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La didattica delle emozioni a scuola

“Mente e cuore hanno bisogno l’una dell’altro.”

D. Goleman

Le nostre emozioni condizionano la nostra vita, quella degli altri e l’apprendimento in generale. Ma in un contesto scolastico sono fondamentali anche le emozioni degli insegnanti, degli educatori e di tutto il personale che lavora a scuola. Infatti, insegnanti ed educatori ogni giorno dovrebbero mettersi in gioco per costruire dei rapporti sempre più equilibrati nonostante le difficoltà che si possono incontrare ogni giorno.

È fondamentale l’educazione socio-emotiva, far comprendere agli studenti i loro punti di forza e debolezza, lavorare sui ruoli di ognuno, sulle paure e sulle insicurezze, sull’educazione e sull’ascolto.

Purtroppo, la frustrazione è uno stato che la maggior parte degli studenti odierni non sanno gestire, dovuto ai rimproveri degli insegnanti o a qualche normalissimo insuccesso.

Quindi, partendo dal primo livello, una delle macro-competenze su cui si potrebbe lavorare sarebbe quella dello sperimentare il significato dell’emozione in contesti interpersonali, scolastici e sociali in generale, per imparare a definire le esperienze emotive proprie e altrui.

Gli obiettivi per raggiungere queste competenze sono obiettivi su cui si dovrebbe lavorare fin dalla scuola primaria e cioè:

·       esplorare, esprimere e comunicare le proprie emozioni;  

·       saper comprendere i sentimenti degli altri;

·       comprendere che ogni persona ha un proprio spazio interiore;

·       esprimere sentimenti ed emozioni;

Per poter impostare una didattica delle emozioni bisognerebbe pensare a delle attività utili al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Un’attività potrebbe essere quella delle emozioni allo specchio. Attraverso delle riviste di vario genere gli studenti devono ritagliare i diversi volti che incontrano, di modelli, cantanti attori, attaccarli su dei cartoncini e scrivere sotto le foto le emozioni che gli suscitano quei volti e alla fine spiegare all’insegnante il significato del lavoro svolto. Così si potrebbe lavorare sull’imparare a leggere le emozioni degli altri.

Altra attività è il viaggio dentro di sé. L’insegnante farà chiudere gli occhi degli studenti per poi raccontare una storia, per esempio della discesa della scala delle emozioni, descrivendo, a seconda dell’emozione che vogliamo descrivere, come sono i gradini, le pareti, il percorso, se c’è una musica di sottofondo e cosa c’è alla fine del viaggio. Alla fine, si chiederà agli alunni di descrivere su un foglio ciò che hanno immaginato e cosa ha suscitato in loro questo viaggio interiore.

Una metodologia che si potrebbe utilizzare nella didattica delle emozioni è il Role-Playing, cioè il gioco dei ruoli. L’insegnante sceglierà un brano da leggere in classe, con una storia di base e dei dialoghi, per poi affidare i diversi ruoli agli alunni che dovranno pensare non solo a recitare e a immedesimarsi, ma anche ai costumi e ai sentimenti dei personaggi che poi andranno descritti all’insegnante.

Naturalmente, a scuola si procede per livelli e il livello successivo della didattica delle emozioni è quello di comprendere il ruolo che le emozioni hanno in un determinato contesto relazionale.

Infatti, gli studenti devono essere capaci di individuare e interpretare le motivazioni e i bisogni, di interpretare i segnali dei diversi contesti, di esprimere le proprie sensazioni e i propri stati d’animo.

Lavorando in questo senso, gli insegnanti devono stimolare gli studenti nel confrontarsi nelle esperienze di vita reali, vivendo in contatto con situazioni, contesti e persone diverse.

Un’attività utile potrebbe essere quella vi visionare un film e al termine riflettere su emozioni, comportamenti, contesti, richieste atteggiamenti che emergono dai protagonisti. Alcune domande guida utili potrebbero essere:

            quali emozioni e sentimenti esprimono i protagonisti?

            Quali potrebbero essere i bisogni del o dei protagonisti?

            Di cosa potrebbero avere bisogno?

Successivamente un Circle Time potrebbe risultare utile per fare parlare gli studenti di situazioni simili a quelli del film, di cosa hanno provato e di come si sono comportati.

Una seconda attività da proporre in classe potrebbe essere quella di dividere gli alunni in piccoli gruppi e di far portare loro delle riviste. Ogni gruppo deve poi costruire un cartellone, un ebook o qualsiasi cosa essi vogliano costruire, contenenti le emozioni particolari che trovano sulle riviste, attraverso frasi e immagini che li hanno colpiti. Alla fine, i lavori andranno presentati all’insegnante, descrivendo l’emozione e la motivazione della scelta di determinate frasi o immagini.

Il terzo livello, invece, prevede l’uso delle esperienze emotive in senso proattivo e sociale. Quindi è bene lavorare sull’attenzione, sull’ascolto e sull’empatia.

Un’interessante attività da proporre in classe può essere quella di mettersi nei panni dell’altro. Si può partire da una storia, raccontarla e poi chiedere agli studenti di mettersi nei panni del protagonista, chiedendo loro poi i sentimenti principali e le azioni che si potrebbero attuare in senso proattivo e prosociale. Oppure si potrebbe partire da una situazione concreta della classe, una problematica o uno scambio di vedute… facendo poi quello che è stato fatto per la storia, chiedere agli studenti i sentimenti provati in quel momento, le azioni che si sono compiute o che si sarebbero potute compiere, per mettersi nei panni dei compagni o dei professori.

Infine, un’altra attività può partire sempre da un film e poi su un foglio riportare le risposte alle domande guida dell’insegnante:

            Qual è il legame tra i protagonisti?

            Cosa provano i protagonisti?

            Quali sono i sentimenti riportati nel film?

            Quali sentimenti ti scaturiscono?

            Come ti saresti comportato tu?

            Come avresti voluto che si sarebbero comportati i tuoi compagni?

Per finire, una bella attività da compiere con gli alunni di tutte le età po’ essere quella di creare Un libro delle frasi gentili.

La gentilezza, spesso, viene scambiata per debolezza, ma così non è. Noi dobbiamo scegliere di essere gentili con il prossimo. Perché la gentilezza è un semino che noi piantiamo nel nostro giardino della vita.

Mi piace il modo in cui lavori.

Sono sicura che ce la farai.

Mi piace molto il testo che hai scritto.

Sei stato molto gentile in quel momento.

Secondo me farai una bella interrogazione.

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