestante. Gli operatori sanitari, attraverso l’atteggiamento degli educatori, condividono con comprensione e conoscenza il senso di libertà e di sicurezza da restituire alle donne per poter meglio apprezzare la gravidanza, il parto e il puerperio come un periodo unico e speciale della loro esistenza.

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