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La Scuola di Oggi : la Realtà Attuale e le Nuove Prospettive

Scuola Oggi Nuove Prospettive

La caotica situazione della scuola attuale, la cui crisi tormenta, non solo il nostro paese, ma il mondo intero, impone un’attenta riflessione, sugli elementi di criticità, da parte dei soggetti, impegnati nel campo dell’educazione: le forze politiche, le istituzioni scolastiche centrali e periferiche, i genitori, gli insegnanti, i politici, gli amministratori, gli industriali, i semplici cittadini, oppure, le varie agenzie formative operanti sul territorio.

Tutti , oggi, parlano di scuola, quasi quotidianamente, negli incontri di studio, nelle tavole rotonde, nelle inchieste, nelle numerose pubblicazioni, nei social, nelle pagine dei giornali.

In linea di principio, è positivo il fatto che il problema si sia imposto ad ogni livello, per cui tutti : politici, liberi pensatori, opinionisti,  genitori, falsi esperti, discutono e propongono, a prescindere dalla loro competenza specifica, il loro punto di vista, finalizzato a risolvere le varie situazioni di criticità.

LA SCUOLA DI OGGI: I PUNTI DI CRITICITÀ

In realtà, è bene sottolineare, su questo argomento, che, alla radice delle problematiche educative contemporanee,  tuttora irrisolte, sta una crisi di modelli di riferimento, che producono:

Infatti, il mondo post-moderno, in continua e rapida evoluzione, condizionato, continuamente dal gioco delle forze politiche, dal progresso industriale, dall’impetuosa irruzione della telematica a tutti i livelli, dalle trasformazioni sociali ed economiche, (mezzi di produzione, ritmi e forme di lavoro), ha , ormai, superato l’ordine statico e definito, che ha condizionato, per secoli, il mondo della società e, quindi, della scuola, la quale si è rivelata, fino ad ora, inadeguata a fronteggiare  questa nuova sfida.

Ne deriva una evidente situazione di mancata realizzazione di autentici processi innovativi, a livello scolastico, attraverso una offerta formativa di qualità, che risponda alle esigenze dell’uomo e della sua autenticità, soprattutto nella sua fase evolutiva.

L’uomo contemporaneo, infatti, si sente, spesso, smarrito e travolto dalle inarrestabili trasformazioni, che generano fenomeni ansiosi (ansia di prestazione) e stressanti (distress), dovuti alla sensazione di  non essere performante e capace a fronteggiare i compiti di sviluppo, presenti in tutte le fasi della sua vita.

In questa situazione di sofferenza, va, perciò, ripensato, a tutti i livelli e in via prioritaria, il concetto fondante dell’educazione, il cui obiettivo primario è quello di “far risaltare e affermare il valore dell’uomo”, il cui processo di sviluppo, come si sa, non è del tutto autonomo e non si compie spontaneamente, ma necessita di solidi sostegni e di interventi mirati dall’ambiente esterno e da altri uomini.

Come afferma Rousseau:

nasciamo deboli e abbiamo bisogno di forza; nasciamo sprovvisti di tutto e abbiamo bisogno di raziocinio. Tutto ciò che abbiamo nel nascere e di cui abbiamo bisogno da grandi, ci è dato dall’educazione.

UNA SCUOLA NUOVA IN UNA SOCIETÀ DIVERSA

La scommessa attuale, perciò, riguarda la necessità di predisporre, all’interno delle istituzioni scolastiche, interventi progettuali mirati, centrati su un allenamento interiore di intelligenze multiple, duttili ed emotivamente controllabili, che rendano ogni essere umano capace di dominare questo vorticoso moto di trasformazione, anziché esserne dominato, alienato e strumentalizzato.

Non si tratta, certamente, di un’impresa agevole, ma necessaria, che impone, comunque, l’urgenza di trovare la giusta via per una ridare vigore formativo e vitalizzante  alla scuola e soprattutto agli insegnanti, nei cui confronti va assicurato un percorso di formazione e ridisegnato un nuovo profilo professionale, accompagnato da  un riconoscimento sociale ed economico, che valorizzi la loro prestigiosa e irrinunciabile funzione.

Oltre alla qualità della loro azione educativa si impone, inoltre,  la necessità di realizzare strutture scolastiche flessibili e aperte, in un contesto umanizzante, dove ciascun alunno impegni il proprio sforzo per realizzare il meglio di sé stesso, nella direzione, che gli appaia più congeniale al suo progetto di vita.

