Il panorama del lavoro in Italia, nei primi nove mesi del 2023, è caratterizzato da una considerevole presenza di lavoratori precari, secondo i dati forniti dall’ISTAT e dall’INPS. Il precariato si configura come una condizione lavorativa caratterizzata da incertezza e mancanza di continuità nel rapporto di lavoro, con ripercussioni significative sulla stabilità finanziaria e sul benessere dei lavoratori.
Quantità di precari in Italia
Le rilevazioni dell’ISTAT indicano che, a settembre 2023, il numero totale di precari in Italia si attesta intorno ai 2.956.000. Nel dettaglio, l’INPS fornisce dati aggiornati fino a luglio dello stesso anno, confermando che ben 634.901 persone sono state assunte con contratti a tempo determinato o precario nel periodo considerato.
Andamento delle assunzioni nel 2023
Complessivamente, le assunzioni nel settore privato, nei primi sette mesi del 2023, sono state 5.063.000, con una leggera flessione del0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Tuttavia, è interessante notare che le trasformazioni da contratti a tempo determinato a indeterminato sono aumentate del 5%, raggiungendo la cifra di 471.000, mentre le conferme dei rapporti di apprendistato sono diminuite del 18%.
Cessazioni e variazioni tendenziali dei rapporti di lavoro
Le cessazioni totali fino a luglio 2023 sono state 3.909.000, con una diminuzione del 2% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, sono emerse variazioni significative: aumento delle cessazioni per contratti a tempo determinato (+1%), contratti stagionali (+3%) e lavoro intermittente (+3%).
L’INPS, nell’Osservatorio di gennaio-luglio 2023, riporta un saldo positivo di 478.000 posizioni di lavoro complessive
.Questo si suddivide in un aumento di 369.000 posizioni per contratti a tempo indeterminato, 31.000 per contratti intermittenti, 30.000 per contratti di apprendistato, 36.000 per contratti a tempo determinato e 15.000 per contratti stagionali. Tuttavia, si registra una diminuzione di 1.000 posizioni per i contratti di somministrazione.
Agevolazioni per i rapporti di lavoro e tendenze delle nuove assunzioni
Le nuove attivazioni di rapporti di lavoro agevolati hanno mostrato una diminuzione complessiva del 3% nei primi sette mesi del 2023 rispetto all’anno precedente. Gli sgravi contributivi totali per giovani e donne hanno registrato un significativo calo, influenzato dalla concessione degli esoneri autorizzata dalla Commissione europea solo a giugno.
L’agevolazione “Decontribuzione Sud” si conferma come la più impattante, con una crescita del 5% e un notevole coinvolgimento di dipendenti.
Analisi dei contratti di somministrazione
Il report INPS introduce un’analisi dettagliata sui contratti di somministrazione. Nel corso dei primi sette mesi del 2023, le assunzioni a tempo indeterminato sono aumentate del 6%, mentre quelle a termine sono diminuite dell’8%.
Le cessazioni hanno registrato un aumento del 9% per i contratti a tempo indeterminato e una diminuzione dell’8% per quelli a termine.
Il saldo annualizzato a luglio 2023 è risultato negativo (-1.100), evidenziando una flessione delle posizioni di somministrazione a tempo indeterminato (-4.000) e un incremento di quelle a termine (+3.000).
Lavoro occasionale e Contratti di Prestazione Occasionale (CPO)
Il lavoro occasionale, rappresentato dai Contratti di Prestazione Occasionale (CPO), ha visto un aumento del 18%, con oltre 18.000 lavoratori impiegati a luglio 2023. L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva è pari a 299 euro, in crescita rispetto al 2022.
I lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF) sono diminuiti dell’8% a luglio 2023, con circa 9.000 lavoratori. L’importo medio mensile lordo della loro remunerazione effettiva è di 179 euro.
Prospettive future
L’analisi dei dati INPS e ISTAT evidenzia una situazione complessa nel mercato del lavoro italiano, con una considerevole presenza di lavoratori precari. Le iniziative di agevolazione sembrano avere un impatto limitato, mentre le trasformazioni da contratti a tempo determinato a indeterminato rappresentano un segnale positivo.
Tuttavia, la diminuzione delle nuove assunzioni agevolate potrebbe indicare una necessità di rivedere e potenziare le politiche di sostegno all’occupazione.
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