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LA PERINATALITÀ: DEFINIZIONE ED INTERVENTI

Si definisce perinatalità il periodo che intercorre tra la gravidanza e la prima settimana di vita dei nuovi nati. È un errore abbastanza comune pensare che riguardi solo la mamma: anche il papà ha le sue emozioni, positive o negative che siano. È molto importante in questo periodo vivere in un clima di serenità, anche se ovviamente ci sono delle ansie, nei limiti della norma.

L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) promuove la salute mentale perinatale, ponendo molta attenzione sul riconoscimento e sulla presa in carico di eventuali disagi materni e/o paterni. La sua risoluzione è infatti fondamentale tanto per la persona singola quanto per il bambino e per l’intero nucleo familiare.

BABYLOSS E FIGLI PENOMBRA: IL LUTTO DURANTE LA PERINATALITÀ E LA NASCITA SUCCESSIVA

Purtroppo non si può fare a meno di considerare il discorso riguardante il lutto perinatale o babyloss, quando cioè un bambino viene a mancare tra la 28esima settimana di gestazione (quindi nel grembo materno) e la prima settimana di vita. Si tratta di un tipo di lutto a sé, un ossimoro esistenziale in cui una nuova vita finisce ancor prima di cominciare: una nascita nelle tenebre, a volte senza cause apparenti, e per questo quindi ancor più difficile da metabolizzare.

Alcune volte ci si trova di fronte a condizioni di problemi genetici o anomalie cromosomiche, ma non per questo si soffre meno: ansia, rabbia, tristezza e disperazione assalgono i genitori e la madre vive un senso di colpa pur non essendo responsabile della morte del bambino.

Si definiscono bambini arcobaleno o Rainbow babies i neonati sani che vengono al mondo in seguito a gravidanze terminate con un aborto spontaneo o con una morte nei primissimi giorni dopo la nascita. Riportano la speranza nella vita di mamma e papà, colorandole con sfumature nuove. Questi bambini però sono anche detti figli penombra, poiché il dolore per la precedente perdita non scompare mai.

LA PSICOLOGIA PERINATALE

Sotto un punto di vista istituzionale, la psicologia perinatale è un ambito molto scarsamente definito, per cui non è possibile fornire una definizione chiara ed univoca. Tuttavia è sempre più attivamente presente il Movimento Italiano di Psicologia Perinatale (MIPPE).

In linea di massima, questa branca della psicologia supporta il periodo compreso tra il pre-concepimento ed i primi quattro anni di vita del bambino, muovendosi nel continuum della fisiologia e della patologia per supportare fenomeni e processi evolutivi dei neonati e dei bambini ed in generale del sistema di relazione che li circonda. Questo accade perché i momenti relativi a traguardi e conquiste di un bambino non avvengono immediatamente dopo la loro venuta al mondo. Infatti affinché un bimbo abbia la piena padronanza del ritmo sonno/veglia e del completo controllo sfinterico bisogna attendere appunto i quattro anni di età circa, come pure per la completa lateralizzazione dei due emisferi cerebrali e l’auto-svezzamento dal seno.

Considerando la fisiologia, lo psicologo perinatale supporta:

Interviene anche in caso di situazioni di patologia, di varia gravità, che causano sofferenza nei genitori. Fondamentale per l’ottimale riuscita degli interventi di sostegno di uno psicologo perinatale è il lavoro di rete, in equipe con altre figure professionali quali ostetriche, ginecologi, infermieri, pediatri ed educatori.

IL RUOLO DELLO PSICOLOGO NELLA PERINATALITÀ

La figura professionale dello psicologo perinatale si può facilmente trovare nei consultori familiari, nei centri a sostegno dell’infertilità di coppia, nei percorsi nascita, nei reparti di ostetricia e ginecologia e di pediatria di alcuni ospedali, nelle situazioni di lutto perinatale, nelle associazioni e nei centri che si occupano delle adozioni, nei luoghi dedicati alla prima infanzia e nelle scuole.

Volendo esemplificare l’attività di sostegno condotta dallo psicologo perinatale, si possono prendere in considerazione le seguenti situazioni specifiche:

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