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La demenza

La demenza

DEFINIZIONE E FORME DI DEMENZA

La demenza è una delle patologie che può colpire l’uomo prevalentemente durante l’età anziana, anche se, in alcuni casi, si può presentare precocemente. Ne esistono varie forme, di cui la più conosciuta è sicuramente l’Alzheimer.

La demenza colpisce la sfera cognitiva e i sintomi che si possono presentare in questa patologia sono vari. Tra questi rientrano l’aggressività, sia verbale che fisica, le allucinazioni, sia visive che uditive, i deliri (per esempio l’anziano può essere convinto che la moglie metterà del veleno nel pranzo), il vagabondare, il non ricordare dove si siano messi degli oggetti (per questo spesso l’anziano accusa qualcun altro di averglieli rubati), la difficoltà a riconoscere i cambiamenti che possono avvenire a livello spaziale (per esempio cambiamenti nell’arredamento), il non ricordare cosa si sia fatto o detto di recente, il disorientamento spazio-temporale (l’anziano, per esempio, può chiedere ripetutamente che ore o che giorno siano oppure fare confusione tra il giorno e la notte).

Nelle fasi più avanzate della demenza, poi, possono comparire l’incapacità di riconoscere volti familiari e alle problematiche relative alla sfera mentale possono aggiungersi problematiche di tipo fisico, come ad esempio difficoltà nella comunicazione, nel movimento e quindi, più in generale, nell’autosufficienza.

RELAZIONARSI ALLA DEMENZA

Sulla base di quanto descritto, si può immaginare quanto possa essere faticoso interagire con persone con demenza, sia nel caso in cui li si assista, sia che si sia loro familiari. Un elemento di criticità che chi è vicino a loro può incontrare è quello dell’essere “pazienti” in maniera continuativa, nel senso di essere presenti e parlare loro con gentilezza, rispetto e in tranquillità.

Per aiutarsi in questo aspetto di fondamentale importanza, può essere utile tenere a mente che qualsiasi cosa la persona faccia sia dovuta alla patologia e non a “capricci” o a dispetti della persona, in qualche modo che la persona non si stia comportando nel modo in cui si comporta decidendolo appositamente.

Di fronte all’aggressività fisica è utile evitare che la persona abbia a portata di mano oggetti potenzialmente pericolosi; quando, poi, l’aggressività è di tipo verbale, è bene parlare con la persona in maniera con un tono di voce né troppo alto né troppo basso, calmo, fermo anziché urlare come sta facendo lei, in modo tale da aiutarla nel calmarsi.

ALLUCINAZIONI E INTERAZIONE CON L’AMBIENTE

Se la persona presenta allucinazioni e deliri è utile non contraddirla, ma, al contrario assecondarla. Opporsi a quanto lei sostiene, infatti, sarebbe inutile, in quanto la persona faticherebbe a comprendere che quanto dica non sia vero. Nell’esempio a cui si è accennato in precedenza, relativo all’anziano che sostiene che la moglie voglia avvelenarlo, può essere utile ad esempio, rassicurare la persona con demenza, andare in cucina, chiedere alla moglie di uscire e continuare a preparare il pasto al posto suo.

Visto il bisogno di vagabondare dell’anziano, è bene accompagnarlo a fare passeggiate, in modo tale da evitare che esca da solo, correndo il rischio di perdersi a causa della difficoltà di orientarsi nello spazio e di dare informazioni relative alla sua abitazione o ai suoi parenti nel caso in cui dovesse perdersi. Per quanto riguarda la difficoltà di muoversi in ambenti in cui si fanno dei cambiamenti strutturali o relativi all’arredamento, può essere utile evitare di fare modifiche, mantenendo, per esempio, lo stesso mobilio, in modo da facilitare la persona nel muoversi all’interno del suo ambiente.

COME COMUNICARE CON UNA PERSONA CON DEMENZA

Di fronte agli insuccessi della persona che, per esempio, può non ricordare cos’abbia detto o fatto, è bene non frustrarla, deridendola o rimproverandola. Proprio per questa sua difficoltà è bene essere cauti rispetto a eventuali medicinali che assume, evitando che sia lui a gestirne l’assunzione. Qualora la persona, inoltre, chieda più volte informazioni che ha già chiesto è bene risponderle, come se fosse la prima volta che le chieda ed evitando di sottolineare che quella sia una domanda che ha già fatto. Anche per quanto riguarda uno degli aspetti più dolorosi per i familiari, quello cioè per cui l’anziano non li riconosce, è bene evitare di rimproverare o insistere perché la persona riconosca il familiare, ma è meglio assecondarla.

In generale, quindi, ciò che è meglio fare, è assecondare la persona, anche se è utile aggiungere che, a seconda delle situazioni, si può provare a stimolare la persona negli aspetti cognitivi, senza, però, forzarla, rendendosi conto di quale sia il momento in cui bisogni assecondarla, proprio per evitare che lei si senta frustrata. Rispetto al discorso delle funzionalità fisiche, infine, l’indicazione da tenere presente è quella di non sostituirsi a prescindere alla persona, ma supervisionarla e aiutandola laddove necessario.

Il modo in cui comunicare con una persona con demenza è molto importante. Per facilitare che la persona comprenda ciò che le viene detto è utile guardarla negli occhi mentre le si parla, rivolgendosi a lei in modo chiaro e semplice e dandole poche informazioni per volta. Questo può servire a fare in modo che la persona possa mantenere il più possibile le informazioni, viste le difficoltà nella memorizzazione.

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