La presenza di febbre e linfonodi del collo ingrossati è un fenomeno comune nei bambini, soprattutto tra i 2-3 e 7-8 anni. Questo periodo è caratterizzato da una maggiore socializzazione, l’ingresso a scuola o nido e l’inizio delle attività sportive, esponendo i bambini a vari agenti infettivi come virus e batteri.
Perché si verifica febbre e linfoadenomegalia durante un’infezione?
La febbre ha un duplice significato: è un meccanismo di difesa del corpo e la conseguenza della lotta tra il sistema immunitario e gli agenti infettivi. I linfonodi del collo, situati vicino alle vie respiratorie, reagiscono per primi, apparendo gonfi e doloranti durante l’infezione.
Persistenza dei linfonodi ingrossati nei bambini sani
Nei bambini sani (2-5 anni), è normale palpare linfonodi reattivi, di piccole dimensioni, che possono rimanere ingrossati anche dopo la risoluzione dell’infezione. Tuttavia, quando i linfonodi superano i 1-2 cm, si parla di linfoadenomegalia cervicale, che può essere associata a febbre elevata o episodi ricorrenti.
Principali cause di febbre e linfoadenomegalia
Le cause sono molteplici, ma spesso sono di origine virale. Virus respiratori come adenovirus e rhinovirus sono comuni, così come il virus di Epstein-Barr (EBV) e i virus del complesso TORCH.
Batteri come lo Stafilococco aureo, Bartonella e micobatteri possono causare linfoadenite. Altre cause includono gengivostomatiti erpetiche, la sindrome PFAPA, la malattia di Kawasaki e malattie reumatologiche o tumorali come linfomi e leucemia.
Quando consultare il pediatra
È importante rivolgersi al pediatra in presenza di:
- Linfoadenomegalia superiore a 2 cm.
- Linfoadenomegalia persistente oltre 3-4 settimane.
- Febbre persistente o ricorrente.
- Perdita di peso, mancanza di appetito.
- Sanguinamento, lividi senza causa.
- Eruzione cutanea, dolori articolari/muscolari.
- Contatto con malattia tubercolare o viaggi recenti.
- Linfoadenomegalia con cute arrossata o suppurata.
- Anemia, pallore.
- Sudorazione notturna.
Approccio terapeutico e diagnostico
Spesso è sufficiente un periodo di attesa e terapia sintomatica con paracetamolo o ibuprofene. Nei casi sospetti di infezione batterica, il pediatra può prescrivere antibiotici. Esami di laboratorio, ecografie e, in casi particolari, RX torace o biopsie del linfonodo possono essere richiesti per una diagnosi precisa.
In definitiva , sebbene febbre e linfonodi ingrossati siano spesso legati a infezioni comuni, la valutazione pediatra è essenziale per escludere patologie rare ma gravi. La tempestività nella ricerca di assistenza medica è cruciale per garantire il benessere dei bambini.
Il cruciale ruolo del rapporto genitori-pediatra
Il rapporto stretto tra genitori e pediatra riveste un ruolo fondamentale nei casi di febbre e linfoadenomegalia nei bambini. La comunicazione aperta e continua tra genitori e professionisti della salute infantile è essenziale per monitorare attentamente la salute del bambino.
I genitori, come osservatori privilegiati del benessere quotidiano dei loro figli, sono fondamentali nel fornire al pediatra informazioni dettagliate sui sintomi, la durata della febbre, e altri eventuali segnali di allarme. Un’analisi approfondita di questi fattori contribuisce a una valutazione accurata e tempestiva.
Allo stesso tempo, il pediatra svolge un ruolo educativo, fornendo ai genitori le informazioni necessarie per comprendere le diverse cause di febbre e linfoadenomegalia. La comprensione reciproca facilita la collaborazione per identificare rapidamente eventuali segnali di preoccupazione e decidere insieme il percorso diagnostico e terapeutico più adeguato.
In sintesi, il rapporto solido tra genitori e pediatra crea un ambiente di cura ottimale per la salute dei bambini, garantendo una gestione efficace e personalizzata di situazioni come febbre e linfoadenomegalia.
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