A livello orientativo, si propongono, qui di seguito, alcuni spunti di riflessione, che si configurano  come precisi orizzonti di riferimento, per la risoluzione di problemi scolastici, fino ad ora irrisolti, che riguardano i seguenti fattori:

  1. la consapevolezza che l’attività di un insegnante non è mai mera applicazione espositiva  o tecnica di una competenza (“cultura delle materie”),  ma un’azione pluridimensionale, che investe, in toto, la sua persona e quella dell’alunno,
  2. la considerazione che l’intervento insegnativo non può essere considerato come una forma di travaso del sapere e dei saperi (secondo un concetto idraulico e bancario di cultura), ma quello di insegnare come pensare, cioè, come essere creativi anziché ripetitivi, come essere costruttori del personale processo di crescita, maturazione e sviluppo,
  3. abbinamento delle competenze disciplinari con le competenze psico-pedagogiche, metodologiche e didattiche, degli insegnanti, con particolare riferimento alla comunicazione empatica e agli aspetti affettivi e socio-relazionali,
  4. valorizzazione dell’intelligenza emotiva e socio-relazionale, all’interno di ogni percorso formativo,
  5. preparazione di ciascun individuo al cambiamento, all’imprevisto, all’adattamento a nuove situazioni, in considerazione del fatto che il progresso tecnologico in atto, impone lo sviluppo di capacità cognitive ed operative plurifunzionali, a livello di lavoro, di relazioni interpersonali, di comunicazione, di ambienti di residenza, ecc.
  6. la concezione del processo educativo, secondo il principio dell’educazione permanente, in quanto le persone continueranno ad imparare per tutta la vita,
  7. l’orizzonte etico e culturale di riferimento è quella di concepire la scuola come una “città educativa”, una “palestra di cultura e di umanità”, inserita in una “società pedagogizzata“.
  8. riorganizzazione completa ed armonica delle strutture scolastiche dalla scuola dell’infanzia all’università, assicurando la continuità del percorso formativo, attraverso l’organizzazione dinamica e coordinata degli istituti comprensivi,
  9. integrazione del Piano Triennale dell’Offerta formativa, con le istituzioni e agenzie educative extrascolastiche.

Dalle considerazioni sopra esposte si evince, perciò, che una riqualificazione culturale della scuola non può avvenire per circolari, o commenti ai programmi.

Occorrono  motivazioni che cambino mentalità e comportamenti, che rimettano, al giusto posto l’insegnante, il quale nell’azione professionale, nella metodologia, nelle sue strategie d’intervento, sarà diverso da quelli del passato, con funzioni di stimolatore, orientatore, animatore culturale, comunicatore empatico, finalizzate all’acquisizione, da parte dei suoi allievi, di conoscenze (il sapere), abilità (il saper fare ragionato), competenze per la vita (il saper essere e il saper agire), finalizzate all’acquisizione di un pensiero critico e operante, che sfoci in comportamenti eticamente e socialmente fondati.

In conclusione, c’è da sottolineare il fermo convincimento che la scuola contemporanea, per assolvere appieno la sua mission educativa, finalizzata al “perfezionamento umano” deve rappresentare la prima esperienza sociale  e di vita, che guidi i bambini ad essere nel mondo, utilizzando anche i contributi della famiglia, delle comunità locali e delle realtà extrascolastiche, attraverso protocolli d’intesa e accordi concordati e condivisi, nel quadro di una  progettualità  integrata. Ciò  comporta il superamento del concetto esclusivamente contenutistico delle discipline di studio, utilizzando anche i mezzi telematici, ma cercando, soprattutto, di fondere la cultura scientifica e tecnologica con la cultura umanistica.  Come sostiene Charles Snow, nel suo libro Le Due Culture (1963)

accanto ad una larga e concreta preparazione scientifica i giovani scienziati devono avere una profonda e nuova educazione umana, perché è pericoloso avere due culture che non possono o non sanno comunicare.

In definitiva, si tratta di inaugurare una nuova concezione dell’agire educativo, in cui la scuola totale, pienamente educante, sia orientata all’elevazione dell’uomo, nella conquista del sapere e dei saperi, ma, anche , del suo modo di affrontare le novità, di comportarsi e di operare, che non è soltanto prepararsi a produrre e guadagnare, applicando cognizioni e abilità, ma è sentire, immaginare, creare, amare e comprendere, convivere pienamente con gli altri, all’interno della propria comunità.

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