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Genitori che offendono i figli

Genitori che offendono i figli

Comprendere l’origine di un comportamento offensivo e denigratorio nei confronti dei bambini è fondamentale per capire perché sia sbagliato e le conseguenze che ne derivano.

Secondo la Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, che ha sancito la tutela internazionale dei bambini nel 1990, l’infanzia merita protezione senza distinzioni di razza, sesso, lingua o religione (Ameruoso, 2014).

Pertanto, qualsiasi forma di insulto o molestia, anche se considerata comune o trascurabile, è considerata un abuso.

Per approfondimenti:

Ma perché i genitori offendono i propri figli?

Spesso un bambino che cresce sotto punizioni, critiche, insulti e mancanza di empatia si trova a vivere un’adolescenza scomoda e diventa un adulto con gravi difficoltà comportamentali e relazionali. Il giudizio violento espresso nei loro confronti compromette inevitabilmente la loro autostima.

Le aspettative di comportarsi da adulti, che vengono poste sui bambini, li mettono in difficoltà. L’umiliazione fa parte della frustrazione dei genitori nel non riuscire a tollerare il comportamento vivace, i capricci e il modo di essere dei loro figli. “Fai schifo!”, “La maestra mi ha detto che a scuola sei molto vivace e disattento, ti devi vergognare perché mi fai fare brutte figure!”, “Non ti meriti niente”, “Sei proprio scemo!”.

Le critiche rivolte ai bambini sono spesso una conseguenza della mancanza di abilità dei genitori nel gestire le frustrazioni e lo stress legati alla quotidianità e alla crescita.

I bambini diventano il bersaglio delle problematiche dei loro genitori e le conseguenze psicologiche possono includere depressione, ansia, comportamenti violenti, giudizio e offesa verso gli altri, rabbia, demotivazione e difficoltà nel diventare genitori. Un attacco personale viene percepito come un rifiuto della propria identità e natura. Il bambino si sentirà sempre inaccettato, sia dalla sua famiglia, che è il suo principale punto di riferimento, sia dagli altri, e esprimerà la sua aggressività o passività a seconda del suo carattere e delle diverse situazioni.

Genitori e la competenza emotiva

Un genitore che non riesce a provare empatia per i propri figli dimostra di non avere competenza educativa. È fondamentale che le istituzioni, come le scuole, le insegnanti e i centri educativi, lavorino in sinergia per far comprendere agli adulti che l’umiliazione provoca sofferenza e che, nonostante loro stessi siano stati cresciuti in quel modo, i metodi educativi sono cambiati. Capire cosa hanno “subìto” i genitori durante la loro infanzia può portare a una diversa prospettiva per coloro che percorreranno il cammino della genitorialità.

Ma come affrontare la situazione?

  • Utilizzare un tono di comunicazione diverso può aprire un canale emotivo e ottenere risposte diverse dai bambini;
  • Untilizzare un linguaggio più amorevole favorisce l’accoglienza, facendo sentire l’altro ascoltato, importante e gratificato;
  • Suscitare fiducia sia nei genitori che nei bambini, in modo che siano in grado di distinguere i comportamenti sbagliati da quelli che causano frustrazione;
  • Dare la possibilità di esprimere immediatamente il proprio stato emotivo, evitando di attribuire colpe o mortificazioni;
  • Favorire lo sviluppo della capacità assertiva;
  • Consentire ai figli di diventare persone diverse e di crescere con risorse e ambizioni diverse;
  • Aiutare e stimolare un bambino ad acquisire competenze e libertà di espressione