Il Giorno della Memoria (International Day of Commemoration in Memory of the Victims of the Holocaust) è una ricorrenza che ci ricorda uno dei momenti più oscuri della storia umana, in cui l’umanità ha raggiunto i propri abissi più profondi.
L’Olocausto è stato uno dei crimini contro l’umanità più efferati della storia, in cui persero la vita oltre 6 milioni di ebrei, oltre a rom, omosessuali, disabili e oppositori politici. Durante il regime nazista, le vittime furono deportate nei campi di concentramento e di sterminio, dove furono sottoposte a inumano trattamento e dove molte di loro morirono a causa della fame, delle malattie e delle torture.
La nascita del Giorno della Memoria
Il Giorno della Memoria è stato istituito ufficialmente nel 2005 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per ricordare le vittime dell’Olocausto e per incoraggiare la lotta contro l’antisemitismo e ogni forma di discriminazione. In Italia, tuttavia, una giornata dedicata alla memoria delle vittime dell’Olocausto era già stata istituita cinque anni prima, con la legge 211/2000.
La data scelta per onorare la memoria delle vittime dell’Olocausto, il 27 gennaio, è il giorno in cui le truppe sovietiche liberarono, nel 1945, il campo di concentramento di Auschwitz, uno dei più noti simboli dell’orrore nazista.
L’obiettivo di questa giornata è anche quello di ricordare il passato, tramandando ciò che è accaduto alle nuove generazioni, per evitare che simili atrocità possano accadere nuovamente. È un’occasione per riflettere su come l’indifferenza e la discriminazione possano portare a crimini contro l’umanità e per impegnarsi a costruire un mondo più giusto e solidale.
Il Giorno della Memoria: ricordare la storia per non ripeterla
Ricordare l’Olocausto e commemorare le sue vittime è importante non solo per onorare la loro memoria, ma anche per educare i più giovani all’accettazione, alla tolleranza e all’empatia. Insegnare ai bambini e ai ragazzi la storia dell’Olocausto, le sue cause e le sue conseguenze, infatti, è fondamentale per aiutarli a comprendere l’importanza della diversità e dei diritti umani.
Tramandare queste lezioni alle nuove generazioni è un dovere morale che permette di non dimenticare il passato e di evitare che gli stessi errori possano essere commessi di nuovo.
È essenziale, tuttavia, utilizzare termini e riferimenti adatti ai più piccoli, che possano aiutare a spiegare questo tema così complesso in modo semplice e accessibile. Per affrontare l’argomento in modo da trasmetterne il messaggio senza generare troppo sconforto e turbamento (sopratutto nei bambini più piccoli), è possibile affidarsi ad alcuni libri per ragazzi dedicati al racconto delle vicende delle vittime dell’Olocausto.
Il diario di Anna Frank
“Il diario di Anna Frank” è, certamente, uno dei testi più conosciuti e rappresenta, proprio grazie alla sua natura autobiografica, uno dei racconti più veri e struggenti degli orrori del nazismo. Il testo che è arrivato fino a noi e che, oggi, può essere acquistato in una qualsiasi libreria è, infatti, un’edizione basata sui veri manoscritti della giovane Anne Frank (che iniziò a scrivere i suoi diari all’età di tredici anni), compilati poi dal padre Otto e dai suoi amici Albert e Isa Cauvern e, in edizioni successive, dalla scrittrice e traduttrice tedesca Mirjam Pressler.
Il diario racconta della clandestinità della famiglia Frank, che per sfuggire alle deportazioni dei nazisti si nasconde in un alloggio segreto predisposto nei magazzini della ditta di Otto insieme ad un’altra famiglia (i Van Daan). Nei manoscritti, Anne racconta delle sue paure, delle sue angosce e delle sue speranze; della vita di stenti e sotterfugi, vissuta nel costante timore di essere scoperti e deportati nei campi di concentramento.
Il Bambino con il Pigiama a Righe
“Il Bambino con il Pigiama a Righe“, scritto da John Boyne, racconta la storia di un’amicizia tra due bambini, Bruno e Shmuel, che vivono in situazioni molto diverse durante la Seconda Guerra Mondiale. Bruno è un bambino tedesco che vive in una casa grande e confortevole, mentre Shmuel è un ebreo polacco internato in un campo di concentramento.
Nonostante le differenze, i due bambini si incontrano e diventano amici, condividendo la loro infanzia e la loro innocenza in un contesto di violenza e sofferenza. Il romanzo è scritto in un linguaggio semplice e accessibile, ma affronta temi difficili come l’Olocausto, la discriminazione e la perdita. È un romanzo che fa riflettere sull’importanza dell’amicizia e dell’umanità, anche in situazioni estreme.
Conta le stelle, Il Nascondiglio
Anche i romanzi “Conta le stelle” e “Il Nascondiglio” presentano storie di solidarietà, amicizie e umanità.
“Conta le stelle“, di Lois Lowry, racconta, infatti, la storia di una famiglia danese che, durante l’occupazione nazista, aiuta una ragazzina ebrea ad evitare la deportazione, facendola passare per figlia propria, e a fuggire in Svezia, paese in cui gli ebrei non erano perseguiti.
“Il Nascondiglio“, romanzo autobiografico di Corrie Ten Boom, narra la vera storia di una famiglia olandese che aiutò a salvare ebrei durante l’occupazione nazista dell’Olanda, accogliendo in una stanza segreta (il “nascondiglio” del titolo) della propria casa di Haarlem, dapprima una donna ebrea, poi una coppia di anziani, poi intere famiglie.