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Lo stress: l’impatto sul corpo e sulla mente

LOSTRESS E L’IMPATTO SULCORPO E SULLA MENTE

Il termine Stress è stato coniato da Selye nel 1965, per indicare una reazione fisiologica scatenata da eventi stressanti, noti come stressor.

Lo stress può essere positivo “eustress” oppure negativo “distress”: nel primo caso si tratta di una forma di stress desiderabile e gestibile, come ad esempio quello che si prova durante un esame.

Nel caso invece di stress negativo, ci troviamo di fronte a situazioni sgradevoli e incontrollabili che sfociano in risposte di ansia e depressione, come ad esempio la perdita del lavoro.

STRESS  E SISTEMA IMMUNITARIO 

 Lo stress produce conseguenze sul sistema immunitario. Perché alcune persone nella stessa situazione si ammalano ed altre no?

La risposta si può trovare nel DNA, perché lo stress attiva geni silenziosi, che non si attiverebbero se non si verificassero delle situazioni critiche. È il caso dei gemelli che hanno il gene del cancro nel proprio patrimonio genetico: uno muore di cancro a 40 anni e l’altro di vecchiaia a 80 anni. In che cosa si differenziano? Stile di vita, abitudini, dieta, stress, possono avere delle conseguenze concrete sui geni.

Il cortisolo: l’ormone dello stress

Il cortisolo, l’ormone dello stress, viene prodotto dalle ghiandole surrenali e interviene in numerosi processi dell’organismo come il metabolismo, la secrezione degli ormoni, il funzionamento del sistema immunitario.

Tra le varie funzioni che svolge, il cortisolo impedisce la produzione di muco gastrico e lo stomaco si auto digerisce; questo provoca un’infiammazione (gastrite) capace con il tempo di trasformarsi in ulcera gastrica. L’alterazione della secrezione gastrica, influisce anche sull’equilibrio acido-base dell’intero organismo.

Il cortisolo inoltre, può esercitare un’azione positiva o negativa sui neuroni e sulla loro plasticità.

Il cortisolo segue il ritmo circadiano

Il cortisolo segue un ritmo circadiano, ciò significa che i suoi livelli nel sangue, cambiano durante le ventiquattro ore: sono elevati al mattino e si riducono drasticamente verso sera e durante la notte.

I livelli di cortisolo elevati la mattina, sono finalizzati a preparare il cervello ad affrontare la nuova giornata fornendo le prestazioni migliori. Infatti, livelli elevati di cortisolo sono associati al rilascio di maggiori quantità di neurotrasmettitori eccitatori, utili per garantire performances ottimali.

Con il passare delle ore, il livello di cortisolo nel sangue, diminuisce, fino a raggiungere il minimo livello la sera e la notte. Conseguentemente si riduce l’attività dei neuroni e la melatonina, l’ormone del sonno svolge il suo compito.

Quindi se l’andamento dei livelli giornalieri e notturni del cortisolo è corretto, anche la melatonina può svolgere la sua funzione. La combinazione dei ritmi del cortisolo e della melatonina consente prestazioni cerebrali ottimali dal punto di vista emozionale, affettivo e cognitivo, con una maggiore capacità di concentrazione, di memorizzazione ecc.

Stress  cronico

Uno stimolo stressante acuto e occasionale genera una cascata di eventi che conducono al rilascio di cortisolo e ciò risulta utile per un individuo che deve fronteggiare una situazione di allerta o di pericolo. Ma quando il livello di cortisolo cresce eccessivamente e perdura nel tempo per effetto dello stress cronico, allora aumenta significativamente il rischio di disturbi del metabolismo, cardiocircolatori, immunitari e soprattutto un’alterazione della plasticità neuronale che conduce al peggioramento delle funzioni cognitive e del tono dell’umore.

STRESS  E  DIFFICOLTA’  COGNITIVE

Gli studi sullo stress cronico mostrano conseguenze soprattutto a carico della memoria a breve termine: si scordano i vocaboli, gli appuntamenti, si dimentica il nome di una persona.

È un fenomeno diffuso, segno di sovraccarico di stanchezza; è molto frustrante e comunemente l’individuo quando se ne accorge si preoccupa e si deprime.

 Lo stress provoca disturbi dell’attenzione e della concentrazione. Si tratta di una confusione mentale  in cui il nostro cervello risulta sovraffollato di pensieri, stimoli, informazioni che non riesce a focalizzare.

Ne risulta una mente distratta e in difficoltà nel recepire gli stimoli esterni.

L’ansia e lo stress, sono fattori che possono provocare l’aumento della tensione muscolare a livello del collo e conseguentemente la sensazione di “testa confusa”.

Questo aumento della tensione muscolare cervicale, non solo può determinare uno stato di dolore, ma anche vertigini da stress e fenomeni di annebbiamento mentale.

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