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SVILUPPO DEL BAMBINO: L’IMPORTANZA DEL GIOCO

Il gioco rappresenta il più importante mezzo di apprendimento e crescita per il bambino. Quando un bambino gioca è coinvolto in attività fondamentali per il proprio sviluppo: sta acquisendo competenze necessarie per la sua crescita cognitiva, emotiva e relazionale.

Giocando, il bambino impara gradualmente la capacità di agire su tutto ciò che lo circonda: interagisce con l’ambiente esterno, sviluppa la capacità di movimento, diventa competente nel prestare attenzione e nell’acquisizione di nuovi stimoli e informazioni.

Inoltre, il bambino ha l’opportunità di consolidare aspetti di interazione sociale che lo prepareranno ad altri contesti di crescita: giocando acquisisce la capacità di imitare l’altro, di sviluppare l’attenzione e l’emozione congiunta, fondamentali per le relazioni sociali.

IL GIOCO LIBERO ALLA BASE DELLA CRESCITA

Spesso gli adulti tendono a voler coinvolgere i bambini in attività strutturate, con l’intento di stimolarli da un punto di vista cognitivo e relazionale. In realtà, sebbene queste attività possano essere senz’altro utili, è di primaria importanza lasciare che il bambino possa giocare liberamente. Le attività strutturate sono d’aiuto in situazioni particolari perché aiutano a “contenere” il bambino e a rendere chiaro cosa deve fare.

Se però vogliamo favorire lo sviluppo del bambino dobbiamo creare delle opportunità di gioco spontaneo. È fondamentale che il bambino possa avere a disposizione dei “momenti vuoti”, nei quali non sia coinvolto in attività mediate dagli adulti ma in cui sia libero di muoversi ed agire.

È in questi momenti, quando scatta il meccanismo della noia, che il bambino può trovare lo spazio per esprimere la propria creatività, sviluppare la propria identità e competenze, in maniera autonoma dall’adulto. Compito dei genitori dovrebbe essere quello di garantire la sicurezza del bambino senza assumere un atteggiamento invadente: il bambino deve essere un protagonista attivo.

COSA SI OSSERVA?

Osservare il bambino nella sua spontaneità ci permette di avere informazioni sulle abilità che ha già acquisito, su quali sono emergenti e su ciò che ancora non acquisito o sta imparando. Inoltre, possiamo farci un’idea sulle modalità con cui gestisce il rapporto con gli altri bambini, se è in grado di stare in un gruppo e se ha sviluppato la capacità di condivisione.

Attraverso il gioco libero, possiamo vedere come il bambino agisce in autonomia, se è in grado di organizzare un gioco o se utilizza gli oggetti e i giochi in modo improprio. Questa capacità rappresentano le funzioni esecutive, che sono le componenti fondamentali dell’apprendimento.

Con il gioco libero, possiamo osservare come gestisce la presenza di altri bambini: interagisce o si isola? Accetta la vicinanza? Osserva il loro gioco? Condivide? La risposta a queste domande ci permette di avere un quadro completo sullo sviluppo cognitivo, sociale e relazionale del bambino.

GIOCO E SVILUPPO

Nel primo anno di vita, il bambino trae piacere soprattutto dalle esperienze sensoriali che il gioco può dare (gioco senso-motorio). Il bambino prova interesse e sviluppa conoscenza muovendosi, mettendo in bocca gli oggetti, facendo rumore, spostando, coinvolgendo in questo modo, tutti i sensi. Il bambino privilegia stimoli sensoriali, con un’attività prevalentemente esplorativa. 

Si sviluppa la capacità di osservare, scegliere, prendere, tenere in mano, portare alla bocca, sbattere, lanciare oggetti, etc. Prevalgono, pertanto, giochi che agevolano lo sviluppo di abilità motorie, competenze cognitive e pre-linguistiche (lallazione), l’esplorazione e la manipolazione.

A partire dai 12/15 mesi, il bambino comincia a manifestare il gioco di finzione, attraverso cui sviluppa la capacità di rappresentare situazioni viste nella sua quotidianità, favorendo l’immaginazione e l’imitazione (“far finta di…”).

Il passaggio successivo prevederà il coinvolgimento di altre persone nel gioco, che si orienterà verso una funzione sociale. Utilizzerà gli oggetti sempre con la loro funzione reale (es. bicchiere per bere), inserendo nel proprio gioco un’altra persona (es. dar da bere alla mamma).

IL GIOCO SIMBOLICO

In una fase successiva, il gioco di finzione si evolve e il bambino impara ad utilizzare oggetti e giocattoli per rappresentare qualcosa di diverso (ad esempio: cubi che diventano una torre). Gioco di finzione e gioco simbolico favoriscono lo sviluppo della capacità di rappresentazione e lo sviluppo cognitivo. Nel gioco simbolico, il materiale è poco strutturato e il bambino mette in atto modalità di gioco sempre più astratte.

In fasi successive dell’infanzia, il giocare diventa sempre più sociale e il bambino impara la capacità di apprendere e sviluppare delle regole. Ciò denota il raggiungimento di competenze cognitive più elevate e il riconoscimento dell’altro come parte del gioco.

COME I GENITORI POSSONO GIOCARE CON IL PROPRIO BAMBINO

Giocare permette di metterci in contatto con la sfera emotiva del bambino e ad entrare in relazione con lui attraverso un canale privilegiato. Intervengono diverse emozioni, tra cui il divertimento che è la base dell’apprendimento.

Se vogliamo giocare con un bambino non è necessario sforzarsi nello strutturare un determinato tipo di attività. Molto più utile è mettersi a livello del bambino (anche fisicamente), osservare qual è il suo gioco e affiancarsi rispettando la sua narrazione.

È, inoltre, importante evitare l’eccesso di stimoli, proponendo troppi giochi: questo creerebbe confusione, rendendo carente attenzione e concentrazione. Molto meglio proporne uno alla volta, permettendo al bambino di concentrarsi su ognuno di essi, di esplorarlo e di stimolare la propria creatività. Infine, se decidiamo di giocare con un bambino dobbiamo ricordarci di rispettare il “suo mondo” e, soprattutto, dobbiamo esserci per lui.

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