“La musica è la melodia, il testo della quale è il mondo”, così ha scritto il grande filosofo Arthur Schopenhauer.
Il mondo è intessuto di suoni: i micro suoni della vita prenatale, le voci degli esseri viventi, i rumori degli oggetti, le sonorità dell’atmosfera, le onde sonore che attraversano i paesaggi, le vibrazioni della terra, dei pianeti e di tutto il Cosmo. Tali suoni costituiscono la trama stessa del mondo.
La musica dell’uomo e della natura
La prima musica del mondo sono stati i suoni di elementi ed eventi naturali, come il mare, il ruscello, la pioggia, il vento, i suoi notturni, i richiami del bosco. A questi suoni si sono aggiunti, con il tempo, i rumori delle prime attività umane: il battere di legni, pietre, ossa, metalli e, naturalmente, le voci degli uomini e degli animali. La musica si può intendere come una metafora dell’universo poiché gli elementi della musica (suono, timbro, ritmo, forza, tenuità) si trovano in tutto l’universo.
Sono proprio questi gli elementi che caratterizzano la bolla sonora in cui il piccolo d’uomo vive nella fase prenatale della sua esistenza. È così che il mondo gli si presenta, attraverso i flussi e le vibrazioni che gli giungono dalla mamma, i ritmi cadenzati del battito del cuore e del respiro, i messaggi biochimici che passano per il cordone ombelicale, le risonanze della voce, il contatto vibro-tattile pelle a pelle con il corpo che lo ospita.
Ampliandosi questa comunicazione e condivisione, il luogo in cui il futuro bambino abita diventa esso stesso un universo, una varietà incredibile di stimoli. A tutti questi stimoli, il piccolo reagisce già con una prima straordinaria forma di esplorazione. Risulta quasi come se ogni bambino avesse dentro di sé una sintesi della storia della musica che in lui si sviluppa a velocità accelerata. Avvicinarlo al mondo dei suoni è, dunque, un modo di assecondare la sua personale evoluzione: già di per sé è curioso, sarà entusiasta di incontrare, nel suo viaggio, proprio quegli strumenti inventati per primi dai nostri progenitori.
Il corso online Giochi sonori nella prima infanzia e il corso online L’importanza della musica nello sviluppo del bambino nella prima infanzia approfondiscono i benefici dell’esplorazione degli elementi sonoro-musicali in età evolutiva, proponendo un’introduzione al tema della musicoterapia.
Il mondo dei suoni è dentro di noi
A volte è stato perché certi suoni della natura colpivano la fantasia degli uomini primitivi. Tali suoni li spaventavano ed essi, a loro volta, cercavano di produrre suoni simili per tenere lontani animali pericolosi o spiriti maligni. O, viceversa li incantavano: gli uomini, allora, cercavano di propiziarsi gli spiriti riproducendo simili incantesimi.
Altre volte è stato per istinto fisico, altre ancora per caso, esplorando il mondo della natura.
Ma sempre i primi strumenti musicali sono nati per riprodurre suoni originali dell’uomo e della natura. Una delle prime cose che il bambino scoprirà è che ogni cosa ha il suo suono, talvolta anche più di uno, dipende da come la si manipola.
La curiosa ed inarrestabile investigazione del mondo da parte il bambino è fin da subito, insieme, scoperta di cose e di suoni. Il piccolo afferra continuamente oggetti, li agita, li sbatacchia, li butta per terra; così facendo, loro producono sonorità che lo sorprendono e lo divertono.
Tutto ciò ha una profonda spiegazione psicologica: si tratta di una felicità che nasce da una conferma (“tocco, dunque suono, dunque sono”). Attraverso il suono della musica il piccolo d’uomo prende coscienza di sé.
La scoperta del suono
Il neonato che comincia a confrontarsi con il mondo dei suoni, all’inizio impara a riconoscere la voce della mamma. Una voca che gli trasmette serenità, affetto, senso di protezione.
Poi, nelle prime settimane di vita, comincia a individuare ed amare i suoni delicati e vivaci, come giostrine, campanelle, carillon. Sarà, invece, disturbato dai rumori troppo forti, improvvisi, come un colpo violento, un oggetto che cade.
Con il passare dei mesi, quando l’apparato uditivo è giunto alla completa maturazione, tutti i suoni dolci o violenti esercitano un grande fascino sul bambino. È lui stesso ad impegnarsi nel provocarli, sbattendo i suoi giocattoli sul seggiolone, lasciandoli cadere a terra o picchiandoli uno contro l’altro.
Fin dalla prima scintilla, la nostra esistenza è scandita da onde sonore, vibrazioni che sentiamo dentro e fuori di noi e che influiscono profondamente sui nostri stati d’animo, sul nostro equilibrio e sull’energia con cui affrontiamo le incombenze quotidiane. Il nostro corpo filtra ogni suono, interno ed esterno; a volte riconosciamo di essere sù di tono, altre volte di sentirci giù. Ed è proprio ciò che sentiamo i nostri stati d’animo sono “liquidi” che scorrono dentro di noi; i nostri ritmi ci danno il tono.
La vita è una sinfonia
Se la vita è, dunque, paragonabile ad una sinfonia, il segreto del benessere è circondarsi dei giusti suoni, musiche che amiamo profondamente, sonorità che ci danno una giusta energia, sincronizzate con i nostri ritmi interiori.
In molti casi la musica può aiutarci a mantenere o ristabilire il nostro equilibrio psicofisico: la percezione uditiva ed epidermica di certe sequenze ritmate ci rimettono in sintonia con noi stessi, la memoria ritmica riaffiora e ha molte conseguenze positive.
Armonizza il nostro sistema neurovegetativo (pressione, battito cardiaco, respiro), agisce a livello neuro-cerebrale, stimolando la produzione di endorfine, migliora la percezione spaziale, mette in vibrazione il corpo, suscitando in noi la voglia di battere il tempo o di ballare. La musica ci distende, eliminando l’ansia, ci mette in equilibrio con l’ambiente e con le persone.
L’energia della musica comunica al cervello e ad ogni cellula l’energia della vita. Per questo, da migliaia di anni, le culture primitive accompagnano la giornata con musiche e canti: la musica è nutrimento di qualità, per i bambini come per gli adulti, per i neonati come per gli anziani. La musica è un’esperienza universale, che accende il sorriso, mette di buon umore, dà gioia, predispone ad uno stato d’animo sereno.
Da sempre, le sette note possono dare vita combinazioni che sono come formule magiche per l’allegria.
Il silenzio nella musica
Il silenzio ed il suono sono elementi reciproci che possono essere “contenuti” uno nell’altro e la musica, intesa come arte di organizzare i suoni, assume al suo interno tale “silenzio” in maniera tanto concettuale che strumentale. Esso ne è parte integrante ed inalienabile, come l’espirare lo è all’inspirare, in alternanza nel dominio temporale tra “lavoro” e “quiete”, “tensione” e “rilascio”.
E un po’ di quiete per te? Il vicino ha spento la radio, il bambino finalmente ha smesso di piangere e si è addormentato, le finestre sono chiuse e tu puoi finalmente immergerti nel silenzio… ah che pace! Per ritrovare la sintonia con se stessi e riprendersi dai rumori della vita quotidiana è davvero salutare, durante la giornata ritagliarsi momenti in cui azzerare suoni e rumori.
Ma si tratta davvero di azzerare? Contrariamente a quello che siamo abituati a pensare, “silenzio” non è sinonimo “di nulla”. Ti invito a provare ad ascoltare questo meraviglioso silenzio: non è mai assoluto. Infatti, le vibrazioni che costituiscono la trama del paesaggio sonoro in cui siamo immersi non si interrompono mai. Il silenzio assoluto è impossibile; se anche ci chiudessimo in una stanza perfettamente insonorizzata, continueremo a sentire almeno due suoni. Sì, proprio loro, i primi suoni: il battito del nostro cuore e il nostro respiro.
Il silenzio non è vuoto, anzi è colmo di significati: ci aiuta a dare significato agli altri momenti. Certe volte è proprio ripensando in silenzio a qualcosa che abbiamo fatto o detto che ne cogliamo il giusto valore ed è nel silenzio che riusciamo a sentire le vibrazioni del nostro corpo, a scoprire e renderci conto che il mondo è fatto di vibrazioni e che noi viviamo con esso. Il silenzio è:
- pienezza: una realtà colma di vita, uno spazio in cui il tempo della musica accade precisamente ritmato dal pulsare nelle nostre vene. Il silenzio è creato, è pienezza, spazio dove ci si ritrova;
- presenza: non è assenza, è presenza musicale perché è parte integrante della musica. È proprio nel silenzio, quando la musica è appena cessata, che il suono acquista la sua dimensione più spirituale, più immateriale, risuonando profondamente nella nostra anima. Anche il corpo rimane immobile, quasi sospeso, per non rompere la magia del momento;
- al centro: ciò che chiami musica è un gioco di suono e silenzio. Coloro che mettono l’accento sul suono si lasciano sfuggire il significato più profondo della musica. Il significato più profondo, infatti, si trova tra due suoni, nelle pause. A tal riguardo ricordiamo le parole del filosofo Osho: “Sii semplicemente silenzioso e scoprirai una risata immensa che scorre continuamente dovunque, su tutta la Terra. Gli alberi stanno ridendo, gli uccelli stanno ridendo”;
- stupore: il silenzio è meraviglia. Una cosa meravigliosa è vedere i musicisti staccare le mani dallo strumento. Quando si suona veloce, si mostra quello che si sa fare; quando si suona piano, si mostra quello che si è. Quando si lascia spazio, si permette alla gente di pensare, respirare, meravigliarsi per quello che verrà dopo.